The Bridge Curse: Road to Salvation è un videogioco horror della taiwanese Softstar ed edito dalla prolifica Eastasiasoft. Siamo di fronte al classico titolo che si può definire Dr. Jekyll e Mr. Hyde, visto che la trama è complessa e coinvolgente, ma dall’altro lato, il gameplay, basato pesantemente sul trial & error, può risultare alla lunga frustrante. Inoltre, l’inizio del gioco è sicuramente un po’ lento, ma col tempo la storia si sviluppa in modo più coerente.
Una ragazza morta su un ponte
The Bridge Curse: Road to Salvation segue le vicende di un gruppo di sei studenti universitari taiwanesi, ognuno caratterizzato da personalità, background e interessi radicalmente differenti, ma tutti destinati a trascorrere una notte davvero sfortunata.
Ciò che li riunisce, portandoli di nuovo nel campus apparentemente deserto durante le vacanze invernali, è il loro piano di realizzare una cerimonia di iniziazione trasmessa in diretta su internet, durante la quale testeranno delle leggende metropolitane legate al loro campus. L’obiettivo è attirare l’attenzione sui loro social e il luogo designato per questa diretta in live streaming è un ponte maledetto, il quale pare essere infestato dal fantasma di una studentessa aggredita e uccisa 5 anni prima.
I personaggi del cast sono rappresentati con i classici cliché da film teen horror di serie B. Tra di loro troviamo la ragazza estroversa che nasconde le sue insicurezze, i giovani ingenui, ma che scoprono il proprio coraggio di fronte ad una difficoltà, il leader del gruppo, sempre pronto a impartire ordini ma guidato anche da interessi personali e il ragazzo popolare amato da tutte le ragazzine della scuola, ma che sembra nascondere più informazioni sulla situazione di quanto voglia ammettere.
Come puoi ben vedere da queste poche righe di riassunto della trama, siamo di fronte al più classico film horror, che puoi tranquillamente trovare andando a spulciare qualsiasi catalogo di un servizio di streaming. La storia parte particolarmente lenta, ma se riuscirai a superare lo scoglio rappresentato dalla prima ora di gioco, questa si rivelerà abbastanza interessante e con qualche colpo di scena degno di nota.
The Bridge Curse: Road to Salvation muori e riprova
Ma che cosa si deve fare in quest’ultima fatica di Softstar all’atto pratico? Beh devi scappare dai fantasmi che ti braccheranno per tutte le 4/5 ore gioco totali. L’aspetto cardine di questo gioco è proprio il dover fuggire per non farsi prendere dalla ragazza che infesta il campus che stiamo esplorando, poi ogni tanto dovrai risolvere degli enigmi che metteranno alla prova il tuo ingegno.
The Bridge Curse: Road to Salvation non brilla per un gameplay particolarmente innovativo o rifinito, ma riesce comunque a non sfociare nella noia grazie ad una durata piuttosto breve (se il gioco fosse durato di più, probabilmente avrebbe stancato) e agli avvincenti sviluppi della trama che mantengono alta l’attenzione.
Il fatto di essere un gioco in prima persona aumenta il coinvolgimento e la cosa si sposa benissimo durante le sezioni di esplorazione e nei puzzle, dove si predilige la narrazione attraverso conversazioni, la lettura di documenti e la soluzione di enigmi. Circa metà del tempo di gioco è dedicato all’esplorazione del campus, con la possibilità di incappare in jumpscare improvvisi che, purtroppo, passeranno quasi inosservati, visto che sarai intento a cercare oggetti, note e messaggi telefonici da leggere per poter proseguire nella tua avventura. Non ci sono indicatori di obiettivo o mappe, quindi bisogna seguire le istruzioni, leggere i cartelli e familiarizzare con gli ambienti.
Spesso ti potresti ritrovare bloccato in sezioni con degli enigmi da risolvere, dovendo cercare una chiave o un codice che sbloccherà la via per il proseguo del titolo. Non ci sono guide ad accompagnarti, gli unici indizi sono quelli ambientali e ciò che viene scritto nelle note. Quasi tutto il gioco si basa sullo schema, esplora, prendi una strada, se è quella sbagliata muori, riprova e prendi una via diversa. Da questo puoi ben capire che tutto il gioco è fortemente basato sul trial & error e ti posso assicurare alla lunga questa formula ti porterà alla frustrazione, visto che gli ambienti tra di loro, saranno tutti molto simili, quindi il poter incappare sempre nella stessa direzione percorsa in precedenza è un errore molto comune.
Graficamente si poteva fare di più
Tecnicamente The Bridge Curse: Road to Salvation non fa assolutamente gridare al miracolo, anzi i volti dei personaggi non sono nulla di che e la grafica non sembra propriamente adatta ad un titolo per PlayStation 4. Anche i movimenti, sia del nostro personaggio che degli NPC, sono tutto sommato poco fluidi e un po’ legnosi, ma da un gioco a basso budget non ci aspettavamo altro. Gli effetti ambientali invece non sono male e riescono a dare quel tocco di horror in più che fa crescere la tensione e questo, in un titolo simile, davvero non guasta.