Sviluppato e prodotto da Madruga Works, The Mobius Machine è un action platform in 2.5D a scorrimento orizzontale facilmente collocabile tra i metroidvania. Anche perché, The Mobius Machine ricorda proprio uno dei primi Metroid, seppur con le dovute differenze.
Noi abbiamo vissuto l’avventura del povero astronauta solitario su PlayStation 5 e questa è la nostra recensione. Pronto a esplorare un pianeta alieno?
The Mobius Machine solo tra le gelatine
The Mobius Machine inizia con un sogno. O meglio, un incubo. Un brutto, bruttissimo incubo. Per fortuna, l’astronauta senza nome di cui indossiamo la tuta, si risveglia al sicuro sulla sua nave-cargo. Deve consegnare una serie di materiali e il viaggio sta procedendo tranquillamente. Almeno finché non arriva una strana richiesta di soccorso da un pianeta alieno a poca distanza.
L’astronauta è anche tentato d’ignorare tale segnale, ma il robot di bordo gli ricorda che lui è costretto a segnalare l’eventuale mancato soccorso con tanto di possibile, se non sicuro, intervento disciplinare intergalattico. Insomma, l’astronauta si trova costretto a fare una piccola deviazione, modifica la rotta e… precipita.
L’impatto col suolo extraterrestre è disastroso. La navicella è in frantumi e il robot di bordo, quella disgraziata ferraglia, esplode. L’astronauta si ritrova così completamente da solo in un mondo alieno e ostile. Non abbiamo una guida, una meta, l’unica cosa che possiamo fare è esplorare, conoscere la fauna locale e cercare un modo per andare via. E ah, visto che ci troviamo, vediamo anche di scoprire chi ha mandato quella richiesta di aiuto!
Un metroidvania abbastanza classico
Se la narrazione di The Mobius Machine non sorprende, fungendo da banale pretesto per poi nascondersi timidamente dietro al gameplay, quest’ultimo si dimostra da subito solido e ben ancorato agli schemi classici del genere: quello dei metroidvania.
L’astronauta, infatti, si muove in ambienti in 2.5D a scorrimento orizzontale e con rare interazioni di profondità: come entrare in una porta o in una capsula di salvataggio. E, come in un metroidvania (qui la nostra analisi del genere), all’inizio potremo solo saltare e sparare, che sono poi le basi per poter sopravvivere in questo mondo pieno zeppo di pericoli.
In effetti, l’esplorazione in The Mobius Machine è la cosa più riuscita. Parliamo di un dedalo di percorsi composto da dune desolate, edifici, rottami misteriosi e gelatine di ogni tipo, che danno vita a un mondo liberamente esplorabile fin dall’inizio. In realtà è una libertà fittizia, in quanto non mancano percorsi da sbloccare successivamente ad upgrade di vario genere.
Ma la sensazione di libertà, il non saper dove andare, osare, esplorare, tornare indietro, cercare un nuovo percorso inesplorato sono le basi per procedere all’interno di The Mobius Machine. A conti fatti, farai questo fino alla fine con l’esplorazione che muta al mutare dell’astronauta e dei suoi gadget e abilità.
Questo perché, come ogni metroidvania, dalla semplice pistola, passerai ad avere una serie di upgrade e gadget di vario tipo, come il dash che ci permettere di correre velocemente su piattaforme che si sgretolano. Ma è solo un esempio, potrai, col tempo, nuotare sott’acqua, planare in aria e perfino scalare pareti. Questo comporta lunghe fasi di backtracking a loro volta afflitte dai nemici. Nemici che, spesso in gran numero e con troppa energia vitale, respawnano a una velocità incredibile.
Parliamoci chiaro, The Mobius Machine non è un titolo impossibile ma richiede tempo, una buona memoria e buoni riflessi. La memoria serve per non smarrirsi almeno finché non otterrai la mappa coi dovuti aggiornamenti. I riflessi, invece, neanche a dirlo, sono utilissimi in battaglia.
Oltre all’arma principale, il cui raggio di fuoco è giostrabile comodamente con l’analogico, imparerai presto a caricare i proiettili per un maggior danno (ma spendendo energia) e, soprattutto, troverai in giro nuovi progetti che, con la spesa di materiale, potrai creare e/o potenziare.
Parlandi di materiali, questa è la valuta del gioco e viene rilasciata dai nemici sconfitti. In The Mobius Machine è molto richiesto e spesso ne avrai bisogno per ricaricare o riparare macchinari essenziali per proseguire. Il problema è che i nemici rilasciano poche quantità di materiale… e questo si traduce in un lungo grinding di eliminazione. Ora capisci il perché del respawn feroce?
Abbiamo poi citato la barra dell’energia che è visibile a schermo sotto quella della vita e ha una duplice funzione. Oltre a essere spesa per determinate abilità, può essere convertita in energie vitale in modo praticamente simile a quanto visto in Hollow Knight. Tale energia può essere raccolta dall’eliminazione dei nemici o distruggendo particolari contenitori.
Come avrai notato, fino ad ora The Mobius Machine non inventa praticamente niente e anzi, rispetta gli standard in modo solido, efficace e anche abbastanza divertente, se non fosse per i tediosi viaggi a ritroso. Infatti, se inizialmente l’esplorazione è entusiasmante, presto diventa troppo ripetitiva e sfiancante, mettendo a dura prova la pazienza dell’utente.
Da segnalare però il lavoro fatto sulla fauna del mondo e relativa atmosfera generale. Nonostante i biomi non siano molti e con aree spesso ripetitive, il mondo prova a essere a suo modo unico. Se i nemici sono grossomodo simili a quanto già visto, con qualche piccola eccezione per i boss, le gelatine sono intriganti.
Questi ammassi simil blob sono visibili un po’ ovunque e presentano diverse tinte e funzionalità. Non per niente esiste un edificio a inizio gioco che approfondisce ludicamente i loro effetti. Ci sono blob innocui su cui poter camminare, altri che si disintegrano al tuo passaggio e alcuni che esplodono se distrutti.
Ci sono anche i blob indistruttibili, quelli che si distruggono con colpi caricati e altri indistruttibili ma forati e che ci puoi sparare attraverso (sia tu che i nemici, ovviamente). Infine ci sono i blob tentacoli e quelli spinati che ci faranno tanto tanto male.
Si tratta di un modo di stabilire delle regole del mondo di gioco, che abbiamo sinceramente apprezzato, seppur limitate prevalentemente a questi ammassi alieni informi.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, The Mobius Machine seppur potenzialmente anonimo, presenta un’estetica affascinante. Blob e robi simil meduse sospese in aria, il titolo esordisce con un’atmosfera simil Dune per poi deviare verso altri classici fantascientifici dalle tinte più scure senza però riuscire a regalare un impatto identitario e personale.
Un peccato considerando che la resa grafica non è male. L’essenza quasi di pongo di ciò che si muove a schermo, seppur in parte molto riciclata e ripetuta, funziona e fa il suo dovere. Le animazioni, discrete, si difendono bene così come il sonoro, gradevole seppur poco memorabile e vario.
Da segnalare la presenza dei sottotitoli in lingua italiana anche se la mole di testo a schermo, computer informativi inclusi, è abbastanza scarsa. Infine, le potenzialità della PlayStation 5 vengono sfruttate solo in parte. Lodevole la praticamente totale assenza di caricamenti.