The Procession to Calvary è un titolo particolarissimo che, almeno per il suo originale comparto artistico, dovrebbe aver attirato la tua attenzione. Siamo infatti di fronte a un’avventura grafica che ci mette davanti agli splendidi quadri del rinascimento, che ora diventano le ambientazioni di un mondo di gioco assurdo, metanarrativo e pieno di umorismo.
The Procession to Calvary non si limita solo a riproporre le classiche opere rinascimentali, ma riesce a ottenere un’identità propria, grazie a uno stile narrativo che fa dell’assurdità il suo punto di forza. Ma vale la pena fare un viaggio tra queste tele?
Una crociata per il gusto di uccidere
La trama di The Procession to Calvary parte da un incipit semplicemente assurdo, che però fa subito capire il mood dell’intera produzione. Una sanguinosa guerra per spodestare un tiranno è finita e, finalmente, si apre un periodo di pace, dove le persone si confrontano tra loro per ogni decisione e dove ogni forma di violenza è bandita.
La nostra protagonista, però, si diverte tantissimo a uccidere le persone e ha partecipato alla crociata come semplice pretesto per dare sfogo a questo suo desiderio. Con il periodo di pace, però, questo non è più possibile. Che fare, quindi, per poter continuare a mietere vittime? Con questa domanda in testa, la donna chiede al nuovo reggente di mettersi sulle tracce del tiranno appena spodestato, che sembra essere scappato per salvarsi la vita. Chiaramente, l’obiettivo della missione è ucciderlo e, magari, massacrare qualche innocente con la scusa di questo incarico.
Come avrai capito The Procession to Calvary non è un gioco che si prende troppo sul serio e, dall’inizio alla fine, sarà infarcito di situazioni semplicemente assurde e prive di ogni logica. Raggiungere un certo obiettivo non è mai scontato e, in ogni scenario, accadrà qualcosa in grado di strapparti un sorriso.
Ogni dialogo, infatti, è infarcito di battute di ogni tipo, che deridono davvero di tutto, dalla crocifissione, ad alcune rappresentazioni classiche, passando persino per battute metanarrative che riguardano Steam o il gioco stesso. Le rappresentazioni del rinascimento, quindi, diventano solo le basi per una storia piena di dialoghi intrisi di umorismo.
Chiaramente, questo può essere un pregio o un difetto. Se guardando il trailer o gli screenshot di gioco hai già apprezzato le battute di The Procession to Calvary, allora amerai il titolo dall’inizio alla fine. Se però non ami questo tipo di umorismo pungente ed esagerato, potresti trovare pesanti e noiose le varie situazioni.
Tra un’uccisione e un problema da risolvere
L’assurdità di The Procession to Calvary si riversa persino nei vari puzzle di gioco che, spesso, ci mettono davanti a situazioni da risolvere in modo illogico e, in alcuni casi, andando letteralmente a caso. Di base, il gioco è un’avventura grafica punta e clicca che richiama ai classici del genere.
Abbiamo quindi diverse schermate statiche dentro cui troviamo varie interazioni con i PNG o con oggetti sparsi per gli scenari. Per poter avanzare è necessario risolvere dei puzzle, recuperando oggetti o convincendo qualche personaggio a fare qualcosa. Ogni enigma si struttura sempre in poche schermate e, dopo la risoluzione, si va avanti verso altri puzzle.
Va detto che anche gli enigmi di The Procession to Calvary sono assurdi, in linea con la narrazione del gioco e, spesso, richiedono di pensare fuori dagli schermi. Potremo dover convincere un uomo a darci i remi che usa come stampelle, raccogliere delle bacche oppure arrivare a compiti più assurdi, come raccogliere (letteralmente, prendendolo e infilandolo in tasca) un uomo legato a una ruota da tortura, da utilizzare per riparare un carretto rotto.
Proprio qui vediamo il difetto più grande del gioco. Nonostante alcuni enigmi possano essere risolti pensando fuori dagli schermi, molti altri sembrano avere una soluzione quasi impossibile da dedurre con i vari indizi presenti tra le schermate. Inoltre, The Procession to Calvary ha una struttura ripetitiva, ancorata in modo evidente ai classici del genere. Questo, unito ai puzzle a volte eccessivamente illogici, crea alcune situazioni di totale frustrazione, dove si inizia a cliccare a casaccio.
Una piacevole aggiunta, che invece mitiga questo difetto, è la possibilità di uccidere molti PNG. Parecchie situazioni, infatti, possono essere risolte in modo “tradizionale”, seguendo la varie richieste, oppure in una maniera più brutale, uccidendo le persone che possiedono oggetti di cui abbiamo bisogno o che ci bloccano il passaggio.
Nel complesso, The Procession to Calvary è un gioco divertente per gli amanti del genere e per chi non si lascia intimidire da alcune situazioni eccessivamente illogiche, ma difficilmente verrà apprezzato da chi non ama le avventure punta e clicca o da chi si stanca facilmente di puzzle troppo lunghi.
A spasso tra i quadri in The Procession to Calvary
The Procession to Calvary spicca soprattutto per il suo comparto artistico, che riprende a piene mani dalle classiche rappresentazioni rinascimentali. Il gioco, però, non si limita a copiare i quadri più famosi, ma parodizza continuamente ambienti, persone e situazioni, rendendo ogni schermata un concentrato di umorismo o di citazioni a meme e battute.
Il comparto tecnico presenta animazioni molto limitate, che però si sposano bene con l’estetica del titolo e donano un risultato davvero bello da vedere. Risultano invece meno piacevoli le scritte dei dialoghi, con colori troppo accesi e con uno stile che si discosta molto da quello del gioco.
Infine, il comparto sonoro è eccellente, dato che utilizza diversi brani di musica classica, perfetti per essere affiancati ai quadri e alle situazioni in cui ci imbattiamo durante il gioco.