Con un mercato videoludico sempre più rivolto all’innovazione e alla potenza di calcolo, il pubblico tende a guardare così in alto da dimenticarsi tutto ciò che lo circonda e che, a volte, si rivela essere molto più prezioso di quello che si possa credere. In questo clima di innovazione, tutti i generi videoludici sembrano letteralmente in subbuglio, specialmente con la next-gen praticamente dietro la porta, eppure oggi torniamo a parlare di un mercato “in perenne sbocciatura” come quello dei titoli indie, con particolare occhio verso il genere horror.
Il titolo di cui parlerò oggi appartiene a quella “sotto categoria horror” caratterizzata da una storia molto breve, ma altresì piena di significato; giochi strani, grotteschi, disturbanti e con una realtà talmente contorta e ingannevole da far letteralmente “venire i brividi al malcapitato giocatore”. All’interno di queste “storie enigmatiche” troviamo personaggi strani, singolari, a volte buoni come angeli, a volte malvagi come demoni, eppure tutti immersi in un piccolo e macabro universo dove la stessa atmosfera horror fa da sfondo a qualcosa di molto più intenso e ricco di segreti. In questa particolare sotto-categoria troviamo titoli deviati del calibro di Fran Bow e Neverending Nightmares, giochi dove lo storytelling è alla base di tutto, dove lo sviluppatore non vuole stupire il singolo malcapitato giocatore con un gameplay sofisticato, ma solamente fargli vivere il proprio personale “Inferno”.
Se non conosci questi titoli corri a scaricarli!
Ora che hai l’animo giusto, posso cominciare a parlarti di The Coma 2: Vicious Sisters, titolo coreano sviluppato da Headup e Devespresso Games, che sarà disponibile dal prossimo 27 gennaio 2020 per PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch, con l’unica eccezione per la versione PC, la quale è attualmente disponibile in early-access sulla piattaforma di Steam. Questo gioco horror è il secondo capitolo della saga che è cominciata con The Coma: Cutting Class (19 ottobre 2015), il quale ha altresì avuto l’onore di ricevere anche una versione remastered dal titolo The Coma: Recut, rilasciata il 22 settembre 2017 insieme a una interessante Deluxe Edition.
Sei pronto a entrare nel peggiore degli incubi?
Prima di cominciare a parlare dell’oscura trama di The Coma 2: Vicious Sisters, voglio sottoporti un dubbio che mi attanaglia la mente… ma gli orientali che problemi hanno con le scuole? In particolare con i licei?
Nei paesi del “Sol Calante” siamo soliti far variare le nostre location, in alcuni casi lo zombi famelico lo trovi al cimitero, in altri, esce dalla tazza del water pronto a divorarti… il cervello; il vampiro o sta nella sua cripta, oppure va in giro nel ridente villaggio limitrofo a cercare qualche ignara verginella; il lupo mannaro… lasciamo stare! In oriente, zombie, lupi, vampiri, mosche tse-tse (…si anche quelle!) sono tutte concentrate nelle scuole, posto più sicuro: il cimitero… mah, valli a capire!
Se hai la risposta, ti prego, scrivila nei commenti!
Chiusa questa breve parentesi, concentriamoci sulla trama, vero cuore pulsante dell’offerta videoludica sviluppata da Devespresso Games e capace di tenere alta l’attenzione del giocatore dall’inizio alla fine del gioco. La storia inizia dopo i fatti che si sono svolti durante il primo capitolo della saga, in cui il giovane Yougho riesce, dopo mille e più peripezie, a uscire da un incubo oscuro che, successivamente, lo porterà a finire nuovamente in coma su di un letto d’ospedale. Con questa premessa, Mina Park, una studentessa della Sehwa High e carissima amica di Yougho, si sveglia di notte proprio all’interno della sua scuola (…chissà come mai!) e, sin da subito, si rende conto che l’ambiente prima a lei molto familiare, è diventato un vero e proprio incubo. Le lavagne sono piene di sangue e simboli satanici, i corridoi hanno ceduto il passo a corpi dilaniati, fantasmi in cerca di vendetta e ad alcune creature pronte a ridurre a brandelli qualunque malcapitato passi di lì. La povera Mina ha il compito di cercare una via di fuga da questo sanguinoso incubo, con la speranza nel cuore di riuscire a salvare altresì il suo caro amico Yougho, tra improbabili alleati e nemici famelici.
Oltre questa breve trama, toccherà al giocatore portare alla luce il segreto che alla base di questo terribile incubo, attraverso l’esplorazione delle varie ambientazioni presenti all’interno del gioco e ai dialoghi che si presenteranno con il passare del tempo.
Su,giù, destra, sinistra e… ripeti!
Come ho detto in precedenza, questo genere di giochi si basa molto sullo storytelling, cioè sulla volontà del creatore di “raccontare una storia” e di far “rivivere le medesime emozioni”, provate dai protagonisti, direttamente al giocatore. Per questo motivo una componente come il gameplay, che in altri giochi ricoprirebbe un ruolo fondamentale, qui si ritrova a essere relegato a recitare la modesta parte di comprimario, ancor peggio, a semplice mezzo per raccontare la storia.
The Coma 2: Vicious Sisters presenta un gameplay molto semplice da apprendere e strettamente legato alla struttura 2D del proprio “orribile universo”, infatti, il giocatore si troverà a guidare la spaventata Mina all’interno delle variegate ambientazioni mediante i classici tasti di movimento come destra o sinistra per spostarsi (camminando o correndo) e su o giù per entrare all’interno delle stanze e restituire così al giocatore la “falsa sensazione” di vivere in un mondo in tre dimensioni.
La giovane studentessa sarà provvista di una barra della vita che potrà rigenerare ogni volta mediante l’utilizzo di alcuni snack acquistabili dalle macchinette (…siamo a scuola… eh sì!) e di una dedicata alla stamina che si consumerà velocemente nel caso in cui si decida di passare dalla camminata alla corsa per sfuggire al terribile mostro assetato di sangue che perseguiterà il giocatore durante tutta la sua avventura. Le altre funzioni che potrà svolgere il nostro “femminile alter-ego” non sono molte e si limitano solamente all’analisi di oggetti o all’attivazione di meccanismi. In parole povere, con il passare del tempo, il gioco tenderà a una inesorabile monotonia. Se stai cercando azione, qui non la troverai di certo.
Un incubo buio e pieno di segreti!
Se il gameplay svolge il ruolo di semplice comprimario, il design grafico ricopre quello di “aiutante”, infatti, lo “stile manga” (o “Manhwa” in coreano) scelto per The Coma 2: Vicious Sisters riesce perfettamente a restituire quella sensazione di cupo e maligno che si cela all’interno dell’incubo vissuto da Mina.
Un piccolo encomio va anche al “perfezionamento dei modelli femminili”, più “abbondanti” e “dettagliati” (…si hai capito bene!), in particolare per le creature assetate di sangue che perseguiteranno Mina!
Il giocatore vedrà, man mano che si addentrerà all’interno della scuola, le ambientazioni cambiare e andare così incontro a un veloce e inesorabile decadimento verso la pazzia, invero, si passerà dalle aule piene di banchi a stanze nere e opprimenti piene di occhi, bocche e orecchie. Lascio a te il piacere di scoprire il resto…
Unica nota negativa imputabile al design grafico è, per alcuni aspetti, lo scarso numero di modelli previsti per le varie “trappole” messe sulla strada del giocatore.
Ovviamente, non è tutto oro quello che luccica, perché il comparto audio non è decisamente all’altezza della sua controparte grafica. Una colonna sonora piatta e incapace di trasmettere quella sensazione opprimente di perenne paura che, in titoli come questo, si rivela essere fondamentale. In fondo, una storia “senza voce” non piace a nessuno…
Chiude il “circo degli orrori” (…ti aspettavi “scuola”?) una longevità decisamente sotto la media, in realtà, l’opera videoludica di Headup presenta una durata di circa 6 ore, che sono praticamente il doppio di quelle offerte nel primo capitolo della saga, ma non abbastanza da far gridare al proverbiale miracolo.