The Last Hero of Nostalgaia è uno di quei titoli in grado di attirare subito l’attenzione grazie alla sua estetica particolare e ai continui riferimenti alle opere passate e contemporanee, che oggi vanno tanto di moda in tutti i media. Questa tendenza alle citazioni diventa qui una vera e propria lettera d’amore al mondo videoludico, vissuta grazie a un’avventura a suo modo particolare.
Pur essendo un soulslike molto derivativo, infatti, The Last Hero of Nostalgaia riesce anche a ritagliarsi un’identità tutta propria, che riesce a dare al titolo abbastanza mordente da spingere il giocatore ad arrivare alla fine dell’avventura. Vediamo come nella nostra recensione!
The Last Hero of Nostalgaia: dove gli eroi sono scomparsi!
La storia di The Last Hero of Nostalgaia ci butta in un mondo fantasy post apocalittico, dove una terribile piaga affligge gli abitanti e il mondo di Nostalgaia: la pixelazione! Tutto nel mondo sta degenerando e luoghi e persone stanno lentamente diventando meno dettagliati e definiti, per poi trasformarsi in versioni bidimensionali di ciò che erano…pallide ombre della loro vecchia gloria.
Questo sta accadendo perché Nostalgaia ha bisogno di eroi disposti a intraprendere il proverbiale “viaggio dell’eroe”, ispirati dalle gesta di coloro che li hanno preceduti e diventando così fonte di ispirazione per coloro che seguiranno. L’egoismo di questi “non-eroi”, invece, sta portando alla lenta morte del mondo di gioco, un vero e proprio percorso a ostacoli, appositamente costruito per metterli alla prova.
Questo tema, apparentemente una semplice storia comica, si dimostra invece uno spunto di riflessione sul senso che diamo alle nostre storie, cosa ribadita diverse volte nel corso dell’avventura. Non solo: questo pretesto diventa anche un’occasione per rendere il mondo di gioco un insieme di citazioni provenienti da altri titoli, che vanno a unirsi in un insieme unico e pieno di umorismo ed easter egg.
Tutto questo risulta infatti coerente grazie alla geniale trovata degli sviluppatori: rendere tutti gli scenari una vera e propria messa in scena di un videogioco, come se questi fossero un enorme set cinematografico, con tanto di ambienti “dietro le quinte” accessibili (in teoria) solo ai PNG, ma che di fatto diventano parte integrante degli ambienti di gioco.
Il risultato è una riuscita “messa in scena della messa in scena”, dove il viaggio dell’eroe diventa solo un pretesto per narrare una storia ricca di citazioni, umorismo e parodia. Un piccolo difetto, da questo punto di vista, è la presenza del narratore, che dopo un prologo dove ci accompagna quasi costantemente tende invece a diventare praticamente assente, intervenendo solo in occasioni particolari. Un vero peccato, visto che le sue battute contribuiscono fin da subito a creare l’atmosfera del titolo.
Un soulslike classico classico
Il comparto ludico di The Last Hero of Nostalgaia è invece quello di un soulslike davvero classico, dove il loop di gameplay ruota attorno all’esplorazione di dungeon discretamente complessi, gestendo le cure limitate del nostro avatar e proseguendo alla ricerca dei proverbiali falò. Chiaramente la gestione rischio-ricompensa diventa quindi un punto centrale del gameplay che, come in ogni soulslike che si rispetti, costringe il giocatore a ragionare continuamente sulla necessità di proseguire o di tornare indietro.
Come sempre, i combattimenti restano un punto centrale di queste esplorazioni, grazie ad armi appartenenti a varie categorie con moveset specifici. Una scelta anche in questo caso classica, ma tristemente afflitta da una mancanza di varietà delle armi a disposizione.
Anche le armature seguono la classica tradizione del genere, con vari livelli di peso che vanno a bilanciare i valori di difesa più alti. Troviamo quindi una schivata più o meno lenta, affiancata a una ricarica della stamina che varia in base al peso trasportato.
Chiaramente, gli scontri si basano proprio su quest’ultima barra, che si svuota con ogni parata, schivata o attacco. Sta quindi al giocatore gestire al meglio offesa e difesa, tenendo sempre conto che restare scoperti significa subire un numero ingente di danni. Fin qui, The Last Hero of Nostalgaia si dimostra quindi un soulslike molto classico, forse fin troppo. Il loop di gameplay risulta infatti estremamente derivativo, diventando alla fine quasi un omaggio forzato ai titoli From Software, come si può notare da anche da alcune animazioni che sono praticamente identiche.
Proprio l’estetica del gioco, peraltro, spingerebbe a pensare che questa formula classica venga modificata in qualche modo a un certo punto ma, purtroppo, questo non accade mai. Non parliamo però di un gioco che si poggia sugli allori di una formula che funziona bene, visto che The Last Hero of Nostalgaia ha comunque qualche trovata originale.
La parodia del viaggio dell’eroe videoludico si proietta infatti anche nel gameplay, grazie a una trovata originalissima. I pezzi di equipaggiamento reperiti, infatti, si dimostrano poco efficaci nella loro forma iniziale (e bidimensionale) in cui vengono trovati. Ognuno di essi ha però una forma avanzata, ottenibile “ricordando” il passato dell’oggetto. Per farlo basta trovare il luogo a cui l’oggetto è legato (tramite indizi nella descrizione), dirigersi lì e selezionare l’opzione nel menù.
Dopo averlo fatto, l’oggetto in questione diverrà più potente, tridimensionale (si, sul serio!) e con una descrizione di lore completa ad accompagnarlo. Questa meccanica è un vero e proprio richiamo alla classica frammentazione della lore vista nei souls, che qui diventa invece una parte intelligente della progressione di gioco.
Anche il comparto puramente ruolistico richiama quello dei souls, con varie statistiche da aumentare salendo di livello, che poi vanno a influenzare anche il maneggio di armi e armature di ogni tipo. Si aggiungono poi le magie, a loro volta utilizzabili aumentando l’apposita statistica e
In poche parole, The Last Hero of Nostalgaia è un soulslike classico, che nel gameplay richiama in tutto e per tutto la tipica struttura del genere. La durata ridotta, unita a un’estetica tutta sua, rendono però il risultato decisamente godibile anche per coloro che molto navigati. Non aspettarti però grandi rivoluzioni. Anzi.
Tecnicamente ben fatto
Il comparto tecnico di The Last Hero of Nostalgaia non è per niente male. Il gioco alterna continuamente ambienti bidimensionali e volutamente pixelati con altri tridimensionali e più definiti. In questo ultimo caso si notano maggiormente le animazioni non troppo elaborate, ma in generale il colpo d’occhio resta piacevole.
Questo è reso possibile anche dal comparto artistico eccellente, che vede la pixellazione del mondo di gioco diventare una vera e propria “piaga” che affligge gli ambienti. Troviamo quindi scenari e oggetti bidimensionali, che poi diventano tridimensionali quando tocchiamo un falò, mostri che alternano modelli definiti ad altri pixelosi e così via.
Infine, il comparto sonoro è migliorabile, vista la poca quantità di effetti sonori, la quasi assenza di colonna sonora e il narratore – punto fondamentale dell’atmosfera nelle prime ore – che diventa. fin troppo assente proseguendo nell’avventura.