Uno dei titoli più attesi del 2020, The Last of Us: Part II ha scatenato una moltitudine di polemiche sul web, a causa della natura delle tematiche affrontate all’interno della narrazione. Commenti di odio e insulti, non sono mancati, sopratutto legati a come Naughty Dog ha raccontato la sessualità all’interno del gioco.
Sony è orgogliosa di essere la piattaforma che ha ospitato The Last of Us: Part II
A distanza di parecchi mesi dall’uscita del gioco, in occasione di un’intervista, il CEO di Sony, Jim Ryan, risponde e commenta le polemiche scoppiate sul web chiarendo la sua posizione:
“Neil sa di fare grande arte. Sa di aver affrontato con successo argomenti che non sono mai stati trattati in modo così maturo in nessun videogioco. Ritengo che sia qualcosa di eccezionale e sono molto orgoglioso che tutto questo, sia avvenuto su PlayStation. Il resto della tossicità lo prendi con calma e vai avanti”.
Jim Ryan ha avuto modo di incontrare Neil Druckmann, Vice Presidente di Naughty Dog, personalmente e di apprezzare la sua capacità di costruire una narrazione avvincente e svincolata da qualsiasi pregiudizio, in un modo che non aveva mai visto prima. Sembra che con questo, la Sony abbia chiarito in modo definitivo la sua posizione e che sia la prima ad apprezzare il lavoro dello sviluppatore dandogli pieno sostegno.
The Last of Us: Part II candidato al The Game Awards 2020 e favorito per il titolo di Game of the Year
Ad ogni modo, The Last of Us Part: II, ha ottenuto un successone che lo porta ad essere tra i titoli nominati al The Game Awards 2020 e tra i favoriti per il titolo di Game of the Year. Questo dimostra come un videogioco possa andare oltre il fine ludico, traducendosi in un potente medium narrativo.
L’odio suscitato dalla relazione tra Ellie e Dina ci mette di fronte alla cruda realtà, ovvero un mondo che è andato molto avanti dal punto di vista della tecnologia, che fa sempre tantissimi progressi ma che, su alcune tematiche, fatica a stare al passo e rimane indietro. Potrebbe rivelarsi ironico il fatto che siamo riusciti ad approdare sulla luna ma ancora non siamo in grado di accettare l’altro e le sue diversità.