Con Wrathstone prende avvio la Stagione del Drago, che impegnerà i giocatori lungo il corso dell’anno con una serie di nuovi contenuti scaricabili per The Elder Scrolls Online; ciascuno dei quali contribuisce a creare una storia che si dipanerà attraverso tutti i DLC.
Con questo primo DLC abbiamo a disposizione due nuovi dungeon che dividono la mappa in due metà; ai giocatori sarà richiesto collaborare in un party composto da 4 membri che deve aiutare un cacciatore di reliquie a ritrovare la Wrathstone.
L’essenza del DLC Wrathstone è tutta qui: abbiamo due nuovi, eccellenti, dungeon da affrontare in 4 e null’altro. Se sei uno di quei giocatori che predilige avere a disposizione tanti dungeon o prediligi contenuti PvP come Cyrodiil allora Wrathstone potrebbe avere ben poco da offrirti.
In buona sostanza, potremmo paragonare Wrathstone a Wolfhunter, un altro DLC avente per tema i draghi e rilasciato lo scorso anno; ma analizziamo nel dettaglio questa nuova avventura.
Le profondità di Malatar
Come accennavo in apertura, in Wrathstone ti sarà richiesto di trovare e aggiustare le due metà della tavoletta che da il titolo all’intero DLC e che è un importante manufatto.
Nel corso del DLC non scopriremo granchè su questa reliquia, dato che si tratta soltanto della prima parte della Stagione dei Draghi e che la storia è destinata ad arricchirsi man mano che le espansioni verranno rese disponibili.
Dei due dungeon presenti in Wrathstone, “Le Profondità di Malatar” è il più facile da affrontare; entrambi presentano 5 boss contro cui combattere e tutti i 4 membri della squadra devono essere almeno al livello 45.
A livello normale l’esperienza di gioco è ben bilanciata e il dungeon può essere completato più o meno in mezz’ora, anche in presenza di un party di giocatori estranei e quindi non già affiatati.
Quello che rende Malatar una piacevole aggiunta al gioco è dato dal design dei boss, molto creativo. Il primo che incontreremo, Scavenging Maw, è una creatura che sembra uscita dritta da un survival horror; in alcuni momenti del combattimento si ritirerà verso l’alto e sparirà, obbligando i giocatori a cercare il suo nascondiglio. Il giocatore che lo trova per primo verrà stordito e la sua salute scenderà lentamente col passare del tempo, a meno che il mostro non venga interrotto il più rapidamente possibile.
Un altro boss è Symphony of Blades, una mostruosità meccanica dotata di spade multiple, che ricorda un po’ il genrale Grievous di Star Wars.
Questo boss ha un’ampia varietà di mosse, come l’attacco ciclone il cui raggio d’azione è talmente ampio da coprire quasi per intero la stanza in cui lo affronteremo. La parte più complicata del combattimento è quando genera dei muri di luce che sono in grado di eliminarci in una mossa sola, per cui dovremo abbattere gli sgherri del boss ed evitare le luminescenze. Sembra più facile di quanto non sia in realtà.
Questa, pur breve, descrizione dei boss dovrebbe farti capire come il loro design sia così creativo da essere in contrasto non solo con la maggior parte dei boss di The Elder Scrolls, ma più in generale con quelli di tutti gli MMO.
Per sconfiggerli sarà necessario elaborare una vera e propria strategia e attuare un pizzico di problem solving, come se i combattimenti fossero in realtà dei puzzle da affrontare.
Frostvault
Paragonato a Malatar, Frostvault è un dungeon molto più complesso; per essere completato ci poterà via almeno un’ora piena.
Stranamente, il boss più difficile da sconfiggere è Icestalker, il primo in assoluto del livello.
La sua pericolosità è duplice: è in grado di lanciarti per aria e stordirti, anche se stai parando il colpo, per poi sbatterti implacabilmente a terra fino alla morte; in più è in grado di evocare un numero esagerato di creature che lo fiancheggino nella lotta.
La strategia migliore per sconfiggerlo è dividere la squadra, con parte dei membri ad affrontare le creature e lanciare i rimanenti contro il boss. In questo caso la difficoltà è parte stessa del divertimento, costringere un team a comunicare e combattere all’unisono è un qualcosa che sarebbe bello trovare nei dungeon di ogni MMO.
Anche gli altri boss offrono qualche problema qua e la, ma il migliore del dungeon resta il Vault Protector, un costrutto che ricorda un grande ammasso di armature animate; colpisce come un fabbro e non si fa problemi a ridurre il suo avversario in poltiglia.
Anche lui, come Symphony of Blades va affrontato come se all’interno del combattimento ci fosse un puzzle game, molto avvincente.
Anche Frostvault ci fornirà di tre set di attrezzatura, più l’immancabile maschera mostro. Inoltre entrambi i dungeon aggiungono al gioco nuovi collezionabili, forniture e obiettivi.
Tutto naturalmente è collegato al completamento delle aree, in maniera non dissimile ai DLC del passato, fondamentalmente per aumentarne (sia pure di poco) la longevità.
Update 21
Insieme a Wrathstone arriva su The Elder Scrolls l’attesa Update 21, che apporta le necessarie migliorie al titolo, come ad esempio la guida delle zone.
La guida è molto utile, dal momento che mostra in maniera chiara quanti contenuti e quali compiti sono stati completati in una zona; ad esempio potrebbe mostrare quanti boss sono stati battuti fino a quel momento, quante missioni completate e via discorrendo.
In buona sostanza è una guida a tutto tondo, utilizzabile per non perdere di vista tutto quanto puoi interessarti durante la partita; è una funzionalità molto comoda nonché una delle meglio implementate che The Elder Scrolls abbia ricevuto da un po’ di tempo a questa parte.
Ulteriori contenuti dell’Update 21, gratuito per tutti, sono nuove ricompense PvP, un nuovo territorio di battaglia che si trova in una dimensione chiamata Eld Angvar e altri aggiornamenti minori volti principalmente a bilanciare più possibile la partita.
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