Rivelato la scorsa settimana durante i Game Awards 2020, The Callisto Protocol è un titolo single-player survival horror realizzato dai creatori di Dead Space. Il nuovo trailer rende palesi quei riferimenti alla famosa serie horror che tra il 2008 e il 2013 ha terrorizzato milioni di appassionati.
Questo interessante filmato non si differenzia molto da quello mostrato durante i Game Awards 2020, tuttavia contiene immagini aggiuntive raccapriccianti che mostrano come avviene la trasformazione di un essere umano in uno zombie spaziale. Qui sotto troverai il player Youtube del suddetto trailer, tuttavia, ci teniamo a sottolineare che questo particolare video non è adatto a un pubblico facilmente impressionabile. Non a caso, la visione del video è attualmente vietata ai minori di 18 anni.
The Callisto Protocol, un Q&A davvero interessante
Con l’uscita del nuovo trailer, Glen Schofield e Steve Papoutsis di Striking Distance Studios (veterani del settore nonché creatori di Dead Space) hanno partecipato a un interessante incontro con al community rispondendo anche a qualche importante domanda sul titolo. Durante questo Q&A, Schofield ha ribadito che, l’intento del team è quello di realizzare “giochi che lascino il segno all’interno del settore”, e grazie agli enormi finanziamenti ottenuti, non sarà un obiettivo troppo ambizioso.
La premessa narrativa
La prima domanda degna di nota posta dalla community riguardava il plot del gioco, la premessa narrativa. All’interno di The Callisto Protocol vestiremo i panni di un prigioniero (ovviamente non quello morto all’interno del trailer) richiuso sulla luna morta di Giove, Callisto. Il nostro obbiettivo inizialmente sarà quello di evadere dalla prigione ma, lo scorrere degli eventi ci permetterà di scoprirai gli oscuri segreti celati dietro la United Jupiter Company.
Schofield ci tiene a sottolineare che l’ambiente di gioco di The Callisto Protocol non sarà super psichedelico o iper futuristico, bensì sarà credibile, plausibile e riconoscibile nonostante la storia sia ambientata su una luna di Giove. Questo perché l’autore considera il verosimile una delle caratteristiche fondamentali per la creazione di un’ottima opera fantascientifica.
La solitudine e l’horror fantascientifico
The Callisto Protocol sarà un titolo single-player totalmente incentrato sulla narrativa. All’interno del gioco non verranno inserite né una modalità multplayer né una modalità cooperativa. L’obbiettivo degli sviluppatori è quello di trasmettere solitudine al giocatore.
La prigione offre al team di sviluppo un ottimo punto di partenza per un buon horror. Gli spazi claustrofobici, le opportunità d’illuminazione e progettazione audio e l’inquietante solitudine aumentano la paura nel giocatore.
L’unica cosa che avrai con te sarà la tua uniforme carceraria, ampliando così il senso di vulnerabilità (altro elemento fondamentale dell’horror). Inoltre, il titolo sfrutterà la terza persona per creare empatia all’interno del giocatore oltre che a dargli la possibilità di controllare meglio l’ambiente circostante, creando terrore anche durante le fasi esplorative.
L’ispirazione è la base della narrazione
Molte sono state le domande della community sulle fonti d’ispirazione cinematografiche. Di tutta risposta il duo creativo ha sputato una lunga lista di film tra cui Alien, Prometheus, A Quiet Place, Pandorum, The Grudge, Saw, La Cosa, Un lupo mannaro americano a Londra e Arancia Meccanica (che, secondo Papoutsis, contiene molti momenti horror dal punto di vista della storia).
Durante l’incontro online Papoutsis ha sottolineato l’incredibile quantità di reference videoludiche prese in considerazioni dal team di sviluppo. Per il designer giocare non è solo intrattenimento bensì forma di apprendimento. Da ogni opera cerca di cogliere ispirazioni, elementi di ambientazioni, qualsiasi cosa possa aiutarlo nel suo lavoro di creativo.
Per quanto riguarda i titoli specifici, il primo Resident Evil è davvero uno dei capisaldi del genere. Schofield aggiunge alla breve lista di Papoutsis, Resident Evil 4, Silent Hill, FEAR, Condemned, Alien Isolation, Outlast e persino PT.
“Cerchiamo nei titoli che giochiamo ogni singolo momento di terrore per poi analizzarlo e capire come è stato realizzato dalla casa di sviluppo. È essenziale comprendere come quel momento sia stato sfruttato dagli sviluppatore per creare paura nel giocatore “.
The Callisto Protocol è stato realizzato tenendo conto del nuovo e potentissimo hardware di nona generazione. Il ray tracing permetterà al team di dare vita all’ambiente di gioco rendendolo credibile e reale, mentre, per quanto riguarda il comporto audio, a detta di Papoutsis, il Tempest Engine di PlayStation 5 sarà sfruttato al 100% all’interno di The Callisto Protocol e questo non può che farci piacere.
Secondo i due creativi è essenziale riuscire a trovare una giusta sinergia tra le potenzialità del nuovo hardware di gioco e le aspettativi del team di sviluppo. Solo trovando il giusto equilibrio è possibile realizzare grandi opere che lasceranno il segno all’interno del mercato videoludico.
Come creare il vero orrore
L’ultima domanda è secondo noi la più interessante. Come è possibile creare un titolo horror che spaventi tutti?
La risposta di Schofield è semplice e allo stesso tempo geniale. Inizialmente partono da una prospettiva personale, per poi espandersi, così da abbracciare più fobie e paure possibili. Inoltre lo storyboard del gioco viene analizzato e testato su vari sviluppatori così da capire quanto quest’ultimo sia effettivamente spaventoso.
Papoutsis aggiunge che la paura deriva dalla connessione con la storia. La connessione con il personaggio crea immedesimazione e l’immedesimazione crea terrore. Relatability e believability sono elementi fondamentali per Papoutsis.
Probabilmente sono ancora molti gli assi nella manica del team. Il duo creativo ha risposto a domande davvero interessanti ma allo stesso tempo siamo più che ulteriori dubbi e misteri si celano nelle profondità di Callisto. Non sappiamo se Striking Distance Studios svelerà ulteriori informazioni su The Callisto Protocol nei prossimi due anni, nel frattempo siamo aperti alle speculazioni.