Sviluppato da Ishtar Games e pubblicato da The Arcade Crew, The Last spell è un oscuro quanto intrigante RPG tattico a turni con elementi da roguelike e da gestionale city builder molto incentrato sul gameplay più che sulla trama. Noi abbiamo affrontato orde di nemici su PlayStation 4 e questa è la nostra recensione!
The Last Spell – Non temere l’oscurità
Saremo onesti, la trama di The Last Spell inizia col botto, con un incipit coinvolgente seppur poco originale per poi sparire del tutto, nascondendosi dietro a un gameplay profondamente stratificato, complesso da padroneggiare e ciclico nelle sue fondamenta. Nel dettaglio, ci troviamo in un mondo pseudo medievale dalle tinte decisamente dark dove un enorme Cataclisma magico ha ridotto l’intero pianeta sull’orlo dell’estinzione.
Per informazione, il Cataclisma è stato generato da un gruppo di potenti maghi che hanno ben pensato di fermare una lunga e logorante guerra sfoderando un nuovo tipo di potente magia violacea. Ebbene, quella che doveva essere una cura, è diventata essa stessa fonte di distruzione e morte, portando i pochi superstiti a nascondersi in città distrutte. Come se non bastasse, una strana foschia violacea inizia a vomitare creature mostruose e assetate di sangue che avanzano con decisione verso gli ultimi bastioni umani.
In mezzo a questo desolante e straziante scenario, sono nuovamente i maghi a intervenire, intenti nel creare l’ultimo grande incantesimo (da qui il titolo del gioco: The Last Spell) per provare a fermare il male che li circonda. Per fare ciò, però, hanno bisogno di tempo. L’incantesimo richiede molta energia e altrettanta concentrazione e qui entriamo in scena noi. Al comando di un manipolo di guerrieri – destinato ora a dimezzarsi, ora ad aumentare – dovremo proteggere i maghi intenti a ideare l’ultimo incantesimo dalle innumerevoli orde di creature demoniache che avanzeranno inesorabilmente contro di noi.
Di notte si combatte!
The Last Spell ha una struttura ludica fortemente ciclica e suddivisa in due fasi di gioco ben stabilite. La notte è la fase dell’azione vera e propria, quella in cui dovremo utilizzare i nostri guerrieri, schierandoli e impegnandoli in battaglie a turni sfruttando una location a scacchiera contro orde di nemici numericamente molto superiori. Saremo onesti, The Last Spell è un gioco dalla difficoltà leggermente sopra la media e che non perdona errori di distrazioni o strategie deboli.
Tanto per dirne una, se perdi un eroe, è perso per sempre. E perdere un’unità in scontro dove sarai quasi sempre numericamente inferiore è un bel problema. Sì, i nostri eroi saranno dotati di attacchi devastanti, alcuni di questi ad area e quindi un solo eroe può spazzar via piccoli plotoni nemici ma è bene evitare di attaccare sempre e solamente a testa bassa.
Entrando nel dettaglio, ogni eroe ha un determinato numero di azioni che può effettuare ogni turno. Durante questo, oltre a muoversi prima, durante e dopo eventuali attacchi, può permettere di effettuare più attacchi ripetutamente (rispettando il limite imposto dalla determinata skill – esistono skill che possono essere usate massimo due volte a turno e così via).
E parlando di skill, ne esistono alcune che, oltre a richiedere un determinato numero di “azioni” aggiunge anche una richiesta in mana. Il mana, come l’energia vitale, sono due parametri da non sottovalutare. Entrambi, infatti, non si ricaricano automaticamente, neanche se sopravvivi a una notte. Questo significa che non dovrai abusarne. Senza energia, l’eroe è morto per sempre. Senza mana, non potrai effettuare determinate azioni/magie. Ma tranquillo, esistono delle soluzioni che scopriremo quando tratteremo le fasi ludiche mattutine di The Last Spell.
Tornando alle notti di guerra nuda e cruda, i nemici che ci troveremo contro saranno numerosi, abbastanza vari e animati da una furia cieca che li vedrà, nel loro turno, avanzare in modo abbastanza deciso verso ostacoli e guerrieri, attaccandoli in massa. A tal proposito, consigliamo calorosamente di non farsi circondare dai nemici onde evitare una combo di danni che può diventare facilmente letale.
Per sopravvivere alla notte, dovrai eliminare tutti i nemici che almeno all’apparenza, sembreranno quasi essere infiniti (ricordiamo che appaiono a “orde”). Completata una battaglia, otterremo una serie di ricompense da denaro a materiali di vario tipo utilizzabili per potenziare la città e le sue difese, i nostri eroi e il loro relativo equipaggiamento oltre a poter reclutare ulteriori guerrieri.
Nell’introduzione di The Last Spell abbiamo parlato di elementi roguelike ebbene, ogni volta che morirai, il gioco andrà a resettarsi ma in cambio ti offrirà un bonus passivo che andrà ad aggiungersi e agevolare, relativamente, la partita successiva. Occhio però, puoi incontrare il game over anche se i nemici bloccano l’incantesimo finale raggiungendo il “pozzo magico” o ammazzando i maghi impegnati nell’incanto.
Di giorno si pianifica
Al mattino The Last Spell si trasforma in un rudimentale gestionale di city builder dove dovremo prenderci cura della nostra città e degli eroi sopravvissuti. Fortificare le difese, abbattere quelle inutili o troppo danneggiate per recuperare altri materiali, reclutare nuovi eroi, costruire barricate inedite, spostare eroi e/o difese sono solo alcune delle cose che potrai fare in queste fasi. Fasi dettate da un ritmo decisamente più compassato e che evidenziano una certa monotonia, intrinseca nel titolo stesso.
Inoltre, è in queste fasi che emergono in modo maggiore alcuni dei difetti di The Last Spell. Il primo è la struttura palesemente da PC che qui presta il fianco una rigidità che mal si sposa su una console. Nel dettaglio, non avrai modo di zoommare né potrai ruotare la telecamera ritrovandoti ad avere una visuale dall’alto relativamente fissa.
Inoltre, da segnalare la dimensione del testo a schermo abbastanza ridotto – seppur comunque leggibile. Infine, ma non per importanza, una gestione dei menù non proprio accessibile e comprensibile, nonostante la presenza di un tutorial abbastanza esaustivo. Insomma, tra le prime cose che dovrai fare in The Last Spell è sopravvivere alla gestione degli innumerevoli menù e conoscere e padroneggiare le varie icone a schermo.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, The Last Spell prova a rievocare gli anni 80/90 con un effetto nostalgia che funziona in parte. Se l’impatto iniziale è abbastanza buono, col tempo si nota un certo riciclo di elementi che alla lunga potrebbe stancare. Inoltre, l’identità stessa del titolo non è fortissima. Non c’è qualcosa che riesca a far emergere il titolo ma tanti elementi (tra cui lo stesso bestiario) che rievocano tantissimi altri titoli. Infine, da segnalare il caos che prende il controllo in alcuni momenti più concitati.
Il sonoro è una gradevole sorpresa con tracce sonore che ben si sposano al caos che ti ritroverai ad affrontare a schermo. Tra l’altro, le sonorità si adattano al mutamento giorno-notte scandendo bene il ritmo. Da segnalare l’assenza dei sottotitoli in italiano anche se i testi non sono molti né complessi.