Il trailer è fondamentalmente l’introduzione alla storia di The Medium dove la protagonista Marianne riceve una strana chiamata da un uomo di nome Thomas. Sebbene il suo tempismo non potesse essere peggiore, Thomas sembra sapere cose che non poteva e non doveva sapere, stuzzicando la sua curiosità di chi inizia la storia.
Dopo aver esaminato The Medium, possiamo dire con certezza che il Team Bloober continua a migliorare il proprio modo di fare videogame con ogni loro opera.
Si potrebbe dire che Layers of Fear li ha proiettati sotto i riflettori; The Observer ha consolidato il loro nome come un vero e proprio dei pesi massimi della narrazione e il titolo ha regalato una spettacolare schiacciata su entrambi.
Il Bloober Team ha spinto le proprie capacità al limite e questo include tutto: meccanica, narrativa, design, grafica. In effetti, è probabile che la grafica ti faccia fermare a osservare la sua magnificenza e data la padronanza dell’atmosfera dello sviluppatore, questo non è un caso.
Ci piace che il Bloober Team sia ancora una volta uscito leggermente dalla loro zona di comfort. Per fortuna, sfidare se stessi ha prodotto alcuni momenti memorabili, oltre a evocare alcuni dei classici leggendari del genere.
The Medium: l’errore non fatto
Anche il tempismo è stato perfetto e siamo sicuri che Microsoft ne sia d’accordo. Il team, infatti, ha rifiutato di accontentarsi di qualcosa di meno dell’hardware più veloce in circolazione, che ha svolto un ruolo enorme nel dare vita a The Medium (frecciatina a Cyberpunk 2077 NDR).
Qualsiasi compromissione hardware sarebbe probabilmente terminata con la rimozione del dual world rendering e, avendo terminato il gioco, possiamo confermare che sarebbe stata una farsa.