The Falconeer è un titolo che parte da premesse quantomai interessanti: siamo al comando di un falco gigante, sorvolando un mondo composto da isolette separate da lunghe distese d’acqua. Qui, i comattimenti prendono luogo sia sul mare che in aria, con aeronavi e bestie volanti, cavalcate per essere utilizzate come armi da guerra. Descritto così, sembra decisamente epico. Ma, pad alla mano, vale la pena salire sul nostro rapace da guerra?
Guerre sul mare
La trama di The Falconeer ci vede impersonare, appunto, un falconiere. Il termine, però, non si limita a indicare una persona che addestra falchi, ma un vero e proprio cavaliere che cavalca dei rapaci da guerra, contribuendo ai vari conflitti arei. Il nostro protagonista sarà una semplice pedina in un conflitto più grande, che vede vicende fantapolitiche coinvolgere i vari insediamenti che compongono il mondo di gioco.
Non vediamo una caratterizzazione del personaggio o dialoghi particolarmente memorabili. Semplicemente, ci limitiamo ad assistere ai vari conflitti, contribuendo di volta in volta a completare le varie missioni. Nel corso della storia interpreteremo i falconieri appartenenti alle varie casate in guerra, osservando (e contribuendo) le varie azioni di guerra.
La trama, purtroppo, non è il punto forte di The Falconeer. Di fatto, è narrata in modo confusionario attraverso dialoghi senza mordente e fin troppo brevi per poter rappresentare al meglio il mondo di gioco. Ci sono addirittura momenti in cui non si capisce cosa sia appena accaduto.
L’universo narrativo, però, viene delineato poco alla volta grazie alle varie descrizioni di lore sparse in vari luoghi (e in vari dialoghi), riuscendo a incuriosire grazie alla particolare atmosfera. Purtroppo, però, questa curiosità non viene mai appagata del tutto, vista la penuria di informazioni o di dialoghi più consistenti.
Combattimenti tra rapaci
Il gameplay è sicuramente il punto di forza di The Falconeer, ed è ciò che rende il titolo interessante. Alla base, il gioco è un classico air combat in terza persona, dove siamo al comando di un “veicolo” che ingaggia varie battaglie aeree. Al posto di un aereo, però, siamo al comando di un maestoso falco gigante. Questo, chiaramente, permette una mobilità diversa rispetto a una semplice macchina.
Il nostro rapace, infatti, può virare con dei rapidi avvitamenti laterali, utili per schivare i colpi; può frenare bruscamente o tuffarsi in basso e, in generale, possiede una barra della stamina che ne limita le acrobazie. Oltre alla normale velocità di volo, infatti, possiamo accelerare con la pressione di un tasto. Questo consumerà la barra della stamina, che può essere ricaricata virando verso il basso.
Tutte le volte in cui puntiamo verso l’oceano sottostante, infatti, prenderemo velocità e ricaricheremo velocemente la stamina. Questo ci consentirà di tornare nuovamente a mezz’aria e, inoltre, renderà i combattimenti aerei spettacolari, costringendoci a tuffarci verso il basso per caricare la stamina, continuando però a fare attenzione ai colpi nemici. Purtroppo, però, questa barra si scarica davvero troppo in fretta, rendendo questa necessità molto frequente.
Inoltre, sarebbe stato utile avere la stamina illimiata durante le traversate in mare, fuori dai combattimenti, che risultano lunghe e tediose.
Nei combattimenti è necessario sfruttare la grande agilità del falco. I colpi nemici, infatti, infliggono parecchi danni e di conseguenza è importante muoversi in modo imprevedibile e riposizionarsi continuamente lontano dalla loro linea di tiro. Per questo motivo, ci viene in aiuto una sorta di sistema di lock on, che evidenzia il bordo di un nemico di fronte a noi. Questo renderebbe più facile colpirlo, se non fosse per il sistema di shooting troppo impreciso.
Infatti, i controlli tendono a essere parecchio “scivolosi” e la tacca di mira difficilmente si fermerà esattamente dove vogliamo noi. Questo, forse, dipende dal fatto che lo stick destro del controller è assegnato a un semplice movimento di telecamera e non alla mira vera e propria. In ogni caso, gli scontri sono divertenti, e ci vedono impegnati a volare tra i diversi bersagli, cercando di colpire senza essere colpiti.
Inoltre, lo scenario offre spesso delle opportunità: in alcuni punti possiamo entrare all’interno di tempeste per ricaricare le munizioni, altre volte troviamo correnti d’aria o vortici che influenzano la nostra traiettoria o, più banalmente, potrebbero esserci mine da poter raccogliere per bombardare i veicoli sul mare.
Anche stavolta un piccolo difetto sui controlli. Come il sistema di mira, questi tendono a essere imprecisi e, in alcuni casi, macchinosi. Per esempio, non è possibile girarsi di 180° ed è quindi necessario virare manualmente con il controller, con una larca traiettoria a U. Considerando che siamo alla guida di un falco, sarebbe plausibile (e utile, vista la velocità delle battaglie) avere un comando simile.
A furia di giocare, questi difetti passano in secondo piano e ci si abitua ai controlli, ma ciò non toglie che l’esperienza può essere perfezionata.
In volo sul nulla
Le battaglie di The Falconeer sono inserite all’interno di un piccolo mondo aperto. Qui troviamo vari insediamenti, separati da vaste distese d’acqua. Ogni insediamento permette di acquistare oggetti, armi o potenzialmenti vari. Allo stesso modo, è possibile accetare missioni secondarie o intraprendere piccole sfide.
Se sulla carta tutto questo sembra interessante, nella realtà dei fatti la realizzazione del mondo lascia a desiderare. Di fatto, lo scenario è vuoto e tra un insediamento e l’altro non ci sono punti di interesse o segreti degni di nota. La scelta di ambientare tutto sul mare, infatti, ha come controindicazione un mondo di gioco diluito e frammentato nelle varie isolette.
Inoltre, le missioni secondarie che è possibile accettare sono delle banalissime fetch quest, che vale la pena compiere soltanto per ricevere una ricompensa: uccisioni mirate, scorte, consegne e poco altro. Dei classici intramontabili che però alla lunga possono stancare.
Le missioni principali tendono a seguire questi stessi schemi ma, per fortuna, la varietà di situazioni e di nemici le rende più appetibili e divertenti. Se ti piace il genere e se apprezzi i combattimenti aerei, allora The Falconeer ti divertirà dall’inizio alla fine della storia principale. Le missioni secondarie, invece, resteranno sempre dei piccoli riempitivi da compiere per rimpolpare il proprio portafoglio.
Arte in movimento
Il comparto tecnico di The Falconeer è ottimo. La grafica è volutamente poco dettagliata e i modelli sono quasi low poly. Tuttavia, a questo si aggiungono degli effetti di luce davvero ben fatti che, insieme a piccoli dettagli come le nuvole, rendono l’impatto visivo piacevole. Nel complesso, il gioco riesce sa regalare degli scorci mozzafiato, che starebbero benissimo come veri e propri quadri.
Il comparto artistico spicca per originalità, grazie al design particolare del mondo e delle varie città. Il mondo di gioco trasuda misticismo, grazie a piccoli dettagli sparsi qua e là.
Infine, il comparto sonoro di The Falconeer è ottimo, grazie a musiche perfette per ogni occasione e che aiutano a delineare l’atmosfera mistica del titolo. Gli effetti sonori, allo stesso modo, sono eccellenti.