The Adventures of Panzer Legacy Collection è, come suggerisce il titolo, una raccolta di due action-platform dal titolo omonimo, ma fino a ora disponibili solo per PC. Nonostante l’aspetto vecchio stampo possa suggerire una coppia di vecchi classici per NES o addirittura Game Boy, si tratta di giochi molto recenti.
L’ondata di riscoperta del retrogaming, infatti, non si accenna a fermare. Il mercato è sempre molto florido da anni, ma non solo. Il continuo sviluppo di nuove tecnologie, così come il passare del tempo, permettono un accesso sempre più facile e diretto all’emulazione e creazione di prodotti vecchio stampo.
Proprio uno di questi nuovi motori grafici, capace di creare prodotti in stile NES, è alla base della creazione dei due The Adventures of Panzer a opera dello studio indie Pixelcraft Games, che è poi una persona sola: Dave Nemeth. Il primo gioco è stato autofinanziato su itch mentre il secondo è arrivato addirittura su Steam.
I due giochi dalla forte carica parodistica e dal basso costo hanno ottenuto un buon successo e hanno spinto un distributore a convertirli per le console di ultima generazione. Da questo progetto nasce The Adventures of Panzer Legacy Collection, ma alla luce di quanto detto, vale l’acquisto?
The Adventures of Panzer, la storia di come Panzer riunì i suoi fidati (?) compari
Il mondo di The Adventures of Panzer è un regno fantasy pieno di mostri, dungeon, insidie, potenti stregoni… ma fortunatamente Panzer è lì per salvare tutti insieme ai suoi fidati compari. Certo, è più interessato ad apparire bene che a preoccuparsi davvero per la loro salute, ma d’altronde lui è il prescelto, no?
Tanto tempo fa è partito per una delle sue missioni e è scomparso. I suoi (pochi) compagni sopravvissuti hanno tirato un sospiro di sollievo e si sono finalmente dedicati ai loro hobby e ai loro interessi. Tuttavia lo sappiamo, l’oscurità tende sempre a tornare e la luce con essa. Ecco quindi Panzer fare cil suo ritorno.
Una nuova insidiosa missione si profila all’orizzonte, ma prima l’eroico Panzer dovrà convincere i suoi compagni a abbandonare le loro mansioni e seguirlo in questa impresa. Una cosuccia da nulla quando la leggenda chiama! Insomma, non è che questi siano molto propensi ad ascoltarlo, ma con le buone si ottiene tutto, no?
Di come Panzer presentò il suo magico e originale (?) mondo
Come si intuisce dall’introduzione narrativa, il mondo presentato in The Adventures of Panzer è una versione satirica del tipico mondo da gioco fantasy, non per forza videogioco per altro. Una raccolta di tutti i topoi narrativi più assurdi, spinti ancora più in una direzione delirante, folle e senza senso.
Nonostante però la storia principale sia così assurda da risultare divertente, lo sono molto meno gli inside joke presenti. La maggior parte fa riferimento al mondo di Warcraft, non certo il primo fandom a cui pensi quando parli di action-platform e, lo ammetto, alcune battute non le ho proprio capite.
Sembra quasi che il titolo fosse stato pensato per un gruppo di amici ristretto e poi abbia avuto talmente successo da essere distribuito a modo. Ci sta e lo accetto per un prodotto indie su itch o Steam, ma, nel momento in cui godi di una grande distribuzione su console, certe cose le dovresti proprio correggere.
The Adventures of Panzer, il gioco – Panzer decise di fare tutto da solo
The Adventures of Panzer è quindi un action-platform che guarda al passato e, proprio per questo, ha dei comandi abbastanza basilari. Nel primo gioco guidiamo l’omonimo Panzer e abbiamo a disposizione solo tre tasti: uno per saltare, uno per attaccare e uno per selezionare un attacco magico tra soli tre.
E’ tutto molto basico, semplice e immediato, ma è anche molto responsivo. I comandi reagiscono bene e non c’é rischio di lag o “scivolate” non volute. Sfruttando questi semplici comandi dovremo attraversare una serie di livelli dallo sviluppo orizzontale disposti su una generica mappa fantasy.
Ovviamente dentro i livelli non mancheranno png con cui parlare (cosa abbastanza inutile, in realtà), eserciti di nemici da massacrare, boss di metà livello e ovviamente i micidiali boss finali che hanno anche un dialogo prima e dopo lo scontro, oltre che una schermata di caricamento apposita molto carina.
Di come Panzer ci ripensò e decise di farsi dare una mano
Il seguito del primo gioco aggiunge poco. Adesso possiamo scegliere il livello da affrontare in puro stile Mega Man e, pur avendo un attacco magico solo, possiamo scegliere un alleato tra quelli liberati da cui farci accompagnare, per poi farci sostituire alla bisogna così da usare le sue peculiari abilità.
Anche in The Adventurers of Panzer II comunque la struttura è per lo più lineare, molto vecchio stampo. Allo stesso modo è tremendamente vecchio stampo anche il livello di difficoltà proposto, una vera sfida per tutti, anche per i videogiocatori retrò più rodati. Non mancheranno ampie dosi di frustrazione.
Cosa aggiunge la Legacy Collection a tutto questo? In realtà molto poco. L’offerta ludica è la stessa, i due giochi si possono concludere in un’oretta scarsa e l’unica effettiva aggiunta al gameplay è la possibilità di attivare dei cheat che trasformano il gioco da un incubo a una passeggiata nel parco. Si, tutto qui.
The Adventures of Panzer, l’arte – I pixel non rendevano giustizia a Panzer
I due giochi The Adventures of Panzer sono quindi pensati come titoli per NES e è quindi logico aspettarsi una grafica in pixel su quello stile. Nulla di male in questo, se non fosse che il livello di dettaglio proposto è molto inferiore e siamo più dalle parti del Game Boy che della prima console Nintendo.
Tale cura dei pixel molto rozza si nota soprattutto nelle transizioni tra scene di dialogo e scene di gioco. Per chiunque ami una grafica retrò in stile Game Boy, The Adventures of Panzer è perfetto, ma d’altro canto la Legacy Collection converte tutto su console di ultima generazione e qui la pixelart decade parecchio.
Di come tutto il resto fosse secondario per Panzer
Tolta la pixelart, degna di nota solo a tratti, il resto passa tutto abbastanza in secondo piano. Il level design è a dir poco basilare e lineare, senza grandi picchi di genialità. L’aggiunta dei manuali di gioco al prodotto è una cosa carina perché gli artwork sono belli, ma è anche un qualcosa di molto fine a sé stesso.
La soundtrack in stile midi e gli effetti sonori vanno dal velocemente dimenticabile al decisamente fastidioso e così niente spicca davvero nella direzione artistica di The Adventures of Panzer. Si tratta di un difetto che era già presente nei giochi originale, ma che la Legacy Collection rende ancora più evidente.
The Adventures of Panzer – la fine
Concludendo, credo che il problema sia proprio questo. Gli spunti dei due The Adventures of Panzer originali erano interessanti, irriverenti e, pur se rozzi, avevano un certo potenziale. Questo poteva essere pienamente espresso in una Legacy Collection che anche solo smussasse parte degli angoli più storti.
Non solo questo non avviene in nessun modo, ma alcune delle aggiunte proposte dalla Legacy Collection rovinano quasi l’esperienza di gioco originale rendendola piatta e banale. Un passatempo insulso di poco più di due ore finito il quale c’é ben poco che possa davvero attrarre un’altra volta il videogiocatore.
Di dove puoi trovare l’autoproclamato gioco più bello di sempre.
Che poi, va detto, per quello che offre The Adventures of Panzer Legacy Collection ha un costo giustissimo. In generale sui vari store digitali di Nintendo, PlayStation e XBox lo si trova a poco meno di 9 euro, ma molto spesso è scontato fino a scendere a 6 euro e qualche centesimo. Un prezzo innegabilmente onesto.
Il punto è che è un acquisto che non vale proprio la pena. Con lo stesso investimento si possono acquistare gli originali su itch e su Steam quindi perché non prendere quelli? La conversione su console di ultima generazione non aggiunge davvero nulla a The Adventures of Panzer e questo è il peccato più grande.