Se parli con un qualsiasi giocatore nato a cavallo tra i gli anni ’80 e primi ’90 che parla discretamente inglese, ci sono buone probabilità che vi dica che le basi gli sono state date dai videogiochi. Io stesso ho imparato buona parte del mio inglese grazie a Final Fantasy VII per la prima PlayStation e fieramente lo sbandiero ai quattro venti per far capire che il medium videoludico può insegnare mentre ci si sta divertente.
Ma cosa succede se si porta questo concetto ad un altro livello e si basa totalmente un titolo sull’imparare una ligua che non è la nostra? Beh nasce un gioco come Terra Alia edito e sviluppato da 30 Parallel.
In Terra Alia andrai nella scuola degli Apprendisti Maghi
Sei un giovane mago che è stato appena ammesso alla scuola degli Apprendisti Maghi, la tua indole è quella di imparare a più non posso e vuoi esplorare il mondo per raggiungere gradi di conoscenza sempre più elevati. Il mentore, che ti accompagnerà in questo tuo obbiettivo, è la professoressa Esperanto la quale ti ha invitato ad andarla a trovare.
Peccato che una volta arrivato a destinazione questa sia misteriosamente scomparsa. Per ritrovarla e capire cosa le è successo, dovrai imparare una nuova lingua per poter risolvere i numerosi misteri della scuola degli Apprendisti Maghi.
The pen is on the table
Terra alia è un mix tra un GDR a turni e un punta e clicca, dovrai esplorare vari ambienti per riuscire a trovare degli oggetti con i quali svelare il mistero al centro della trama. Appena fatto partire il gioco ti verrà chiesto qual è la tua madrelingua e successivamente, quale lingua vorresti imparare. Quando sarai nel titolo effettivo, dovrai cliccare sui vari oggetti e questi verranno inseriti nel tuo personale vocabolario. Queste nuove parole straniere, che man mano raccoglierai, ti saranno utili per risolvere semplici enigmi, aprire casseforti e per trovare oggetti che renderanno i tuoi combattimenti più semplici.
Il concetto di base è abbastanza unico ed è tutto sommato ben fatto, peccato che il gioco nel suo complesso sia piuttosto breve e si può tranquillamente finire in due o tre giorni di gameplay abbastanza esteso per un totale di 7/8 ore. Alla fine del titolo, ovviamente, non sarai a conoscenza di un vocabolario esteso, ma comprenderai almeno le parole chiave della lingua straniera che sceglierai, visto che Terra Alia fornisce una buona base di diverse categorie di parole, ma troppo poco sul lato della grammatica. Utile se sei ai primi passi, ma non sicuramente se vuoi migliorare le tue skill con un parlato che già conosci.
Oltre al fatto di non toccare mai la questione grammatica, che ricordo essere fondamentale se vuoi strutturare una frase di senso compiuto in una lingua che non è la tua, anche il vocabolario proposto si limita alle poche parole e questo sono spesso ripetute.
I ritmi di gioco sono abbastanza strani. Questo perché spesso ti ritroverai a girovagare per la scuola di magia di Terra Alia e senza nemmeno un minimo di preavviso ti ritroverai a scontrarti in battaglia con un nemico.
Il combattimento è piuttosto semplice e si basa su uno scontro a turni molto caro a chi ama i giochi di ruolo, peccato che questo sembri sconnesso dal resto del titolo, perché in un gioco dove si devono imparare le parole dovrei combattere? Per il resto le battaglie sono molto semplici e difficilmente dovrai impegnarti più di tanto per vincerle.
Una volta finito il gioco ti aspetteresti che il vocabolario sia disponibile per poter ripassare tutte le parole e i concetti imparati, ma non è così. Per poter rivedere ciò che si è appreso, dovrai per forza di cose ripetere daccapo tutta l’avventura.
È vero che stiamo parlando di un titolo estremamente breve, ma il fulcro principale di tutto gioco è l’apprendimento, quindi il fatto di dovermi far fare una seconda run, solo per rivedere come si dice candela in inglese, non mi sembra una mossa propriamente furba (e comunque si dice candle).
Sarebbe stato molto meglio darmi la possibilità di ripetere solo determinati punti del gioco, rendermi disponibili i minigiochi o meglio ancora fare un New Game Plus con magari nuove parole da apprendere. Questa grave assenza uccide del tutto il fattore rigiocabilità, a meno che tu non voglia imparare un’altra lingua.
Graficamente colorato, ma grezzo
La grafica di Terra Alia è parecchio semplice e, anche se stiamo parlando di Nintendo Switch (quindi non il più potente dei sistemi), non sembra propriamente adatta ai giorni nostri. Questa è molto colorata, ma manca di profondità e gli elementi, sia dei fondali che dei personaggi, hanno pochissimi particolari.
Se vogliamo paragonarla ad un titolo ben più blasonato, mi viene da dire che ricorda vagamente lo stile utilizzato in Fortnite, ma più grezzo. Ci sono poi dei piccoli problemi come ad il fatto di potersi bloccare in alcuni oggetti di gioco, che infastidiscono l’esperienza. È vero che stiamo parlando di un titolo che non fa della grafica il suo punto di forza, tuttavia siamo tutti d’accordo che anche l’occhio vuole la sua parte.
Per quanto riguarda il sonoro possiamo dire che è senza infamia e senza lode, visto che è vero che c’è un lavoro enorme per il doppiaggio, perché che ogni parola che imparerai verrà tradotta e letta sia nella lingua scelta, che in quella che vorrai imparare, tuttavia questo risulta un pelo robotico e ricorda vagamente i pessimi doppiaggi anni ’90 inizio 2000 che avevamo sulle console del tempo.