The Last of Us Part II è l’attesissimo seguito di The Last of Us, il pluripremiato e fortemente apprezzato gioco horror action uscito tra il 2013 e 2014 su Playstation 3 e Playstation 4. Il secondo capitolo è ambientato alcuni anni dopo la prima vicenda e ci vede accompagnare da vicino Ellie, la coprotagonista ormai diciannovenne del primo titolo, in un mondo post apocalittico sempre più devastato da una terribile infezione che trasforma gli uomini in esseri mostruosi e dall’anarchia che imperversa tra i sopravvissuti.
Come qualsiasi grande produzione, in grado di smuovere pubblico e vendite, anche questo The Last of Us Part II è in grado di suscitare critiche e creare situazioni spinose. Ci pensavo proprio poco tempo fa ritrovandomi di fronte a Grand Theft Auto V, ormai presente nel computer di tutto il mondo grazie al regalone di Epic Games Store: con The Last of Us Part II si sta creando un po’ lo stesso clima, in cui, facendo l’opera molto rumore, è inevitabile che vengano a crearsi malcontenti e proteste varie.
Manca poco all’uscita di The last of Us Part II, un paio di settimane circa e, giustamente, Sony ha cominciato a reclamizzare il gioco mandando in onda degli spot pubblicitari, in televisione e su internet. Nei trailer Ellie canta “True Faith” dei “New Order” accompagnadosi con la sua, ormai celebre, chitarra.
La musicista Anna-Lynne Williams però, pare non averla presa molto bene, perchè, come affermava in un Tweet, poi cancellato, la colonna sonora delle pubblicità si basava proprio su una sua cover della canzone, realizzata ormai dieci anni fa e non le era stato attribuito alcun riconoscimento o compenso. Si diceva davvero molto amareggiata per la vicenda.
L’artista nel suo cinguettio aveva taggato anche Naughty Dog e Neil Druckmann. Sony non ha risposto pubblicamente alla Williams, ma pare che qualcosa si sia mosso, anche perchè la versione breve dello spot su YouTube è diventata privata. La versione lunga della pubblicità resta comunque disponibile sul canale ufficiale di Playstation.
Come dicevo all’inizio però, non bisogna stupirsi: non è infatti la prima volta che si manifestano problematiche di questo tipo. Possiamo trovare un esempio anche solo restando ancorati alla serie di The Last of Us. Il primo episodio aveva suscitato le critiche del cartografo Cameron Booth per l’inserimento di una sua cartina nel gioco senza la sua autorizzazione. Le cose poi pare si siano risolte in maniera amichevole. Speriamo che anche in questo caso tutto vada per il meglio.