I giochi in realtà virtuale hanno maggiore possibilità rispetto la loro controparte normale, di immergere il giocatore nel loro mondo; anzi, diciamo che più di una possibilità dovrebbe essere proprio il loro presupposto iniziale. The Atlas Mystery: A VR Puzzle Game, secondo lo scrivente, appartiene a un genere che si sposa benissimo sia con la realtà virtuale, che con il coinvolgimento del giocatore, ovvero quello degli escape room.
Per chi non conoscesse il genere, gli escape room sono dei titoli nei quali, come suggerisce il titolo stesso, dovremo riuscire a fuggire da una stanza risolvendo gli enigmi al suo interno. Esistono anche diversi escape room reali, ma se tu non avessi la compagnia adatta, o non ce ne fossero nelle tue immediate vicinanze (o semplicemente non hai voglia di uscire da casa), The Atlas Mystery si avvicina tantissimo a una di queste esperienze dal vivo.
The Atlas Mystery: incipit e ambientazione
Il gioco è ambientato in un lussuoso palazzo del cinema degli anni ’40 chiamato The Atlas Theatre, situato nella Los Angeles del 1951; saremo chiamati a vestire i panni di un manager del palazzo appena assunto in questo ruolo, palazzo che è stato anche teatro di una scioccante tragedia di Hollywood. Difatti, man mano che ci addentreremo nei vari locali del palazzo, inizieremo ad avere la sensazione che l’intero edificio sia infestato, e avvertiremo una oscura presenza a tenerci compagnia.
L’ambientazione del titolo si presta benissimo alla storia che racconta. Seppur non immenso, il The Atlas Theatre è davvero ben caratterizzato e variegato, con una sempre presente aura di mistero a gravitare intorno agli oggetti, statue dipinti e tutto ciò che lo compone.
The Atlas Mystery ci vedrà muovere i primi passi chiusi in una stanza (c’era da aspettarselo) del palazzo, fase che servirà anche da tutorial per le varie azioni che potremo compiere durante l’avventura, e che a dirla tutta non sono neanche molte, ma ragionando sul genere di gioco, sono più che sufficienti.
Infatti, oltre a poter interagire con i vari oggetti presenti negli ambienti per cercare di risolvere gli enigmi, avremo a disposizione anche uno zaino nel quale potremo conservare determinati oggetti, che potrebbero servirci nel corso della nostra esplorazione del cinema. Tutto qui, ma la forza del gameplay del gioco non si basa sulla diversità delle azioni disponibili, ma sulla struttura degli enigmi che formano la spina dorsale di The Atlas Mystery.
Guardati intorno e ragiona
Questo sottotitolo racchiude tutta l’essenza del gioco. Inizialmente saremo rinchiusi dapprima in una stanza, subito dopo dietro un bancone, per finire anche in stanze enormi come l’atrio del cinema, ma in ogni fase sarà essenziale esaminare attentamente tutto ciò che ci circonda, e la realtà virtuale aiuta tantissimo il giocatore in questa fase. Potremo muoverci liberamente o con il classico metodo del teletrasporto, per poi afferrare i diversi oggetti situati nelle diverse zone per utilizzarli o esaminarli.
Una nota stonata nasce però dalla mancata possibilità di interagire con molti degli oggetti che non fanno parte degli enigmi, o di non poter interagire con loro a nostro piacimento; fa scemare un po’ il fattore coinvolgimento il non poter toccare tutti i bicchieri dietro il bancone o i diversi oggetti sparsi, ma è un difetto al quale si può soprassedere.
Altro piccolo neo è dato dalla linearità per risolvere i vari enigmi, ma questo più che un difetto è una scelta di gameplay; certo, fa un po’ storcere il naso il non poter prendere un oggetto necessario sotto una cupola di vetro, anche se abbiamo tra le mani un martello da edilizia per abbattere i muri, ma ripeto, è una scelta di gameplay.
Conclusioni
Il gioco va avanti così, proponendo una progressione lineare nella quale ogni zona ha i propri enigmi e pezzi di storia, questi ultimi raccontati da inquietanti ritagli di giornale o appunti scritti da non si sa bene chi, e anche le zone più grandi saranno virtualmente divise in sezioni, in modo da non mandare in confusione il giocatore.
Graficamente The Atlas Mystery non è stupefacente, ma riesce coi suoi dettagli a creare un’atmosfera coinvolgente e inquietante allo stesso tempo, rendendo di fatto il The Atlas Theatre il vero protagonista dell’avventura. Anche il comparto sonoro è ben riuscito e aiuta a trasmettere l’atmosfera ricercata dallo sviluppatore, anche se a dirla tutta, alcuni motivetti diventano noiosi soprattutto se si rimane bloccati in quella zona per molto tempo non riuscendo a risolvere gli enigmi.
Il fattore VR è centrato in pieno; muoversi nelle varie zone del teatro esaminando tutto ciò che ci circonda alla ricerca di indizi e oggetti utili è molto immersivo, anche se alcune volte le mani tendono a rimanere un po’ incastrate in alcuni oggetti.
The Atlas Mystery è decisamente un titolo da giocare per tutti gli appassionati del genere, o anche per chi volesse provare un’esperienza coinvolgente in realtà virtuale.