Sulla carta The Legend of Tianding è un beat’em up con alcuni elementi derivati dai GDR, un gameplay bidimensionale e una grafica di gioco 2.5D impreziosita da disegni degni di un manwha, un po’ retrò, ma comunque efficaci.
Poco da fare, i giocatori della mia generazione non possono resistere davanti ad un beat’em up promettente. Colpa di Cadillac & Dinosaurs e The Punisher (insomma, colpa di Capcom), ma quando ci troviamo davanti a un titolo del genere, il nostro cuoricino da appassionato torna a palpitare ed è più forte di noi, dobbiamo dargli almeno una chance.
Quanto detto vale ancora di più per The Legend of Tianding, un gioco che è il remake di un titolo Taiwanese in flash del 2004 e che ha richiesto più di 3 anni per essere ultimato al 100%, oltre ad un team di 9 persone fisse ed il coinvolgimento dell’autore originale. Un lavoro di lungo respiro che ha visto finalmente la luce quest’anno.
Dietro la realizzazione di questo gioco c’é Creative Games & Computer Graphics (CGCG), uno studio indie originario di Taiwan che ha come propria mission la promozione e diffusione della storia taiwanese attraverso i propri giochi. Ad occuparsi della distribuzione è stata invece Neon Doctrine. Al di là di tutto questo, però, The Legend of Tianding come è? Scopriamolo insieme.
La leggenda del Robin Hood Taiwanese
The Legend of Tianding è una narrazione romanzata delle imprese dell’omonimo eroe taiwanese, Liao Tianding, dalla sua discesa dalla montagna su cui si allenava fino alla sua misteriosa morte. Gli eventi narrati sono decorati da una serie di dettagli fantastici che attingono al folklore e alle leggende, andando spesso sopra le linee, ma mantengono anche parecchia fedeltà storica.
L’epoca è il tardo XIX secolo, Taiwan è in piena colonizzazione giapponese, ma la sua situazione culturale è quella di un grande minestrone di diversità. Ovvio che il Giappone stava avendo una grossa influenza, ma, allo stesso tempo, erano ancora ben visibili anche i frutti della vicina cultura cinese, così come quelli della rivoluzione industriale portata dagli spagnoli e dagli olandesi.
In questo scenario variegato si muoveva Liao Tianding, una figura decisamente controversa in quanto delinquente e ladro, ma, allo stesso tempo, eroe popolare, visto che spesso si opponeva alla tirannia e al classismo dei giapponesi, popolo che non esitava a considerarsi superiore rispetto ai taiwanesi e ad approfittare della situazione per abusare del proprio potere.
Come già accennato, The Legend of Tianding si attiene ai racconti storici con estrema fedeltà. Ogni obiettivo di gioco o PNG è basato su una qualche leggenda realmente esistente o su dei fatti storici. D’altronde, in Taiwan, Liao Tianding è un personaggio conosciutissimo e, per quanto la storia dietro il gioco sia abbastanza banale e carica di cliché, è un modo interessante di affacciarsi a una cultura diversa e spesso collocata in secondo piano.
La leggenda di un gameplay inaspettatamente profondo
Siamo onesti con noi stessi, il gameplay di un beat’em up non richiede regole troppo complesse. Di solito bastano pochi tasti e un sistema fluido. Sono stato quindi piuttosto sorpreso nello scoprire la profondità del gameplay di The Legend of Tianding. Profondità che, per altro, riesce a non appesantire la giocabilità e risultare molto fluida e dinamica.
Prima di tutto, è ovviamente consigliato l’uso di un joypad per giocare a The Legend of Tianding. Con la levetta sinistra ci si muove, con un tasto si attacca eseguendo una combo automatica e con un tasto si salta, avendo fin da subito disponibile un doppio salto. Un altro tasto permette inoltre di eseguire una rapida schivata, sia a terra che a mezz’aria.
A rendere più interessante il gameplay sono però altri due tasti di gioco. Il primo permette di eseguire degli attacchi speciali che possono influire anche su alcuni elementi del livello, che possono essere combinati fra loro e che consumano una specifica barra di stamina ad ogni utilizzo. Questi sono utili anche per aumentare la distanza e l’altezza dei nostri salti, cosa che può aiutare a raggiungere determinate aree.
Il secondo tasto, invece, permette di rubare l’arma di un nemico dopo averlo ferito abbastanza, per utilizzarla noi per le nostre combinazioni base. Possono essere rubate sia armi da corpo a corpo che armi a distanza, ognuna dotata di proprie particolarità e combo. Ogni arma avrà poi un preciso numero di utilizzi prima di rompersi, ma potremo anche lanciarla via anticipatamente se non vogliamo più utilizzarla.
Avremo poi anche altre tecniche “passive” che si attivano in determinate situazioni e che si ottengono dopo certi eventi del gioco. Una delle prime che apprenderemo è, per esempio, quella di creare un clone nel momento in cui schiviamo all’ultimo secondo un attacco. Insomma, il gameplay di The Legend of Tianding è bello profondo e complesso, una cosa per nulla scontata (ma molto apprezzata) in un beat’em up.
A schermo, oltre alla già citata barra della stamina per gli attacchi speciali, avremo la barra della vita ed una serie di dolcetti di riso che possono essere usati per ripristinare la stessa. Quando finiremo la vita, ripartiremo dall’ultimo checkpoint. Questi sono dislocati nei vari livelli e, ogni volta che li useremo, ripristineremo anche il numero di dolcetti utilizzabili. Ovviamente stamina, vita e numero di dolcetti possono essere aumentati andando avanti nel gioco e completando determinati obiettivi più o meno secondari.
In The Legend of Tianding ci sono poi due tipologie di collezionabili. La prima è quella più rara da trovare: delle abilità da equipaggiare che forniscono bonus passivi (meno danni da un’origine) o attivi (un triplo salto invece che solo doppio). Ognuna di queste ha un proprio “peso” da 1 a 2 e non si può avere un peso superiore a 3 addosso. Si possono trovare sia completando determinati obiettivi secondari che come drop casuale da alcuni nemici/forzieri.
La seconda tipologia sono i pacchetti. Questi sono oggetti comuni che non hanno bisogno di essere equipaggiati e che forniscono piccoli bonus minori cumulativi (più munizioni a date armi, più danni inflitti con esse, più resistenza e così via). Questi si possono trovare in una marea di modi: dando soldi ai mendicanti per strada, completando missioni secondarie, come drop raro di alcuni nemici o in dei forzieri nascosti in precise aree di ogni livello. Questi oggetti sono spesso necessari anche per il completamento delle missioni secondarie.
Già che parliamo della struttura di gioco: The Legend of Tianding è un open world con il mondo di gioco che è una città taiwanese divisa in quartieri. Il gioco è suddiviso a capitoli, ognuno caratterizzato da una serie di obiettivi principali e secondari da completare ed indicati su un’apposita mappa.
Ogni tanto affronteremo dei livelli a parte e dei boss speciali, ognuno dei quali è caratterizzato da un certo numero di pacchetti nascosti da raccogliere. Sia i livelli extra che i boss possono poi essere rigiocati una volta completati per trovare tutti i segreti e magari portare a termine delle missioni secondarie.
The Legend of Tianding presenta anche un minigioco che altri non è che un tipico gioco di carte taiwanese trasposto fedelmente all’interno del titolo. Ammetto però che questo mi è apparso abbastanza confusionario, sia come presentazione che a livello di regole, e l’ho trovato più un’aggiunta fastidiosa che qualcosa di pregiato e divertente. Personalmente l’ho provato un paio di volte e poi l’ho completamente abbandonato visto che non comprendevo quale tattica/strategia ci fosse dietro il suo funzionamento. Senza contare che il risultato finale sembrava basarsi solo sul caso.
La leggenda di una fantastica grafica da manwha
Sicuramente il comparto artistico è uno dei fiori all’occhiello di The Legend of Tianding, soprattutto lo stile grafico si fa immediatamente notare. Gli autori hanno detto di essersi ispirati allo stile dei Manwha di Hong Kong per gli intermezzi ed i dialoghi e ai film di animazione più recenti, come Spider-Man: Into the Spider-Verse, per l’aspetto grafico del gioco. Bisogna dire che entrambe queste ispirazioni si possono facilmente vedere nel prodotto finale e quindi si è indubbiamente riusciti ad ottenere l’effetto sperato.
La maggior parte del gioco presenta infatti una fluida e davvero ben realizzata grafica 2.5D che si sposa molto bene con le atmosfere proposte e con il genere dei beat’em up, una tipologia di videogioco che va spesso sopra le righe per effetti sonori e scenari proposti. Gli intermezzi sono invece realizzati con un ibrido tra la grafica di gioco ed una serie di vignette con baloon in puro stile web-comic animato. Queste presentano uno stile di disegno forse un po’ retrò, ma che, proprio per questo, risulta più che appropriato per una leggenda popolare così conosciuta in Taiwan quanto è poco conosciuta fuori.
Il level design è interessante e ben variegato, anche se purtroppo i livelli extra sono davvero pochi e ci troveremo principalmente a muoverci nei quartieri della città che, ok, sono ben realizzati ed interessanti, ma dopo un po’ stancano. Lo stesso si può dire dei nemici che, a prima vista, appaiono interessanti e pieni di dettagli, ma, alla lunga, iniziano a risultare decisamente ripetitivi e noioso da affrontare, anche perché hanno pattern di attacco molto banali. Si tratta di piccoli difetti che non rendono il titolo meno divertente, ma sicuramente lo rendono meno completo.
Chiude il comparto artistico una colonna sonora davvero degna di nota, con alcune musiche tradizionali ben inserite ed altre di un’epicità davvero impressionante, più che adatte a caricare di aspettative ed emozioni il videogiocatore. Degno di nota anche il fatto che l’intero gioco sia interamente doppiato in taiwanese, persino durante gli scontri sia Liao che i suoi avversari pronunceranno più di una frase. Ovviamente queste sono incomprensibili per noi, ma negli intermezzi ci sono dei comodi sottotitoli posti nei già citati baloon, per quanto questi siano presenti solo in inglese e non in italiano.
La leggenda di un gioco che ha saputo conquistarmi
E’ quindi ora di mettere il punto e chiudere la nostra recensione su The Legend of Tianding, un gioco che ha saputo divertirmi ben oltre le aspettative e per questo mi ha sorpreso e conquistato. Non è di certo un titolo perfetto, sia chiaro, due sono a mio parere i principali difetti presenti che inficiano sulla qualità finale della nostra esperienza videoludica.
Il primo grosso difetto è che, a fronte di un gameplay molto profondo, il gioco non riesce a creare sfide all’altezza. La maggior parte dei nemici, boss compresi, possono essere facilmente battuti saltellando a casaccio e menando colpi senza arte, né parte. Le aree platform sono solo leggermente più complesse e possono essere facilmente “rotte” usando le giuste abilità attive. In tutta la mia esperienza di gioco sarò morto giusto una manciata di volte e per il resto ho proseguito diretto diretto verso il finale, senza mai sudare troppo nel superare gli ostacoli.
Il secondo grosso difetto è che, se i livelli extra ed i boss sono risultati ispirati e dannatamente divertenti fin da subito, così come gli intermezzi animati, nel mezzo c’era sempre un grosso vuoto di nulla in cui ci veniva semplicemente chiesto di muoversi al punto A al punto B della città per sorbirsi un dialogo dietro l’altro. Indubbiamente una piccola ingenuità a livello di game design, ma ammetto che queste sezioni “da corriere” stufano velocemente e rendono l’intera esperienza molto più frustrante. L’unico valido motivo per cui le ho sopportate è che quello che veniva dopo (livelli extra o boss) era sempre degno della fatica, ma diamine che tedio.
Concludendo, The Legend of Tianding vale i 20 euro che costa su Steam? Beh, personalmente si, li vale completamente. Il gioco di per sé non è neanche troppo breve e la ricerca di tutti i collezionabili rappresenta un discreto fattore di rigiocabilità. E’ inoltre un beat’em up molto leggero, veloce, profondo e divertente, senza però risultare troppo complesso o pesante da apprendere. Attraverso di esso si avverte tutto l’amore e la passione che gli autori hanno verso il materiale originale e verso le loro fonti di ispirazione. Spero davvero che possa trovare il successo che merita.