The Cosmic Wheel Sisterhood è un titolo che parte da premesse particolari: cosa succede se uniamo una visual novel a un deck building…dove il giocatore crea le sue carte? Succede che la trama stessa del cosmo si piega al suo volere, a quanto pare. Vediamo quindi se vale la pena prendere in mano i tarocchi di questo titolo nella nostra recensione.
Tanto da leggere, in The Cosmic Wheel Sisterhood
La storia di The Cosmic Wheel Sisterhood ti mette nei panni di Fortuna, una strega bandita per aver “letto” con le sue carte la caduta della sua confraternita. La giovane donna è quindi costretta in esilio su un asteroide che vaga nello spazio, senza possibilità di parlare con nessuno. Proprio questo isolamento spingerà la protagonista a evocare un Behemot, una creatura dai poteri sovrannaturali e dalle intenzioni potenzialmente pericolose.
Potenzialmente è d’obbligo però. La creatura, infatti, è molto lontana dallo stereotipo di un leggendario demone bandito da una magia proibita. Egli è infatti un essere profondamente solo, spesso ingannato da coloro che lo hanno evocato in passato e proveniente a sua volta da una prigionia lunga. I due iniziano infatti a legare praticamente subito, siglando dei patti magici che possano cambiare il loro destino e diventando ben presto veri e propri amici.
Proprio i dialoghi sono il perno attorno a cui ruota il titolo e di fatto ciò in cui il giocatore sarà immerso la maggior parte del tempo. Questi, nonostante vadano avanti tramite semplici box di testo, presentano personaggi interessanti e sfaccettati, inseriti in un mondo che viene delineato poco alla volta, fino a diventare un universo progressivamente più complesso e ricco.
Persino l’incipit descritto qui diventa più vasto, fino a comprendere temi interessanti e inaspettati. In generale, comunque, i dialoghi restano sempre accattivanti, ma va precisato che bisogna leggere, tanto. E in inglese.
Scelte…e conseguenze!
The Cosmic Wheel Sisterhood può essere definito come un’avventura narrativa, molto simile a una visual novel. La storia riveste quindi un ruolo centrale e anche il gameplay di fatto è un modo per portarla avanti. Le meccaniche di gioco sono quindi semplici ma efficaci: si crea una carta, che poi viene aggiunta a un mazzo, a sua volta utilizzato per delle divinazioni. Divinare consente di ottenere energia di quattro elementi, che poi verranno utilizzati per creare altre carte. Oltre a creare energia, le divinazioni portano anche a vere e proprie scelte multiple, che poi vanno a influenzare il destino dei personaggi coinvolti e per estensione le ramificazioni della storia stessa.
Ma andiamo con ordine e vediamo le singole meccaniche. Le carte possono essere create tramite un editor che ricorda quasi un software di photo editing. Ogni carta si compone di tre parti, tutte combinabili in modo diverso: lo sfondo, i simboli e la figura. Ognuna di esse appartiene a un certo elemento e di conseguenza richiede un certo quantitativo di energia per essere utilizzato. Ad esempio, lo sfondo ambientato sott’acqua può richiedere due energie dell’elemento acqua, a cui si sommano quelle degli elementi della figura e dei simboli.
Queste risorse elementali si ottengono semplicemente divinando, quindi proseguendo nell’avventura e interagendo con altri personaggi. Queste interazioni sono perlopiù strutturate come dialoghi lineari, ma occasionalmente comprendono scelte dalle conseguenze non indifferenti. Queste sono spesso associate agli effetti delle carte, che di conseguenza modificano almeno in parte le possibilità di risposta multipla.
Quindi, come funziona una divinazione? Un personaggio di turno fa diverse domande, che vengono “posizionate” sul tavolo. A quel punto si pescano le carte corrispondenti. Ogni carta appartiene a diversi elementi (ovvero quelli scelti nella creazione) che influenzano le possibilità di scelta multipla. Dopo aver pescato una carta, infatti, la si posiziona sulla domanda presente sul tavolo e, successivamente, vi è la possibilità di scegliere la risposta. Questa scelta multipla, di fatto, influenza enormemente la storia, creando vere e proprie ramificazioni. Alcune possono sembrare eccessive, mentre altre risultano sicuramente più “logiche”.
Ricapitolando: si creano carte elementali. Gli elementi donano proprietà alle carte a queste di conseguenza influenzano in parte le scelte multiple. Ma non solo: proseguendo nell’avventura si accede a un loop di gameplay meno “stretto”, dove le possibilità di scelta aumentano e le ramificazioni si fanno più marcate. In altre parole, The Cosmic Wheel Sisterhood cambia un po’ le carte in tavola (battuta dovuta!), per quanto possibile, ma sempre concentrandosi sulle scelte e mai abbandonando del tutto la sua natura da visual novel.
Proprio qui il titolo perde parte del suo fascino. Le romance, presenti in minima parte nell’esperienza, non riescono a raggiungere lo stesso livello degli altri dialoghi e paradossalmente dello sviluppo narrativo che invece è riservato alle semplici amicizie tra i personaggi. Va poi detto che un titolo interamente basato sui dialoghi diviene per forza di cose ripetitivo, visto che in un modo o nell’altro si “limita” a proporre scelte multiple e dialoghi, alternate dal minigioco di creazione delle carte. Il tutto funziona comunque molto bene, ma appunto nei limiti della formula.
In ogni caso, The Cosmic Wheel Sisterhood è un’ottima avventura narrativa che, pur essendo lontana dalla perfezione, riesce comunque ad appassionare fino alla fine. Soprattutto, le meccaniche descritte sono decisamente più immediate in pratica e “pad alla mano” si dimostrano meno complesse di quanto possa sembrare in sede di recensione.
Tecnicamente splendido
Il comparto tecnico di The Cosmic Wheel Sisterhood è decisamente degno di nota. Il titolo vanta infatti sprite bellissimi da vedere e animati a dovere, affiancati da ambienti che, nella loro semplicità, riescono a essere accattivanti.
Tutto questo valorizza un comparto estetico davvero bello, che vanta uno stile tutto suo. Il mondo messo in scena dal titolo è coerente, ricco di personaggi, pieno di lore e interessante da scoprire. Allo stesso modo, personaggi e ambientazioni risultano riconoscibili e memorabili anche per via della loro estetica, che fonde “moderno” e magico in modo coerente.
Infine, il comparto sonoro è eccellente, con musiche che contribuiscono enormemente alla creazione dell’atmosfera.