La mia esperienza di gioco in The Last Alchemist è indubbiamente iniziata pensando al fenomeno alchemico nato con la passione per Fullmetal Alchemist, anime e manga di culto per buona parte dei millenials (come il sottoscritto ndr.).
Ma il titolo sviluppato da Vile Monarch ed edito da Marvelous Europe Ltd. è tutto fuorché un gioco di azione incentrato su combattimento mozzafiato all’insegna delle trasfigurazioni alchemiche. E’ infatti con estrema tranquillità e rilassatezza che affronterai buona parte della tua avventura e ti invito a venire con me per scoprire cosa succede all’interno del mondo fantastico e tinto di colori pastello di The Last Alchemist.
Nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma!
Questa oltre ad essere la legge della conservazione della massa di Lavoisier è anche e soprattutto la base del principio alchemico che tutti noi conosciamo o sul quale almeno io ho votato la maggior parte della mia conoscenza in argomento.
The Last Alchemist non cambia le carte in tavola restituendo al giocatore una vera e propria esperienza di scambio continuo ma non facciamoci prendere dalla fretta e andiamo per gradi.
Il titolo inizia quando il protagonista, chiamato semplicemente Alchimista, si reca nel vecchio maniero del suo maestro con lo scopo di cercare una soluzione alla grave malattia che lo affligge. Fin da giovane infatti ha combattuto contro una misteriosa malattia incurabile che negli anni lo ha reso sempre più debole e limitato.
Arrivato al castello il nostro eroe scopre che il suo antico maestro, al quale deve tutta la sua conoscenza del mondo alchemico, è spirato e quindi decide di riavvicinarsi da solo al mondo dell’alchimia, dopo tanti anni anni dagli ultimi tentativi e con la memoria un po’ offuscata su come ci si dovrebbe muovere in una materia così delicata.
Da giovane l’alchimista era sicuramente un promettente studente ma, con il passare del tempo, le sue capacità si sono un po’ impolverate e infatti dopo poco eccoti che ti ritrovi di fronte a un bel casino. Ciò che volevi creare ha causato un enorme esplosione che ha bloccato l’accesso a buona parte delle stanze dell’edificio e ti ritrovi nel letto, abbozzato e gonfio. Ma come mai nel letto? Qualcuno ti ci deve avere portarto, no?
The Last Alchemist e le creature che lo popolano
E’ a questo punto che farai la conoscenza degli Agari, curiose creature fungine che faranno da controparte al nostro eroe durante tutta la sua avventura. E’ grazie a loro infatti che sei sopravvissuto all’esplosione e, sempre grazie a loro, riacquisirai le tue capacità da alchimista mentre cerchi di trovare una soluzione alla tua malattia oltre ad aiutarli a sistemare nuovamente il castello del tuo mentore che, nel frattempo, è diventata la loro dimora.
Il gameplay del titolo viene quindi snocciolato attraverso pochi e semplici tutorial su come fare per ottenere gli oggetti necessari per creare lo strumentario adatto al tuo scopo. In soldoni l’attrezzatura dell’alchimista si divide in ciò che serve per elaborare i materiali e in ciò che serve per ottenerli. Niente di più semplice. Qui poi si snoda tutto il lavoro dietro al recupero dei vari materiali.
Il mondo di gioco fuori dal castello prevedere una world map abbastanza contenuta divisa in aree ben distinte, ognuna delle quali contenente materiali diversi utili per le varie creazioni. Molto interessanti sono le meccaniche di ottenimento dei materiali. Il titolo infatti mostra i muscoli in questo senso, alternando situazioni nelle quali sarà necessario “coltivare” ciò di cui hai necessità a vere e proprie imprese da minatore, sempre all’insegna dell’alchimia, sia chiaro.
Sarai aiutato nel corso della tua avventura in The Last Alchemist non solo dal piccolo popolo degli Agari, che dopo un inizio un po’ diffidente riporranno in te la massima fiducia, ma anche da una misteriosa strega di nome Maria che ti insegnerà tutto quello che c’è da sapere sulla “coltivazione” dei materiali.
Tutto sarà incentrato quindi sull’unione dei vari materiali con lo scopo di ottenere “essenze”, che altri non sono che l’anima dei vari oggetti. Spetterà a te risolvere enigmi alchemici per creare le essenze giuste per poter superare gli ostacoli che ti si pareranno davanti e capire come ottenerle sarà parte integrante del lavoro di ricerca dell’alchimista.
Tutto qui?
Sì, The Last Alchemist è fondamentalmente tutto qui, niente nemici misteriori, niente combattimenti all’arma bianca, solo ed esclusivamente esplorazione e risoluzione di enigmi, in un titolo rilassante e fuori dal tempo che ti permetterà di passare volentieri svariate ore davanti allo schermo.
A frenarti infatti ci saranno solo enigmi ambientali e, la tua malattia. Infatti di giorno in giorno l’Alchimista avrà sempre bisogno di riposare, sia per poter utilizzare le sue arti alchemiche, che consumano energia, sia per poter salvare la partita, rendendo quindi l’ora della nanna una necessità inevitabile per il giocatore, niente salvataggio automatico insomma e vedi di andare a dormire a un’ora decente se vuoi reintegrare tutta la tua energia.
The Last Alchemist è carino e coccoloso, componente aiutata dalla presenza degli Agari, e si fa giocare volentieri senza troppi intoppi. La componente grafica è semplice e i colori pastello con cui è colorato il titolo lo rendono assolutamente piacevole da vivere.
A livello di audio il titolo non presenta grandi stravolgimenti né effetti sonori e non esiste un doppiaggio vero e proprio, infatti i personaggi si limitano a fare dei versi durante le conversazioni, un po’ come i giochi di una volta. A questo riguardo forse, come sempre più spesso nella maggior parte dei titoli, la completa assenza della lingua italiana potrebbe giocare a sfavore di The Last Alchemist dato che l’utenza media a cui vuole rivolgersi potrebbe non essere pronta ad affrontare un gioco in lingua inglese.