The Elder Scrolls Online: Elsweyr è l’ultimo DLC dell’MMO più conosciuto di Bethesda. Elsweyr fa parte di un trittico di espansioni di grande taglia in cui figurano in ordine di rilascio Morrowind e Summerset, fra i quali però Elsweyr è il DLC, per ora, contenutisticamente più povero. Al contrario delle altre due espansioni la storyline dura meno e in generale i contenuti sono minori e la mappa non comprende l’intera terra di Elsweyr, ma soltanto la regione di Anequina situata a nord della landa dei Khajiit,
Perchè però, per ora? Questa espansione sarà ampliata gradualmente con nuovi contenuti, come annunciato proprio durante lo showcase della software house tenutosi durante la conferenza dell’E3. Questo modello di rilascio graduale dei contenuti si è dimostrato più volte funzionante, com’è stato per l’MMO sci-fi di Bungie Destiny 2 che introdusse un abbozzo di questo concetto con I Rinnegati per poi portarlo a maturazione con l’espansione dell‘Armeria Nera. Fondamentalmente all’utente deve venir fornito tutto l’intrattenimento necessario perché non abbandoni il titolo fino al rilascio del contenuto successivo; con una buona pianificazione di questo sistema si viene a ovviare una delle piaghe più grandi del genere MMO, ovvero quella mancanza di contenuti che si traduce immancabilmente in noia. Riuscirà questo sistema a rendere Elsweyr l’espansione più ricca e indimenticabile di The Elder Scrolls Online? Purtroppo solo il tempo potrà dircelo, per ora concentriamoci su cosa Elsweyr offre oggi.
Nella botte piccola c’è il vino buono
Al momento i contenuti sono si pochi, ma tutti di grande qualità. La campagna è breve ma abbastanza coinvolgente e si snoda attraverso 8 missioni dedicate alla storia, ognuna delle quali ha una durata approssimativa di circa un’ora e mezzo. Il nostro alter ego si risveglierà in un letto di una stanza sconosciuta e scopriremo parlando con il Khajiit di guardia subito fuori che siamo stati attaccati da un drago e ci siamo salvati miracolosamente. Dopo questo incipit la trama proseguirà da qui con una continua escalation di eventi, avanzando fra la necessità di difendere la regione dai draghi e la correlazione fra questi e la politica locale dei Khajiit, i cui intrighi di fatto tessono i presupposti della nostra avventura. Se non avessi scritto questa recensione dopo la conferenza E3 di Bethesda ti avrei parlato di una pessima trama: non perché lo sia nel suo svolgimento, nella quale fra l’altro coglie l’opportunità di approfondire la razza felina dei Khajiit, ma per come (non) finisce. Finite le 8 missioni principali, la storia rimane tronca, quasi amorfa nel suo complesso e non avrebbe avuto alcun senso di essere senza la promessa fatta da Bethesda di proseguirla a episodi. Per il momento una bella compagna se saprà mantenersi sullo stesso livello qualitativo.
Anche la mappa è molto ridotta: di Elsweyr vedrai solo la regione di Anequina, che però sarà totalmente esplorabile senza la presenza di elementi irraggiungibili come per le precedenti espansioni. Il bioma di questa regione non è molto variegato e presenta una preponderanza di zone semi desertiche che ricordano molto la savana africana, a cui si alternano sporadicamente delle giungle al nord della regione. Nonostante il motore di gioco datato smorzi parecchio il colpo d’occhio, il valore prettamente artistico del DLC è parecchio elevato. Le costruzioni in pietra dei Khajiit sono molto rassomiglianti ai templi della cultura induista, da cui traggono chiara ispirazione. La fusione fra questo stile architettonico e la savana in cui sono immersi creano un ambientazione davvero particolare e caratterizzante per questo DLC che fa di questo fattore uno dei suoi più grandi punti di forza.
Nonostante siano presenti molte città sono due i grandi insediamenti Khajiit in cui trascorreremo la maggior parte del nostro tempo: Riverhold e Rimmen.
Oltre a essere uno dei cardini su cui si poggia la narrazione di Elsweyr, i draghi potranno essere affrontati liberamente nella regione e per individuarli basterà aprire la mappa di gioco, dove troverai un’icona che ti indicherà la loro posizione. A questo punto, una volta raggiunto il luogo potrai affrontare il drago. Purtroppo questi soffrono lo stesso problema dei cugini di Skyrim: questa boss fight è molto meno epica di come ci si aspetterebbe da un combattimento contro un drago e spesso, nonostante sia molto facile morire, basterà aver memorizzato i pattern degli attacchi per avere la meglio. A favore di quest’ultimi però è apprezzabile che gli sviluppatori abbiano voluto rendere diversi i draghi in base agli elementi, i quali si differenzieranno grazie a un moveset specifico. Si passerà quindi dalle classiche fiamme, ai colpi con coda e ali, fino ad arrivare all’evocazione di Daedra minori.
Stesso discorso per la Trial Sunspire, un raid per 12 giocatori che vede ancora protagonisti i draghi, dove bisognerà fronteggiarne addirittura tre. Una modalità da endgame inizialmente molto impegnativa ma che non comporta praticamente alcuna differenza di gameplay rispetto al combattimento individuale contro un drago se non la difficoltà maggiore. Per fortuna uccidere i draghi, che si tratti di quelli della Trial Sunspire o di quelli che vagano liberamente per la mappa, ti ricompenserà a dovere. Oltre al questo raid nell’espansione sono presenti ben sei Delve (livelli al chiuso), due Dungeon pubblici e qualche Boss Fight sparsa per la mappa di gioco. Insomma, nulla che i vecchi giocatori del titolo non conoscano già.
Com’è il negromante?
Veniamo a uno dei piatti forti dell’offerta ludica di Elsweyr, la nuova classe del Negromante. Parto subito affermando che questa nuova classe è davvero riuscitissima, ma è “vittima” di un design che potrebbe non essere gradito a tutti i palati: purtroppo la rievocazione dei morti non durerà mai a lungo, tanto che spesso i nostri compagni ossuti finiranno per decadere (o farsi esplodere) pochissimo tempo dopo averli richiamati dall’oltretomba. Questa però è stata una scelta di design ben precisa voluta dagli sviluppatori, ovvero quella di dare una personalità propria alla classe allontanandola dalle caratteristiche più classiche del genere. L’utilizzo dei minion è quindi “ridotto all’osso” e si punta più sulla magia oscura, un tipo di magia proibita e malvista a Tamriel; evocare morti o effettuare la trasformazione in Bone Goliath è considerato un atto criminale se effettuato nei centri abitati.
Come per le altre classi ci sono tre rami di specializzazione per un totale di 15 abilità:
- Grave Lord. Questo ramo è quello che più richiama il negromante classico e grazie al quale potrai evocare scheletri esplosivi, teschi intrisi di magia arcana da lanciare ai tuoi avversari e non morti maghi o arcieri a supporto durante i combattimenti. La ultimate evoca un Colosso scheletrico che colpirà 3 volte i nemici prima di disintegrarsi. Questo ramo è puramente votato al danno e le passive sono fondamentali per massimizzarlo.
- Bone Tyrant. Questo ramo si concentra sul rendere il negromante in grado di rimanere in piedi il più a lungo possibile. La falce permetterà di rubare vita ai nostri avversari infliggendo danni, la Bone Armor aumenta i punti salute e l’armatura e anche le altre abilità sono votate al rafforzamento, nostro e degli alleati. L’ultimate è Bone Goliath, un abilità che ti renderà un gigante d’ossa aumentando salute e potenza per 20 secondi, una skill davvero fondamentale per il PVP nell’arena.
- Living Death. Questo ramo si concentra sulla cura: è davvero molto efficace ma ha spesso bisogno di cadaveri in terra per poter esprimere il suo massimo potenziale. Questo non implica che il Negromante sia un healer paragonabile al Templar, ma la capacità di curarsi e poter curare combinata agli altri rami lo rendono una classe estremamente versatile. La ultimate Reanimate può cambiare l’esito di interi scontri, poiché rianima il party.