The Muller-Powell Principle è un gioco sci-fi dark e d’avventura con rompicapo e azione, chiaramente ispirato in parte a titoli come Portal e Half Life. Contiene elementi horror sebbene non sia menzionato nelle descrizioni che lo presentano, e questo è già un punto a suo sfavore. Sviluppato da Three Dots Games e distribuito da Take Aim Games, è uscito ufficialmente e in versione completa il 29 novembre 2023.
Ci troviamo nell’anno 2032 e le cose non sembrano andare affatto bene, lo capiamo già dal trailer. Harry Herman, uno scienziato della Delta Laboratories che sembra aver perso la memoria in seguito a un esperimento non riuscito, si ritrova a dover fare i conti con le conseguenze di questi eventi (e con le sinistre presenze che si sono portati dietro). L’organizzazione che voleva trovare un modo per rendere possibili i viaggi interdimensionali ha fallito nell’intento ed ha causato l’inizio di qualcosa di estremamente pericoloso. E qui ha inizio The Muller-Powell Principle.
Girando per le stanze e i laboratori usati per tali esperimenti, ci imbattiamo in dei file che parlano di alcune creature in particolare, i cosiddetti Sticks, alti e tenebrosi esseri che gli scienziati stavano studiando prima del disastro. Alcuni esemplari morti sono ancora lì, all’interno delle sale operatorie, ma nonostante il gran numero di vittime, noi non siamo soli…
A proposito di esperimenti poco riusciti…
Sì, sembra tutto molto interessante, ma purtroppo The Muller-Powell Principle fallisce su più campi. Fin dall’inizio ci viene data un’arma che è in grado di assorbire diverse sostanze tra cui il fuoco e la luce, e ognuna di queste serve per risolvere un determinato problema. Naturalmente non è possibile caricare l’arma con più di un elemento e, per esempio, per scacciare le ombre che ci inseguiranno fastidiosamente ogni tanto, sarà efficace soltanto la materia verde che ricopre alcune porte, e che dobbiamo rimuovere prima di passare.
I rompicapo che questa modalità di gioco richiede non sarebbero neanche tanto spiacevoli, se non fosse per la ridondanza e le spiegazioni a volte poco chiare su cosa fare. E se non capiamo qualcosa la colpa è nostra, perché oltre al danno abbiamo la beffa per non essere “in grado di leggere” ciò che il gioco NON ci dice. Interagendo con i computer possiamo attivare e disattivare meccanismi e aprire porte, rischiando però di incontrare le creature demoniache che ci verranno dietro finché non troveremo il modo per farle andare via.
Evitarle è abbastanza tedioso, perché spesso gli spazi in cui compaiono sono ristretti e l’unico modo per bloccarle è attaccarle con la nostra arma: attenzione però, perché se per sbaglio ci muoviamo di un millimetro per allontanarci, quel brevissimo istante in cui smettiamo di puntare l’arma sarà critico. Un po’ come “un, due, tre, stella”, basta un battito di ciglia.
Un altro problema, anche se di lieve entità, è la fisica decisamente poco realistica con cui prendiamo in mano qualsiasi oggetto come se avesse lo stesso peso e che, se lanciato (per modo di dire), fluttua come una piuma, anche nel caso in cui sia una cassa di metallo grande quanto un vitello. Ma insomma, su questo si può anche passare sopra.
I dialoghi sono decisamente troppo lunghi, tanto da diventare fastidiosi soprattutto perché non si possono saltare e ci costringono ad ascoltarli mille volte dopo i game over. Perlomeno The Muller-Powell Principle può vantare una buona grafica e degli scenari belli da vedere, ma non offre molto altro.
Perfino la colonna sonora non è niente di memorabile, la cosa che sentiamo più spesso mentre giochiamo a The Muller-Powell Principle sono gli interminabili discorsi via radio di chi comunica con noi e ci dà indicazioni su cosa fare. Per il resto, ovviamente saremo sorpresi dalla musica inquietante nei momenti di tensione, quando le ombre appariranno per darci la caccia. Di sicuro il gameplay nel complesso è abbastanza noioso da non incitare il giocatore ad andare avanti.
Anche se lo sforzo va sempre apprezzato, The Muller-Powell Principle poteva essere molto di più.