Sviluppato da Rock Square Thunder e pubblicato da Zordix Publishing, The Lightbringer è un platform con grafica 3D e visuale isometrica. Questo titolo dall’aspetto colorato ricorda molto lontanamente il franchise di The Legend Of Zelda. The Lightbringer è stato rilasciato il 7 ottobre su Steam (Windows e Linux) e Nintendo Switch e la versione da noi provata è quella di Steam su Windows.
The Lightbringer: un lungo cammino per portare la luce
In The Lightbringer il mondo è ormai travolto da un’orda di corruzione rappresentata dal una melma oscura. Questa melma rovina tutto ciò che incontra e costringe i popoli alla fuga. Il nostro compito sarà quello di riportare la luce ed eliminare la corruzione che affligge le terre.
Nel mondo di The Lightbringer tutto ciò che esiste e vive è frutto della luce emessa da alcuni antichi monoliti. Le civiltà si sono sviluppate attorno ad essi visto il loro potenziale benefico, infatti, rendevano il terreno fertile e portavano salute e prosperità a uomini e animali. Ma, ben presto, i popoli cominciarono a sfruttare la luce dei monoliti per i propri interessi finché uno di essi non fu prosciugato completamente e da esso iniziò a fuoriuscire la melma, che aggrediva gli uomini e corrompeva tutto ciò con cui entrava in contatto.
E così alcuni uomini iniziarono a combatterla con delle armi speciali, in quanto quelle comuni erano inutili contro l’oscurità. Tra questi guerrieri chiamati Lightbringer c’è la sorella del nostro protagonista, scomparsa dopo l’aver intrapreso un lungo viaggio nel tentativo di bloccare la corruzione. Sarà proprio lei a guidarci lungo il nostro cammino grazie ad avvertimenti e consigli in rima.
Siamo nella melma
The Lightbringer è un platform 3D con elementi di azione e puzzle in cui i livelli sono raggruppati in capitoli, e alla fine di ognuno c’è un boss finale e una nuova ambientazione.
Il punto di vista è isometrico, ma non un vero e proprio isometrico in quanto i modelli sono 3D e la camera può essere ruotata per garantire una migliore percezione della profondità in alcune sezioni e agevolarne il superamento. Come ogni platform che si rispetti sono presenti sia piattaforme scorrevoli, rotanti e, infine, le temutissime, piattaforme a tempo, sia nella versione “apri-e-chiudi” e sia quelle che scompaiono dopo un determinato tempo sotto i piedi del personaggio.
Ogni livello presenta alcuni puzzle abbastanza semplici dove si interagisce con pulsanti a pressione, si spostano macigni e si usano leve o si colpiscono bersagli per poter proseguire. Armati di un boomerang speciale, costruito per contrastare le creature oscure, ci scontreremo con delle oscure gelatine dal cuore verde acqua che diventa rosso quando ci vedono e iniziano a puntare nella nostra direzione. Spesso, questi blob usano come scudo dei vasi o degli elmetti chiodati che li rendono molto resistenti ai nostri attacchi. Normalmente non ci attaccano, ma ci vengono incontro facendoci perdere una vita e costringendoci a ricominciare dall’ultimo checkpoint ad eccezione di alcuni particolari blob dotati di attacco a distanza. Alla fine delle vite disponibili ricominceremo dall’inizio del livello.
In quasi tutte le mappe sono presenti dei dungeon, pieni di pericoli ambientali come totem lanciafiamme, la cui risoluzione ci permette di poter proseguire per liberare il monolite dalla corruzione e far si che ridiventi fonte di luce.
Ma il mondo non era avvolto dall’oscurità?
The Lightbringer è un titolo colorato che offre un certo livello di sfida per quanto riguarda il platforming mentre è semplice e poco impegnativo per quanto riguarda i puzzle. Siamo introdotti alla trama del gioco grazie ai racconti in rima e doppiati di nostra sorella e ad alcune campane sparse lungo i livelli che una volta colpite ci svelano attraverso poche righe la storia dei monoliti e dell’avvento della melma. Avremmo preferito avere nel menù una sezione apposita che raccogliesse i frammenti di storia scoperti con le campane in modo da poter rileggere con calma l’intera storia su cui si basa The Lightbringer.
Troviamo molto profonda l’idea che ruota intorno alla trama che induce il giocatore ad associare lo sfruttamento della luce dei monoliti a quello delle risorse naturali del nostro pianeta che rischia di condannarci a un futuro disastroso. Peccato che però lungo i livelli non si percepisca affatto la gravità di ciò che viene raccontato attraverso le campane e dai racconti della sorella. Infatti, lungo le ambientazioni, abbastanza vivaci, l’unico segno dell’oscurità sarà rappresentato dai blob, molto poco minacciosi, e dalla melma che avvolge il monolite finale. Anche gli uomini che si trovano nei livelli non trasmettono alcuna preoccupazione e sembrano piuttosto presi dalle loro faccende quotidiane come pescare o stare li a fissare il panorama.
Il gioco è doppiato in inglese e i testi sono totalmente tradotti in italiano anche se con qualche pecca, soprattutto nel menù dove la traduzione diventa molto carente. Il platform si presenta con uno stile poligonale e con una grafica netta e pulita che lo rende molto godibile nella sua semplicità. Nonostante i nemici si presentino con differenti armature e diversi attacchi, avremmo preferito anche qualche altra tipologia di avversario oltre alle diverse varianti di blob.
La colonna sonora cambia sia in base al livello sia in base alle circostanze, infatti, in presenza di nemici o durante il combattimento con il boss ha un ritmo molto più frenetico. Molto fastidiosa, invece, la musica di sottofondo nel menù, che ricorda, a nostro avviso, la suoneria tipica di una sveglia. Come avevamo detto a inizio recensione The Lightbringer strizza un occhio al franchise di The Legend of Zelda, inoltre ci ha ricordato per alcuni versi anche OMNO.
https://www.youtube.com/watch?v=Je6wLSYn428