I the Game Awards 2020 sono conclusi e anche questo disgraziato anno ha assegnato i riconoscimenti ai migliori giochi nelle rispettive categorie.
Ovviamente, però, l’evento non era atteso solo per incoronare il miglior titolo del 2020, su cui per la verità c’erano pochi dubbi alla vigilia, ma anche per gli annunci che come da tradizione avrebbero fatto parte dello show, e per i quali l’hype era come al solito molto alto. Gli annunci ci sono stati, alcuni anche di un certo impatto, ma è innegabile come sia mancato più di un qualcosa che era stato paventato alla vigilia.
Non solo, perché oltre a questi, forse anche qualcosa di altro è mancato nei Game Awards di quest’anno. Ma andiamo con ordine, partendo con quello che abbiamo apprezzato di più, per proseguire poi con quelli che si possono definire come i “grandi assenti” della rassegna andata in scena poche ore fa.
Game Awards: cosa ci è piaciuto
Gli annunci fatti sono stati certamente tanti, e alcuni sicuramente degni di nota: come non evidenziare, ad esempio The Callisto Protocol, la nuova ip dal creatore della saga di Dead Space, un franchise di straordinario livello finito purtroppo nel dimenticatoio ma che punta a far rivivere le stesse atmosfere in questo action dalle tinte prettamente horror anch’esso ambientato nel futuro, per la precisione sul pianeta Giove nel 2320.
Il trailer che abbiamo visto trasudava lo stesso fascino della saga di Visceral Games e ha tutte le carte in regola per diventare un grande gioco. L’unico aspetto negativo che dobbiamo riscontrare al momento è che non lo vedremo prima del 2022 inoltrato.
Altre buone notizie sono arrivate per gli appassionati della saga di Mass Effect, che dopo la conferma arrivata qualche settimana fa della remaster della trilogia originale, i Game Awards sono stati l’occasione per presentare un ulteriore misterioso trailer dedicato al brand Bioware che si conclude con il logo del gioco e un generico “continuerà”, che lascia certo spazio all’interpretazione ma fa ben sperare circa l’esistenza di un nuovo capitolo per le console next gen.
The Initiative ci ha portato poi ottime notizie con il trailer dedicato a Perfect Dark, gioco che fece le fortune soprattutto su Nintendo 64; purtroppo non abbiamo avuto dettagli del gameplay ma l’atmosfera e il taglio che sono emersi dal video lasciano ben sperare circa la bontà della produzione che, al momento, non ha ancora una data di uscita.
Cosa è mancato?
Veniamo ora alle noti dolenti, ovvero a tutti quegli elementi che in qualche modo ci aspettavamo ma di cui invece non abbiamo trovato traccia nel corso della rassegna. Gli elementi, a nostro avviso, sono stati soprattutto tre: Metal Gear Solid Remake, God of War: Ragnarok e…Half-Life: Alyx. Ma andiamo con ordine.
Da tempo si vocifera che il remake del primo episodio della celebre saga di Hideo Kojima, uscito originariamente per la prima PlayStation, fosse in lavorazione per mano di Bluepoint Games, gli stessi che hanno dato nuovo lustro a Demon’s Souls con il riuscitissimo remake in esclusiva per PlayStation 5.
Visto il lavoro fatto su quest’ultimo e le voci che come detto si rincorrono da tempo, l’attesa di vedere quantomeno l’annuncio relativo al fatto che il gioco fosse realmente in lavorazione era di sicuro tanta. Purtroppo nessun elemento è emerso a riguardo nel corso dei Game Awards, pertanto le nostre aspettative devono giocoforza rimanere ancora nel cassetto.
Situazione un po’ diversa invece per quanto riguarda God of War: Ragnarok: il gioco esclusiva PlayStation è stato annunciato all’evento Sony di settembre, quando furono rilasciati prezzo e data di uscita della console, e dato che il suo rilascio è previsto per il 2021 era lecito attendersi qualche notizia in più, magari anche un breve video gameplay. Niente di tutto questo; per vedere qualcosa in più circa la nuova avventura di Kratos dovremo aspettare ancora un po’.
Half-Life: Alyx avrebbe meritato di più?
Infine, un aspetto di cui in qualche modo, da appassionati di videogiochi, abbiamo sentito la mancanza, è stato il fatto di non aver dato maggiore risalto ad una produzione come Half-Life: Alyx. Certo, il titolo è stato premiato come miglior gioco VR, ma siamo sicuri che questo sia sufficiente per rendere omaggio ad una simile produzione?
Premettiamo una cosa fondamentale: The Last of Us Part II ha MERITATAMENTE vinto il titolo di gioco dell’anno, e come abbiamo scritto in un articolo ad hoc proprio ieri qui sulle pagine di iCrewPlay.com non vediamo altro vincitore al di fuori della straordinaria opera di Naughty Dog. In particolare, chi scrive lo ritiene uno dei migliori giochi mai creati negli ultimi anni.
Detto questo, la domanda è molto semplice: possiamo accettare, da appassionati del settore videoludico, che quello che Half-Life: Alyx ha regalato al mondo videoludico in questo 2020 (e non solo) non meritasse qualcosa di più di un misero premio di importanza secondaria?
Ok, come spesso accaduto per grandi film o straordinari attori che non sono stati premiati con l’Oscar, non è assolutamente il premio del GOTY a certificare l’importanza di un gioco, ma vedere il titolo di Valve relegato in un angolino nel corso dei Game Awards che, per antonomasia, passano in rassegna il meglio che l’anno ha potuto offrire lascia senza dubbio un po’ perplessi.
E’ chiaro che il suo essere poco accessibile per il grande pubblico rappresenta un limite per Half-Life: Alyx, ma davvero basta questo per non celebrarne l’importanza? Piaccia o no, Valve ha segnato un nuovo limite rispetto all’interazione utente-videogioco, e questo aspetto non può e non deve assolutamente passare in secondo piano.
Come detto, riteniamo che The Last of Us Part II sia stato nominato con pieno merito gioco dell’anno, ma in un mondo “ideale” avremmo voluto vedere collocato a pari merito questo straordinario concentrato di tecnologia e innovazione che, siamo sicuri, traccerà il solco tra passato e futuro per quanto concerne la tecnologia VR applicata ai videogiochi.