Non morto, con un’anima oscura e un debole il sangue dei giovani, ma ehi basta parlare di Konami, perché se sei qui è per leggere di una delle serie che fecero grande l’azienda giapponese.
Sto naturalmente parlando di Castlevania che, come parte di una serie di uscite volte a celebrare i 50 anni di attività di Konami, è tornata sotto forma di raccolta la settimana scorsa su Switch, PlayStation 4 e Xbox One.
Una compilation interessante, nonché un passo avanti rispetto quella Arcade Classics Collection uscita qualche mese fa. Questo è in parte ascrivibile al coinvolgimento di M2, sviluppatore specializzato nel riproporre vecchi classici, a testimonianza dell’ottimo lavoro svolto in questo tipo di iniziative.
Tuttavia, The Castlevania Anniversary Collection non serve a dimostrare la bravura di M2, del resto manca il livello di dettaglio visto nei titoli della Sega Ages e magari i titoli contenuti non saranno del tutto funzionali a livello di gameplay; questa collection contiene versioni eccellenti di titoli raffinati.
Kid Dracula sta a Castlevania come Parodius sta a Gradius in effetti, e questa raccolta ci da modo di giocare per la prima volta alla versione NES del titolo. mai uscita in occidente.
I vari capitoli sono davvero godibili e, se non li hai mai giocati finora, la collection è un ottimo modo per familiarizzare con le origini della serie; cosa ancora più importante, rimangono (in massima parte) ancora incredibili da giocare, ricchi di atmosfera, ben programmati e con colonne sonore di alto livello.
Come ho scritto poco fa, questa collection è una buona introduzione ai primi giorni della serie: è presente l’originale del 1986, così come il suo ambizioso sequel dell’anno successivo. Con Castlevania 3 abbiamo un grade esempio di avventura in 8-bit, mentre Castlevania 4 offre un affascinante esempio di programmazione 16-bit.
Il filtro CRT utilizzato in questi titoli è veramente ottimo, ma una menzione d’onore spetta a quello in grado di riprodurre il look puntiforme dei titoli originariamente usciti su Game Boy. Sono infatti presenti sia il primo Castlevania per Game Boy, forse il titolo meno interessante del lotto, che il suo seguito, di gran lunga migliore; c’è anche un curioso spin-off di Kid Dracula, con meccaniche stile Mega Man e un aspetto grafico chibi. Chiude il pacchetto Bloodlines, originariamente uscito per Mega Drive e mai del tutto apprezzato, con la sua ambientazione durante la prima guerra mondiale e un design più massiccio del solito.
Naturalmente ci sono delle omissioni, alcune più evidenti di altre: Haunted Castle, capitolo arcade poco interessante, manca, probabilmente perché già presente nella Arcade Classics Collection. I completisti potrebbero anche lamentare l’assenza di Vampire Killer, bizzarro capitolo parallelo al primo Castlevania, uscito per MSX2, anche se il vero peccato è costituito dall’assenza di Rondo of Blood (anche qui, presumo, in quanto inserito nella Castlevania Requiem Collection uscita lo scorso anno su PlayStation 4). Mancano più o meno i titoli che fungono da legame tra i Castlevania classici e i titoli più moderni, quelli dell’era Koji Igarasghi per intenderci.
Come nelle altre collection, anche qui abbiamo gli schizzi preparatori del gioco originale che da soli valgono il prezzo del biglietto, come si suol dire. In fin dei conti il pacchetto è sufficiente per coloro i quali vogliano approfondire i classici, completato da un compendio che offre una visione d’insieme sul design e altri contenuti aggiuntivi.
Un pezzo quasi da museo, in altre parole, se stai cercando di riaccendere dei bei ricordi o capire cosa ha reso la saga di Castlevania così amata.
La cosa più interessante è che Konami si è impegnata a rilasciare a breve una patch in grado di aggiungere le versioni regionali dei titoli per tutti i possessori del gioco, dando corso ad una delle più diffuse lamentele raccolte per la Arcade Classics Collection.
Un piccolo gesto, è vero, ma che suggerisce qualcosa di importante: Konami ascolta gli utenti, ne raccoglie i feedback e lavora per implementare dei cambiamenti. Un segnale di vita e forse, speriamo, di un ritorno in grande stile.
Abbiamo ritenuto a lungo che la Konami che abbiamo amato e apprezzato fosse morta, tuttavia queste collection mostrano che ci sono segnali di vita, forse di ripresa.
Possiamo sperare?