The Medium, un videogioco che di recente ha fatto parecchio parlare di sé in termini parecchio positivi. Il prodotto della Bloober Team ha, infatti, riscosso fin da prima della data di lancio, grande successo presso gli appassionati del genere horror e non solo. Molti sono state le discussioni a riguardo, le lodi sul concept design e indagini di mercato che ne hanno evidenziato un’ascesa più che lucrosa. Pubblico e team di sviluppo contenti, dunque. Ma cosa contraddistingue questo Horror psicologico dalla marea di prodotti dello stesso genere? Da quali famosi videogiochi è influenzato e in quale misura? Cos’hanno di speciale il gameplay e le ambientazioni? Vediamolo insieme.
Storia
Come da titolo, questa è la storia di una Medium, una donna dotata di particolari poteri percettivi che le permettono di esplorare una dimensione parallela a quella dei comuni esseri umani, comunicando con le anime dei defunti e altre entità paranormali.
Marianne, poco dopo aver accompagnato il defunto e amato padre nel suo ultimo viaggio verso l’aldilà, riceve una inquietante telefonata: un uomo sconosciuto, chiede disperatamente il suo aiuto, implorandola di raggiungerlo al Niwa Resort, un vecchissimo hotel abbandonato. Riluttante, la giovane donna si reca sul posto, che si rivelerà presto un nido di oscuri segreti, rimpianti, morte e malvagità. Grazie ai suoi poteri, la nostra medium potrà squarciare il velo della realtà fisica che nasconde il Niwa ed esplorarne gli anfratti più oscuri e pericolosi, specialmente per qualcuno la cui anima è divisa fra due realtà.
Gameplay
Il gameplay di The Medium ha le caratteristiche classiche di un Horror psicologico: ci saranno molti oggetti da analizzare, molta attenzione da porre ai piccoli dettagli e un minimo di astuzia e pazienza. Ci sono delle fasi action, durante le quali non saremo del tutto indifesi in stile Outlast o Amnesia, ma la parte di esplorazione e suggestione fa da padrone. Durante il prologo di The Medium impareremo i comandi di base ma vedremo subito che questo gioco è diverso, ci sono delle caratteristiche che gli permettono di distinguersi, sia a livello di puro gameplay che ambientazione.
Influenze
Quando si parla di influenze in un videogioco di successo, spesso si fa riferimento a caratteristiche videoludiche palesemente ispirate a videogiochi famosi del passato. Lo abbiamo fatto anche noi parlando del fantastico Pumpkin Jack, che per certi versi ci ha ricordato Medievil. Tuttavia, in questo caso sentiamo di dover dire che The Medium ha una personalità molto più a sé stante, lontana (e non necessariamente migliore o peggiore) dai giochi che molte testate rivedono, per motivi anche abbastanza banali, in The Medium: Resident Evil e Silent Hill.
Il primo perchè si tratta di un Horror in cui è presente la visuale a camera fissa e semi-fissa. Il secondo perchè ritorna il concetto di un mondo parallelo esplorabile dal protagonista. Tuttavia, ci viene da dire che la visuale a camera fissa costituisce un elemento generico (caduto, purtroppo, in disuso) che, pur essendo stato reso famoso dai primi Resident Evil, non è appannaggio unicamente della serie di Mikami.
Inoltre, l’esplorazione di un secondo mondo, apparentemente corrotto e infernale rispetto al primo, in questo gioco avviene in maniera completamente diversa rispetto a qualunque Silent Hill. Innanzitutto, per via dello schermo diviso, che mostrerà a sinistra l’esplorazione del mondo fisico e a destra quello “spirituale” e anche per l’interazione continua che Marianne dovrà attuare fra i due mondi, sdoppiando la propria anima o sbloccando meccanismi e porte disponibili in una dimensione piuttosto che nell’altra.
Poteri
In The Medium, il giocatore potrà ricorrere a diversi poteri per districarsi nel complesso ed inquietante mondo degli spiriti. Innanzitutto, abbiamo l’intuito, una percezione migliorata che permette alla protagonista di vedere attraverso certi ostacoli o di rintracciare certi oggetti, similmente ai sensi di Witcher usati da Geralt di Rivia, per intenderci (non a caso, nella sua versione spirituale, Marianne ricorda vagamente Ciri).
Abbiamo poi lo sdoppiamento, più che un potere, un evento scriptato che divide a metà lo schermo consentendoci di esplorare le due dimensioni contemporaneamente. Tale esplorazione avviene in maniera estremamente dinamica: a volte, per sbloccare passaggi bloccati nell’una o nell’altra dimensione, dovremo compiere certe azioni, i cui effetti ci consentiranno di proseguire.
Scudo spirituale: assorbendo energia da certe fonti sparse per la mappa, Marianne è in grado di creare attorno a sé uno scudo per proteggersi temporaneamente dagli attacchi delle creature ostili dell’altro mondo.
In The Medium saranno presenti anche dei piccoli attacchi, utilizzabili perlopiù per difendersi: ancora assorbendo una certa quantità di energia, Marianne può generare delle piccole esplosioni in grado di stordire i nemici o anche di risolvere alcuni enigmi. Ci sono poi altre capacità, sempre legate allo sdoppiamento dell’anima e all’accumulo di energia, sempre e comunque funzionali alla risoluzione di enigmi e alla prosecuzione nella disavventura.
Esplorazione
Oltre alla fuga da pericolose entità paranormali e alla risoluzione di enigmi (mai troppo complessi, comunque), Marianne dovrà, soprattutto, esplorare attentamente i luoghi visitati. Sbloccare ricordi legati a oggetti e stanze, ascoltare voci e rumori del passato, entrare in contatto con anime defunte, sarà fondamentale per snocciolare a dovere una storia nascosta e, a tratti, tendente alla lore. La mappa presenta zone spesso molto ampie, per cui trovare oggetti utili o anche solo interessanti non sarà sempre semplice: The Medium è un prodotto per giocatori soprattutto pazienti e curiosi. Non si tratta di un Survival Horror, ricordiamolo.
Ambientazione
The Medium è ambientato in Polonia, in epoca contemporanea. Tuttavia, il passato post-bellico e sovietico del paese giocherà un ruolo fondamentale in The Medium. Esploreremo diverse aree risalenti o rimandanti alla seconda guerra mondiale e intrighi politici del passato verranno alla luce e il bello è che non sarà tutto necessariamente collegato alla trama principale.
Il Bloober Team è stato abile a creare un’atmosfera generalmente inquietante e sufficientemente credibile, a livello orrorifico, in modo tale da coinvolgere il giocatore in una spirale di marciume sepolto fra vecchi documenti e ricordi offuscati nei quali solo la Medium avrà il dubbio piacere di sbirciare, a suo rischio e pericolo.
Grafica e colonna sonora
La grafica di The Medium è soddisfacente, benché affetta da pessimi cali di frame in fasi particolarmente concitate. Abbiamo riscontrato difficoltà soprattutto durante le fasi split-screen. Un vero peccato, un difetto che rischia di rovinare l’immersività in momenti in cui il giocatore dovrebbe essere invece completamente rapito dall’ambientazione. Abbiamo provato a giocare con impostazioni grafiche più “leggere” ma il problema persiste. Per il resto, comunque, la grafica resta appagante.
La colonna sonora è perfetta per il gioco, soprattutto per il fattore di angoscia, abilmente trasmesso dalla maggior parte dei brani, che rendono bene l’idea di abbandono, desolazione e marciume del Niwa Resort.
Marianne
La protagonista di The Medium merita una nota a parte. Ma quanto ci è piaciuta questa ragazza. Allora, il team di sviluppo è riuscito a fare una cosa straordinaria: è riuscito a rendere reale, vera e credibile una persona che, teoricamente, nel mondo reale non potrebbe esistere. Marianne è esattamente quello che sarebbe una ragazza ordinaria se il destino la dotasse di un “super-potere”, in questo caso l’inquietante potere di avere un’anima spaccata a metà tra il mondo fisico e quello spirituale.
Non è un Rambo con la parrucca, non è un terminator senza gingillo metallico, non è un’odiosa Captain Marvel che sente il patologico e triste bisogno di ribadire ogni venti secondi quanto lei sia una donna forte, cazzuta e protagonista. No, Marianne è una persona vera, davvero forte e resiliente, incredibilmente realistica e mai banale, mai scontata. Forse un po’ logorroica nel suo narrare pedissequamente ogni singolo evento e pensiero che le passa per la testa ma è lo stile narrativo scelto dal team, ci può stare.
Tra l’altro, proprio grazie alla componente di esplorazione (esaminando oggetti e ricordi) potremo scavare anche nel passato della protagonista, fino all’infanzia, osservando stralci di come doveva essere la vita di una bambina in grado di parlare con la nonna defunta di un suo compagno di classe, tanto per fare un esempio. Fatto sta che, in The Medium, tutto sarà reso in maniera estremamente credibile, tanto da fare una grande tenerezza in certi momenti e inquietare profondamente in altri.
Giudizio
Insomma, avrai certamente capito che il nostro giudizio su The Medium è più che positivo. Il gioco e super-consigliato sia al pubblico amante del genere horror sia a chiunque voglia giocare ad un prodotto originale e ben realizzato. The Medium è disponibile su Steam, al momento con un piccolo sconto che ne abbassa il prezzo da 49,99€ a 44,99€. Noi ti consigliamo caldamente di approfittarne, vale ogni centesimo.
gioco davvero bello…un horror vero e non un survival horror come dici tu, più silent che resident, ed è per questo che lo sto amando
yes, davvero niente male