The Last of Us Part II Remastered fin dal suo primo annuncio ha diviso non poco l’opinione dei gamer, tra chi lo ha amato e chi ha ritenuto questa nuova uscita quantomeno bizzarra. Vi erano molti dubbi su una remastered che per alcuni utenti è arrivata troppo presto, ma anche tanta curiosità per le aggiunte che sono state promesse del team di sviluppo. Dopo aver toccare con mano questa nuova versione del gioco, possiamo quindi tirare le somme in questa recensione e vedere se vale la pena tornare nei panni di Ellie.
In questa recensione ci concentreremo sulle novità del titolo, ricordandoti che se volessi approfondire le meccaniche base e la nostra opinione sulla trama, è disponibile la recensione completa di The Last of Us Part II.
Un viaggio indimenticabile
Con The Last of Us Part II Remastered siamo di fronte a una Remastered di un titolo uscito nel 2020, di conseguenza non vale troppo la pena parlare di trama, in quanto non è il focus di questo progetto . Ci teniamo in ogni caso, a popolare questo paragrafo con poche parole che però esprimono appieno quanto abbiamo avuto il piacere di rigiocare questi giorni (senza alcuno spoiler, quindi non temere).
The Last of Us Part II è un viaggio, proprio come lo è stato il primo capitolo. Un viaggio che va assaporato in ogni suo più piccolo frangente. Vivremo la storia di Ellie, che riprenderà proprio dove anni fa l’abbiamo abbandonata alla fine del primo capitolo. Ogni singolo atto della trama lascia qualcosa di indescrivibile, capace di toccare e scuotere il giocatore. Fino ad arrivare a un finale che ha diviso la rete.
Senza dubbio se ancora non avessi avuto il piacere si provare questo sequel, devi prendere al volo l’occasione offerta da The Last of Us Part II Remastered, in quanto spreme PlayStation 5 garantendo un’avventura ancora più immersiva. Mentre se sei un veterano, amerai rigiocare una storia ancora più viva grazie alla potenza di PlayStation 5. I 7 anni che hanno separato The Last of Us da The Last of Us Part II, hanno regalato ai fan un secondo capitolo alla pari del primo, quindi ti assicuro fin da ora che il viaggio vale il prezzo del biglietto.
The Last of Us Part II Remastered, formula vincente non si cambia
The Last of Us Part II Remastered rimane fedele a quanto abbiamo visto nel 2020, garantendo un gameplay che migliora quanto avevamo avuto modo di apprezzare anni fa ai tempi del primo capitolo. Questa volta però, ci troviamo su PlayStation 5, una console che oltre a essere infinitamente più potente della precedente vanta anche un controller nuovo di zecca, che come ben sai presenta tra le novità il famoso haptic feedback contornato dai grilletti adattivi.
Gli sviluppatori hanno voluto appunto giocare su questo nuovo aspetto, sfruttando a pieno il nuovo controller. Ogni arma avrà un feedback diverso. Mirando per esempio con una semplice pistola, si avvertirà meno resistenza rispetto allo scoccare una freccia o all’utilizzo di un fucile a pompa. All’interno delle impostazioni di The Last of Us Part II Remastered il tutto è regolabile ovviamente, ma sinceramente abbiamo adorato questo aspetto, in quanto garantisce un fondo di realismo in più, anche considerando che il lavoro svolto è a dir poco certosino.
Questa nuova edizione però, non vuole andare a stravolgere il gameplay della campagna, limitandosi ad aggiungere nuovi contenuti di cui parleremo tra poco. Prima però ti parliamo di una chicca. Una volta terminata per la prima volta la storia principale, potrai abilitare il commentary degli sviluppatori relativo a ogni singolo filmato della storia principale. Si tratta senza dubbio di un modo nuovo e interessante per godersi la campagna e allo stesso tempo soddisfare le tue curiosità ascoltando tutte le vicissitudini degli sviluppatori che hanno portato particolari scelte di gameplay.
Nel caso poi tu avessi già salvataggi relativi alla vecchia versione PlayStation 4 del gioco, è presente la possibilità di importarli su questo nuovo The Last of Us Part II Remastered, anche se nel nostro caso non abbiamo trovato la suddetta opzione, probabilmente perché al momento della prova non erano ancora state attivate.
Grilletti adattivi a parte, il gameplay di The Last of Us Part II Remastered è ovviamente lo stesso offerto dal gioco base: capitolo dopo capitolo, spazieremo da aree di gioco aperte ed esplorabili a edifici bui e chiusi, contornati di frammenti esplorativi, stealth e di combattimento aperto. La formula funziona anche a distanza di anni, grazie ad animazioni molto curate e a un sistema di mira e combattimento crudo e duro che dà davvero l’impressione di essere sempre con l’acqua alla gola e a un passo dalla morte.
Inoltre, se vuoi dare sfogo alla tua vena masochista, è anche possibile rigiocare la campagna a difficoltà massima che in caso di morte, resetterà a tua scelta i progressi del capitolo corrente, oppure l’intero salvataggio, obbligandoti a rigiocare il tutto da zero. Senza dubbio una modalità solamente per impavidi che non lascia spazio a errori.
No Return, la nuova modalità roguelite
No Return è senza dubbio il protagonista di The Last of Us Part II Remastered. Si tratta di una modalità inedita e del tutto nuova che ci ha particolarmente sorpreso e catturato, perciò andiamo con ordine: si tratta innanzittuto di una modalità di tipo roguelite, quindi i livelli verranno generati randomicamente e la morte in game significa il dover ricominciare tutto quanto da capo.
Come prima cosa verrai chiamato alla scelta di un personaggio: oltre Ellie e Abby, potrai scegliere anche personaggi inediti come per esempio Dina, Jesse e via dicendo. Ognuno di questi personaggi avrà un proprio moveset, delle armi e degli oggetti iniziali personali. Scelto il personaggio potrai anche scegliere una skin, oltre a quella predefinita. Tanto per fare un esempio, volendo potrai anche giocare con Ellie vestita da astronauta.
Fatto ciò, avrà inizio la tua avventura in No Return. Dovrai affrontare 10 livelli senza morire, e al decimo vi sarà un boss finale. Similmente a giochi come Left 4 Dead, inizierai in una safe zone, dove potrai armarti, potenziare le tue armi tramite tavolo da lavoro e scegliere la prossima sfida.
Le armi vengono acquistate tramite i crediti che otterrai completando le sfide dei giorni precedenti. Ogni giorno potrai acquistare armi, oggetti o kit di sopravvivenza tra una una scelta randomica che cambierà sfida dopo sfida. Una volta pronto, dovrai selezionare una delle sfide presenti.
Gli obiettivi e i nemici variano in maniera casuale. Potrai per esempio dover affrontare infetti, oppure fazioni nemiche umane. Alcune sfide ti vedranno nell’intento di sopravvivere per un determinato numero di minuti, altre ti vedranno dover fare piazza pulita dei nemici ondata dopo ondata, altre ancora ti vedranno dover assistere un tuo compagno di squadra e proteggerlo, e via dicendo. Non potrai scegliere se giocare da solo o accompagnato da uno dei personaggi dell’avventura. Semplicemente alcune sfide saranno in solitaria, altre no.
Iniziata la sfida verrai subito catapultato all’interno dell’area di gioco limitata, che riprende fedelmente le location della campagna. Troverai oggetti sparsi per l’area e avrai una manciata di secondi dopo ogni ondata di nemici per prepararti. Inoltre, se riuscirai a sconfiggere un’ondata, un baule contenente oggetti preziosi comparirà, consentendoti di armarti al meglio.
Prima di dare un giudizio in merito a questa modalità di The Last of Us Part II Remastered, ci teniamo a precisare un ulteriore aspetto che la rende ancora più accattivante. Non avrai fin da subito tutti i personaggi e le loro varianti sbloccate, ma per collezionarli dovrai completare determinate sfide nel corso delle tue run.
A proposito di sfide, alcune di queste avranno bonus e malus, come per esempio la possibilità di recuperare parte della vita attraverso uccisioni corpo a corpo, oppure nemici con salute maggiorata e via dicendo. Questo aspetto randomico, garantisce senza dubbio un pizzico di adrenalina in più. Infine per ottenere maggiori ricompense, ti verranno assegnati obbiettivi opzionali extra, come per esempio uccidere un nemico corpo a corpo, colpirlo alla testa e via dicendo.
Ovviamente nel caso tu venissi messo k.o., la partita terminerà e dovrai ricominciare il tutto da capo mantenendo comunque salvi i personaggi e le skin sbloccate. Piccola chicca, gli sviluppatori hanno implementato mod e partite custom, consentendoti di personalizzare ogni singolo aspetto di questa modalità. Se deciderai quindi di giocare in modalità custom, potrai decidere quante sfide dover fare, quali fare, se restringere il tipo di sfide, con quali compagni e via dicendo.
Inoltre è presente una bizzarra lista di mod da provare. Per esempio potrai rendere i nemici invisibili, disabilitare armi e via dicendo. Il concetto di rigiocabilità non manca di certo!
No Return è senza dubbio una modalità che merita il tuo tempo. Non mi capacito però di come all’interno degli studi di The Last of Us Part II Remastered, non si sia pensato di renderla co-op, con qualche modifica qua e là: avrebbe garantito ore di divertimento a gruppi di amici. Giocare da solo a lungo andare stanca, anche potendo contare su sfide casuali e sempre diverse tra loro. Questa scelta sembra da subito poco condivisibile e ti assicuro che provando No Return, resterai anche tu con l’amaro in bocca pensando: “Cavolo, quanto mi sarebbe piaciuto giocare con un amico ora!”
Inoltre, un’altra piccola finezza che mi ha lasciato perplesso pur non avendo alcun tipo di peso sul gameplay, è l’impossibilità di cambiare skin al personaggio una volta iniziata la run. Sarebbe stato carino se nella safe area fosse stata aggiunta la possibilità di modificare la skin. Ammetto che si tratta di uno sfizio e poco più, ma volevo segnalarlo.
Tre nuovi livelli giocabili
Se ami avventurarti nell’ignoto mondo che vede tutta la fase sviluppo di un gioco, allora sicuramente amerai i 3 nuovi livelli giocabili di The Last of Us Part II Remastered. Non voglio di certo fare spoiler, quindi cercherò di parlarne rimanendo quanto più vago possibile. Per quanto concerne la linea temporale, il primo di essi è ambientato all’inizio dell’avventura, il secondo e il terzo invece poco prima degli avvenimenti finali.
Smorziamo fin da subito l’entusiasmo: se ti aspetti di avere tra le mani rivelazioni epocali o finali alternativi cestinati, purtroppo non è così. Questo non toglie però, l’essere davanti a 3 contenuti interessanti. Selezionato uno di questi 3 livelli, un breve video ti illustrerà il contesto, i motivi che hanno portato all’eliminazione e via dicendo.
All’interno del livello invece, potrai interagire con file audio che vedranno figure del team di sviluppo di The Last of Us Part II Remastered guidarti su morte e miracoli dello stesso. Si tratta di un viaggio all’interno del buco nero che è il processo di sviluppo di un gioco. Seppur tutti e 3 i livelli siano giocabili, non mancano animazioni incomplete, audio mai doppiato, modelli abbozzati e via dicendo. Devo dire però che visionando due su tre di questi scenari, mi sono ritrovato a pensare che alcune cose non avrebbero sfigurato nel gioco completo.
Risulta difficile parlare rimanendo nel vago, ma forniscono senza dubbio dettagli in più sulla nostra protagonista, oppure sul background che la circonda prima e dopo l’avventura di The Last of Us Part II. Una bella aggiunga, ma anche qui con alcune riserve: tanto per cominciare, la durata è di circa 10 minuti a livello (volendo esagerare). Sono scorci davvero brevi, di anni e anni di sudore e fatica del team di sviluppo.
Probabilmente qui sono le aspettative che parlano scontrandosi con la dura realtà, ma mi sarei aspettato qualcosa in più. Pensavo che il publisher avesse qualche asso segreto nella manica da lanciare con questo The Last of Us Part II Remastered, purtroppo però non è stato così. Questi 3 livelli sono di conseguenza sembrati un’aggiunta per addolcire e fare numero, piuttosto che per portare il giocatore a ragionare su quella che poteva essere una versione alternativa del gioco.
Se speravi in una sorta di Director’s Cut, non è questo il caso, anche se ti assicuriamo che giocando il primo dei 3, resterai con l’amaro in bocca pensando alle geniali idee che il team di sviluppo ha avuto nello stravolgere le meccaniche di gioco. A ogni modo sicuramente qualcuno rimarrà deluso, perché è fisiologico e inevitabile date tutte le aspettative che si sono generate su questi livelli.
Note, musica e fantasia
Questo The Last of Us Part II Remastered porta con sé un grande regalo per tutti gli amanti della meccanica relativa alla chitarra che abbiamo visto nel 2020 all’uscita del gioco. Sto parlando di una free mode, dove non solo potrai suonare liberamente lo strumento, ma potrai anche sceglierne tra diversi tra cui: chitarra classica, acustica, elettrica e via dicendo. Inoltre, potrai scegliere il personaggio che suonerà lo strumento e il background.
Come se non bastasse il background è completamente personalizzabile permettendoti di cambiare sfondo, sfocatura e colori. Si tratta di una modalità che magari può anche essere considerata di nicchia da qualcuno, ma che comunque regala più di qualche soddisfazione a chiunque abbia un minimo di background con lo strumento in questione nella vita reale.
Certo, suonare la chitarra con un controller non è proprio il massimo, ma riesce a divertire se si pensa anche all’impegno messo dagli sviluppatori per perfezionare accordi e scale diverse. Piccolo spunto critico anche in questo caso: sarebbe stato interessante poter ricreare le canzoni viste nella campagna in maniera guidata, come per esempio Take on Me, magari accompagnando agli accordi.
Gli extra non finiscono qui
Vi sono alcune altre chicche all’interno di The Last of Us Part II Remastered. Abbiamo come prima cosa la possibilità di ascoltare il podcast (presente anche su Spotify) che vede gli sviluppatori parlare dello sviluppo del gioco, fino ad arrivare ai commenti sul finale.
Abbiamo poi la possibilità (una volta terminata la campagna per la prima volta) di contornare l’avventura con mod di vario tipo (un po’ come spiegato per la modalità roguelike) e anche di cambiare le skin dei propri personaggi. Inoltre è presente la possibilità di cambiare i filtri all’interno del gioco, proprio come avveniva ai tempi di PlayStation 3. Insomma, si tratta di piccoli extra per rendere le run leggermente diverse dal sito che ho apprezzato.
Un grande salto tecnico
Basandoti sul materiale attualmente a disposizione e senza avere avuto tra le mani il gioco, non devi commettere l’errore di sindacare sulle migliorie grafiche all’interno di questa edizione. La versione originale di The Last of Us Part II, spremeva già al massimo l’hardware di una console arrivata al fine del suo ciclo di vita. Ottenendo gli stessi risultati che il primo The Last of Us aveva garantito su PlayStation 3.
Ma il punto non è questo. Il punto è che questo nuovo The Last of Us Part II Remastered non si distingue in un volto, in una luce o in una texture. Certo i miglioramenti sono presenti anche in quei casi, ma ciò che davvero la contraddistingue sono i dettagli. La neve che cade dal pino quando lo sfiori con un realismo ancora più intenso, gli interni degli edifici che sfruttano giochi di luci e ombre del tutto nuovi, e tanto tanto altro.
Abbiamo provato The Last of Us Part II Remastered in 4K, al massimo della potenzialità che può offrire e non posso che parlarne bene. The Last of Us è anche l’attenzione nei dettagli. Dagli scoiattoli che si arrampicano in lontananza sugli alberi, agli uccelli che migrano insieme, fino ai piccoli topi all’interno degli edifici abbandonati. In questa nuova edizione tutto è più vivo, sembra quasi voler toccare con mano il giocatore.
Farsi catapultare nel mondo pensato dal team di sviluppo, su PlayStation 5 assume tutt’altro significato, a partire dal prologo dove è possibile leggere praticamente il titolo di ogni libro presente sulla libreria di Ellie e scorgere qualche easter egg qua e là. Proseguendo con la storia poi, avrai modo di apprezzare ancora più a fondo la cura nei dettagli che gli sviluppatori hanno messo in ogni location, tra quadri, poster e via dicendo.
Andando più nel profondo, come Sony ci ha ormai abituato, potrai scegliere se giocare in titolo in modalità performance o grafica. Qui purtroppo devo essere sincero: giocare privilegiando la grafica a mio parere risulta fin troppo frustrante. Gli fps vengono bloccati a 30 e girare la visuale risulta un pugno nell’occhio, inoltre può capitare che in alcune zone aperte si avverta qualche micro lag che spezza la magia. Certo, il guadagno è una grafica allucinante, ancora più realistica e in grado di catturare, ma forse il gioco non vale la candela visto che comunque la seconda modalità che predilige il gameplay, regala comunque un mondo immersivo e ben caratterizzato.
Per quanto riguarda i caricamenti di The Last of Us Part II Remastered, c’è poco da dire: la potenza di PlayStation 5 si fa sentire e difficilmente ci troveremo di fronte a un caricamento. Le rare volte in cui succede, magari proprio durante i cambi di location finito un intermezzo, il tutto occuperà al massimo qualche secondo.
Discorso diverso è per la modalità roguelike, che vedrà un caricamento di qualche secondo ogni qualvolta che si deciderà che sfida compiere. Risulta comunque comprensibile visto che il gioco dovrà caricare una discreta porzione di mappa da 0. Nel complesso quindi, promuovo totalmente questo aspetto di The Last of Us Part II Remastered.