Guilty Gear The Missing Link si rivela un discreto successo, ma delude il suo creatore e Arc System Works sotto molti punti di vista. Per questo lo studio si prende due anni per lavorare ad un seguito, ascoltando anche il giudizio e le critiche dei giocatori. Il risultato di questo lavoro sarà Guilty Gear X (sottotitolato “By Your Side” in Giappone) che uscirà nel 2000 nelle sale giochi e su Dreamcast per poi essere trasportato alla PlayStation 2 l’anno dopo.
Arrivando su una nuova generazione di console, Guilty Gear X si permette di osare mischiando alla tipica grafica 2D degli effetti ed una post-lavorazione in Hi-Res 3D che rendono tutto più fluido e spettacolare. Questo gli permette di avere un look unico, soprattutto se confrontato con altri picchiaduro dell’epoca, ed un gameplay persino più rapido e sopra le righe del predecessore. Pur arrivando in un periodo di crisi del genere, Guilty Gear X riesce a conquistare i cuori dei fan di settore grazie ad un gameplay esplosivo che però non tradisce i tecnicismi tipici dei suoi simili (anzi, li rafforza).
Guilty Gear X ha venduto più di 100.000 copie solo in Giappone ed ha ottenuto un discreto successo anche in occidente dove, grazie al successo di Guilty Gear, è stato diffuso molto più ampiamente. Il predecessore era infatti molto difficile da trovare in commercio. Purtroppo, attualmente non è disponibile per nessuna console di nuova generazione e se qualcuno vuole giocarlo, deve rispolverare la propria PlayStation 2.
Evoluzione a Tempo di Metal
Guilty Gear X riprende il gameplay di Guilty Gear e lo sviluppa, sia guardando al resto dei picchiaduro presenti in commercio, sia ascoltando le critiche che erano state mosse da chi aveva giocato al titolo. In quel periodo i picchiaduro stavano vivendo un periodo buio dove riuscivano a trovare successo solo in mercati di nicchia, tra ultra-appassionati. A dominare il settore c’erano ovviamente Tekken e Street Fighter mentre King of Fighters si stava avvicinando ad essere la prima vittima nobile di quegli anni (seguita a ruota da Mortal Kombat). Il primo sopravviveva grazie al suo “realismo” mentre il secondo contava su un gameplay tecnico e pensato per i giocatori professionisti.
Arc System Works decide di abbracciare questo secondo approccio rifiutando però completamente lo stile realistico, a cui miravano molti picchiaduro dell’epoca, guardando invece ad una presentazione grafica coloratissima e sopra le righe che prendeva ad ispirazione più gli anime che i veri combattimenti. Il risultato è un prodotto unico, capace di riempire l’occhio del giocatore con una tempesta di effetti e colori che possono essere percepiti solo marginalmente, complice anche l’elevata velocità del gioco. Guilty Gear X, da questo punto di vista, è un Guilty Gear sotto steroidi.
A livello di gameplay per la prima volta la barra dell’energia viene chiamata “Tension Gauge” e quelli che erano chiamato “Chaos Attacks” sono adesso definiti come “Overdrive Attacks”. Il titolo si lega così ancora più fortemente al concetto di “videogioco heavy metal”. Sparisce la possibilità di caricare le mosse per renderle più forti e vengono rese più “deboli”, difficili e pericolose da eseguire le Destroyer Moves, quelle che uccidono sul colpo (e che ora permettono di vincere un solo round e non l’intero incontro). Ora per entrare nella modalità rossa per eseguirle bisogna premere tutti e quattro i tasti di gioco e poi inserire una sequenza specifica per ogni personaggio. Per fare questo, non bisogna più colpire l’avversario con un breve attacco e non c’é più un tempo limite, ma dopo aver attivato la modalità rossa verrà prima diminuita la barra dell’energia e poi direttamente quella della vita. Viene rimossa anche la possibilità di eseguire Overdrive infinite fintanto che si è sotto il 50% di vita.
Di contro, viene potenziato e reso più centrale e facile nel gioco l’uso dei launcher e vengono aggiunti gli sweep, ovvero attacchi eseguiti premendo S e HS insieme quando si è abbassati per spazzare via i piedi dell’avversario e farlo cadere a terra. Questi due attacchi vengono definiti per la prima volta “Dust” (per via del fatto che lasciano una nuvoletta di polvere quando sono usati). Viene infine perfezionato l’uso della parata (inserendo un’apposita barra sotto quella della vita) e vengono inserite una marea di nuove tecniche, ovvero: Gatling Combo (un concatenamento di colpi ultrarapidi), Dead-Angle Attack (un contrattacco eseguito mentre si para l’attacco di un avversario, usando il 50% della Tension), Faultless Defense (una barriera che risparmia la barra della parata a scapito di quella della Tension) e Roman Cancel (un comando che permette di cancellare all’istante una combo al costo del 50% della Tension per eseguirne un’altra).
Ancora Poche Informazioni
Se dal punto di vista tecnico e grafico, Guilty Gear X è sicuramente un enorme passo in avanti, lo stesso non si può dire della parte legata alla storia. Ancora una volta al giocatore vengono fornite pochissime informazioni, principalmente tramite il manuale di istruzioni e la modalità Arcade. L’altra modalità di gioco presente (Survival) serviva esclusivamente a sbloccare personaggi segreti e costumi alternativi dei personaggi base (alcuni dei quali modificavano le mosse e le statistiche). Un’aggiunta piacevole, ma ben poco soddisfacente per chi era interessato ad approfondire il mondo del gioco e non era nipponico (vedremo dopo perché).
L’introduzione è semplice. Poco meno di un anno dopo il torneo al centro di Guilty Gear, iniziano a girare voci della scoperta di un nuovo Gear Comandante. Preoccupati per l’eventualità di un nuovo Justice e di una seconda Guerra Sacra, le Nazioni Unite mettono in palio una taglia di 500.000 Dollari Mondiali che saranno pagati a chiunque troverà e distruggerà il gear in questione. L’offerta ovviamente attrarrà tantissime personalità diverse.
Guilty Gear X riporta in campo l’intero cast del predecessore tranne Kliff e Justice (Baiken è invece presente fin dall’inizio), anche se uno dei vecchi personaggi ha adesso un nuovo nome. Il Dr. Baldhead diventa infatti Faust. A questi 11 personaggi, se ne aggiungono altri cinque, ovvero: Jam Kuradoberi, Johnny, Anji Mito, Venom e il nuovo boss, Dizzy. Sia quest’ultima che il rientrante Testament saranno giocabili completando la modalità Survival.
Ma come finisce effettivamente la storia di Guilty Gear X? Il primo a trovare Dizzy sarà Sol Badguy, ovviamente, ma questi, resosi conto di quanto la gear sia inoffensiva, la lascerà in vita. A questo punto sarà Ky a trovarla che la sconfiggerà, ma comprendendone l’innocenza (e venendo colpito dalla sua bellezza), la farà sparire consegnandola nelle mani di Johnny e May che la faranno diventare un membro dei pirati Jellyfish. A prendersi il merito della sua “distruzione” sarà invece la cacciatrice di taglie Jam Kuradoberi che userà la ricompensa per finanziare l’apertura del suo ristorante!
Un Brutto Segnale dei Tempi che Verranno
Come accennato poco sopra, Guilty Gear X sarà un incredibile successo, soprattutto perché otterrà buoni risultati in un periodo in cui i picchiaduro non riuscivano ad ottenere una buona attenzione senza portare la firma Capcom o Namco. Praticamente tutti, tuttavia, criticheranno la mancanza di una trama consistente nel gioco, o meglio… di un approfondimento efficiente e soddisfacente della stessa. Una macchia in un gioco che altrimenti sarebbe stato perfetto.
Per risolvere questo difetto, Arc System Works fece uscire nel 2001, per PlayStation 2, Guilty Gear X Plus. Questa è, a tutti gli effetti, una versione perfetta del gioco in questione visto che aggiunge una modalità storia insieme ad una galleria e a tre nuovi personaggi, i rientranti Kliff e Justice e una versione alternativa di Ky chiamata Robo-Ky. Vengono inoltre ribilanciati tutti i personaggi in un aggiornamento che arriverà anche Arcade in quello che verrà chiamato Guilty Gear X ver 1.5. Purtroppo, però, la versione Plus del gioco resterà esclusiva del Giappone e non raggiungerà mai i mercati occidentali (io però ci spero ancora).
Questo primo “aggiornamento” sarà una prima volta importante per Arc System Works, una casa di produzione che, come vedremo, diventerà famosa per l’eccessiva quantità di “aggiornamenti” che saranno proposti per i propri titoli. Alla fine, a quell’epoca, per acquistare un simile update dovevi di base comprare un nuovo gioco da zero, senza sconti di sorta! Non esisteva il concetto di DLC (che era comunque tecnicamente quasi impossibile). Per quanto Guilty Gear X Plus sia in realtà arrivato per soddisfare il proprio pubblico, non sono stati in pochi, con il senno di poi, a vedere in esso le basi di un comportamento che presto diventerà viziato.
Oltre alla versione plus, esistono anche altre tre varianti di Guilty Gear X, realizzate per venire incontro alle esigenze delle console portatili, ovvero la Advance Edition per Game Boy Advance e i due Guilty Gear Petit per WonderSwan Color. Quest’ultimi erano caratterizzati da uno stile superdeformed e non sono usciti dal mercato orientale mentre il primo titolo è arrivato in America e Europa nel 2002… rivelandosi il peggior adattamento possibile del titolo. A fronte di qualche piccola aggiunta, il gioco subiva un downgrade grafico enorme che inficiava anche sulla velocità del gameplay. Ormai dovresti aver capito quanto quest’ultima fosse una caratteristica vitale per la saga di Guilty Gear. Credo di dar voce a tutti i fan occidentali dicendo che, all’epoca, avremmo preferito enormemente comprare una seconda versione del gioco con più storia piuttosto che questo scempio.
La Mia Esperienza – Ma è lo Stesso Gioco?
Non fui io ad acquistare Guilty Gear X, ma un mio amico. No, non lo stesso che si rifiutava a giocare al primo titolo della serie dicendo che era difficile, ma uno nuovo (che, allo stesso modo, non so che fine abbia fatto adesso dopo essersi trasferito a Roma). Con quest’ultimo giocavamo praticamente di tutto… tranne il primo Guilty Gear. A dire il vero, mi ero un po’ dimenticato di quest’ultimo dopo averlo finito, ma quando il mio amico disse di aver acquistato questo picchiaduro e me lo fece provare, mi tornò tutto in testa, anche se inizialmente non ero sicuro che fosse effettivamente il seguito del gioco precedente, tanto era diverso!
Ovviamente me lo feci prestare (in cambio di non ricordo cosa) e nuovamente mi ritrovai a sudare mille camice per terminare un gioco che… si, era più facile e veloce da imparare del precedente, ma non era molto più “gentile”. Mi ricordo ancora la gioia di sconfiggere Dizzy la prima volta anche se non eguagliò minimamente quella per aver sconfitto Justice. Dopo completata la modalità arcade una volta, detti ben poca attenzione al gioco in singolo (d’altronde la storia era quasi incomprensibile purtroppo), ma insieme al mio amico quasi fondemmo il titolo a furia di scontrarci (oltretutto lui usava sempre Sol e io Ky). Ogni pomeriggio che passavamo in casa c’era almeno una serie di sfide a Guilty Gear X in programma, un’abitudine che proseguimmo fino all’arrivo del seguito, coinvolgendo nel frattempo anche una terza amicizia in comune.
Quando persi i contatti con questa persona, ovviamente, persi anche la possibilità di giocare a Guilty Gear X (d’altronde non era mio). Avevo comunque il seguito (ne parleremo in futuro) e tanto mi bastava. In ogni caso, qualche anno fa, quando visitando un blockbuster ormai sulla via del tramonto trovai un Guilty Gear X a 2 euro, non potei trattenermi dall’acquistarlo. Ora il gioco fa felicemente parte della mia collezione fisica e devo dire che ci sta proprio bene.
Per oggi ci fermiamo qui, direi di averti raccontato abbastanza di Guilty Gear X, ma come per il predecessore, per le prossime sette settimane approfondiremo il titolo in quella che può essere considerata, a tutti gli effetti, una specie di guida completa del gioco. L’appuntamento è quindi fissato tra sette giorni per vedere nel dettaglio i primi tre personaggi di Guilty Gear X!