Non esiste nessuno che non conosca i Pokémon, anche solo per sentito dire: non a caso The Pokémon Company risulta essere il primo franchise al mondo per reddito; nel 2020 il fatturato si aggirava attorno ai 128,4 milioni di euro. Gli introiti generati dalla saga videoludica però risultano paradossalmente la più piccola fetta: le entrate maggiori arrivano da merchandising e gadget, come peluche, magliette e le carte.
Il mondo del gioco di carte collezionabili risulta un bizzarro ecosistema di questo colosso giapponese: il prodotto vende molto bene, ma non al target per cui era stato pensato all’inizio. Le figurine risultano appetitose ai fan più come pezzi da collezione, che come gioco di carte.
Il numero di carte richieste supera quello delle carte prodotte, mandando i crisi chiunque decida di rivenderle o, più in generale, di farsi trainare dal carro del “Pikachu Re Mida”: basti pensare all’assalto dei McDonald avvenuto nel periodo della promozione a tema per festeggiare il 25° anniversario del brand. Questa richiesta molto elevata ha portato a un aumento dei prezzi per i prodotti più rari: proprio questo mese Logan Paul ha acquistato una carta Pikachu per 6 milioni di dollari, stabilendo un record mondiale per la carta più costosa venduta in un’asta privata.
Partendo da questi presupposti The Pokémon Company ha deciso di acquistare The Millenium Print Group, l’azienda che dal 2015 stampa ufficialmente le carte Pokémon: molti di noi pensavano che la “stampante” privata di TPC, fosse già di proprietà della stessa. Sorprendentemente non era così, almeno fino ad ora: Kenji Okubo, presidente di TPC ha dichiarato che l’acquisizione non cambierà le carte in tavola, e i lavori continueranno a procedere allo stesso mondo. The Pokémon Company finanzierà però The Millenium Print Group, al fine di creare una versione ancora migliore, più grande e all’avanguardia della loro già eccezionale organizzazione, a beneficio non solo dei Pokémon, ma di tutti i loro clienti.