The King’s Dilemma: Chronicles è un titolo che sembra quasi prendere le tematiche di Reigns, ampliandole a suo modo e proponendo qualcosa di diverso. Questa prima impressione non è del tutto errata, visto che alcune meccaniche del titolo sembrano quasi derivare dal famoso videogioco mobile. Ci sono però delle differenze degne di nota, che rendo no l’esperienza molto diversa. Vediamo in che modo nella nostra recensione.
La storia del re
La storia di The King’s Dilemma: Chronicles, per certi versi, viene creata giocando. Troviamo però un incipit narrativo di base da cui tutti i fili delle scelte si muovono. Impersonerai il capo di un consiglio amministrativo, incaricato di prendere praticamente tutte le decisioni riguardanti il regno, per poi consigliare il re. Di fatto, però, la vera testa del governo sarai proprio tu e saranno proprio le tue scelte ad avere conseguenze.
Il governo di cui sarai a capo non è però semplice da gestire. Il regno è infatti circondato da altri regni più o meno amichevoli, o in alcuni casi addirittura ostili. La gestione di queste relazioni passa quindi nelle mani del giocatore che, scelta dopo scelta, è in grado di plasmare una trama a suo modo unica. Per esempio, la scelta di condividere una speciale lega metallica porterà a determinate conseguenze, modificando le relazioni con i paesi circostanti. Si aggiunge poi la profezia di una catastrofe imminente, che dovrebbe abbattersi sul regno molto presto.
Tutto questo viene affidato a lunghi box di testo dove si descrive a grandi linee ciò che sta accadendo, per poi presentare una scelta al giocatore e descrivere poi le conseguenze di queste azioni. Nonostante i testi in sé siano ben scritti, la fantapolitica in salsa fantasy a cui fanno spesso riferimento non è apprezzabile da tutti e di conseguenza deve essere presa in considerazione quando si pondera l’acquisto.
The King’s Dilemma: Chronicles – scelte e conseguenze
La struttura di gameplay di The King’s Dilemma: Chronicles non è troppo complessa e, anzi, poggia su un loop stretto e poco vario. Da una mappa si selezionano vari “problemi“, che di fatto costituiscono le scelte al centro del gameplay. Dopo avere selezionato uno, infatti, si assiste a una breve descrizione, a cui segue una scelta. Ad esempio, all’inizio dell’avventura un metallo rosso resistentissimo viene scoperto, segue quindi un dilemma: bisognerebbe darlo solo all’esercito, oppure anche ai mercanti?
La scelta in questione viene fatta da una schermata dove si osservano le decisioni degli altri membri del consiglio, controllati dall’IA. In quanto capo del consiglio, è possibile accettare la loro scelta, oppure ribaltarla. Quest’ultima opzione costa però Potere, una valuta che non dovrebbe mai raggiungere lo zero, pena il game over. Al contrario, è possibile corrompere gli altri membri spendendo denaro, in modo da adeguare la loro scelta alla nostra.
Ecco quindi le prime due valute da gestire: il Potere e il Denaro, entrambi necessari per manipolare il corso degli eventi nel modo che si reputa più utile, ovvero uno che mantenga un bilanciamento tra i poteri in gioco.
Ogni conseguenza riguarda infatti ben cinque “entità” in gioco, per così dire, che vanno dai mercanti all’esercito, passando per la conoscenza o per il cibo. Queste sono rappresentate da altrettante barre che partono dal centro, le quali si spostano in alto o in basso in base alle conseguenze delle nostre scelte. Scelte che, chiaramente, mostrano quali poteri in gioco verranno influenzati.
Il compito del giocatore è quello di mantenere questi poteri al centro delle rispettive barre, visto che portarli alle estremità significa…game over, ovviamente. Poteri troppo forti o troppo deboli portano infatti instabilità al regno e di conseguenza mantenere un equilibrio è fondamentale. Questo compito diviene progressivamente più impegnativo, per via di scelte più complesse o di meccaniche aggiuntive come quella del Momentum (che ad esempio vede una barra scendere del doppio se viene influenzata due volte verso la stessa direzione).
La struttura ludica di The King’s Dilemma: Chronicles diventa quindi quella di un gestionale, incardinato però in una sorta di libro game a scelte, le cui ramificazioni narrative costringono però a gestire la varie risorse in gioco. Il risultato è sicuramente valido, ma pecca tristemente degli stessi problemi che affliggono Reigns o altri titoli simili.
La necessità di gestire in modo così diretto le risorse porta presto a non prendere in considerazione la parte puramente narrativa o morale delle scelte, spostando invece l’attenzione solo sulle barre e sulle valute in gioco. Ci si ritrova quindi a saltare di punto in bianco i testi, scegliendo soprattutto in base ai cambiamenti rappresentati sulla destra, ignorando completamente tutto il resto.
Questo porta di conseguenza a una marcatissima ripetitività di fondo, data dalla ripetizione praticamente costante della stessa meccanica. La varietà data delle ramificazioni narrative delle scelte, infatti, si riduce quasi del tutto alla gestione delle risorse, la quale diventa ben presto noiosa, soprattutto nel caso di sessioni di gioco lunghe.
Non bisogna però pensare che The King’s Dilemma: Chronicles si fermi qui. A rendere tutto più interessante ci pensano altre dinamiche che in qualche modo vanno a influenzare la premesse delle scelte future. Contraddire spesso un membro del consiglio, per esempio, lo renderà nostro nemico e, al contrario, andare d’accordo lo porterà a diventare nostro alleato. Alcune scelte, poi, danno bonus o malus temporanei al regno.
Si aggiungono poi meccaniche secondarie, che per esempio, vedono la morte del regnante in carica, che poi viene sostituito da uno diverso, facendo proseguire quindi i dilemmi nel regno successivo. Il problema di tutto questo risiede nell’architettura ludica generale, che in fin dei conti si poggia sempre sulla ripetizione della stessa attività. Il fatto che il titolo sia l’adattamento digitale di un gioco da tavolo porta a una perdita di un necessario comparto multigiocatore, che traslato in single player perde un pizzico di mordente.
Tecnicamente limitato
Il comparto tecnico di The King’s Dilemma non è troppo interessante e, anzi, pecca di eccessiva semplicità. Il gioco è infatti presentato quasi completamente in schermate statiche, arricchite da poche animazioni e quasi sempre ricoperte da menù di sorta. Alcuni dilemmi sono accompagnati da artwork sicuramente belli da vedere, ma comunque statici e poco accattivanti in quello che di fatto è un videogioco dove si può offrire molto di più.
Infine, il comparto sonoro è buono, ma si limita a fare il suo dovere.