Avviando The Protagonist: EX-1 e cliccando su “New Game”, il gamer più anziano rischia un subitaneo attacco di nostalgia: quella visuale isometrica che oggi non si vede più tanto spesso è una gioia per gli occhi di chi si è approcciato al mondo videoludico per la prima volta a cavallo tra gli anni novanta e gli anni duemila, periodo che si può considerare l’epoca d’oro dei titoli a visuale isometrica nelle loro principali declinazioni, vale a dire gli rpg (d’azione e tradizionali) e gli rts. Ma andiamo a scoprire più nel dettaglio questa prima versione di The Protagonist: EX-1, un rpg fantascientifico degno d’attenzione per tanti motivi.
Quando le società utopiche e le invasioni alieni si incontrano/scontrano
In The Protagonist: EX-1 ci troviamo proiettati in un futuro lontano in cui il pianeta Terra (non si sa se sia il nostro pianeta o un omonimo essendo chiamato con il nome latino anche in originale) è unificato e controllato da un’oligarchia di anonimi potenti nota come Council, che è riuscita a creare la società perfetta, in cui ciascun cittadino si comporta in maniera irreprensibile e dove il tasso di criminalità è sotto lo zero. Questo idillio platonico viene meno quando i cieli di Terra vengono oscurati dalla mole di navi spaziali aliene (no, non è un adattamento di Independence Day).
Onde contrastare l’invasione, numerose squadre d’incursione Terran (chi avvisa Blizzard dell’infelice omonimia?) partono per infiltrarsi sulle enormi astronavi in orbita. Tra i capisquadra c’è il comandante Angel della 5th division, la nostra protagonista, la quale, mentre si appresta ad intraprendere un’incursione sulla base aliena Ana-Mon, subisce un attacco e si ritrova imprigionata su Ana- Mon stessa in preda ad un amnesia. L’unico suo contatto con la realtà esterna è un individuo chiamato Pilot, che la aiuterà a ritrovare i suoi commilitoni della 5th division, anch’essi prigionieri, e a trovare una via di fuga.
Tattica, crafting e armi… tante armi!
Il gameplay di The Protagonist: EX-1 si presenta come quello di un normale rpg tradizionale: abbiamo un team di personaggi totalmente modificabile che dovrà farsi strada attraverso un ambientazione dal level design labirintico e farcito di puzzle. Interessante è la possibilità di dividere il team in due e di svolgere vere e proprie “azioni in simultanea”, spesso legate al raggiungimento di una determinata area protetta da particolari sistemi di sicurezza.
Per quanto riguarda il combat system abbiamo di fronte un campo di battaglia a scacchiera sul quale è necessaria una gestione oculata dei punti azione. Questi si dividono tra quelli propriamente detti per muoversi ed attaccare con armi, dispositivi ed abilità e quelli impiegati nel combattimento corpo a corpo. Quest’ultimo coinvolge l’aspetto più innovativo di The Protagonist: EX-1: il sistema M.A.C.S. (Martial Arts Combat System), che prevede la pianificazione di una serie di attacchi a mani nude su una barra in tempo reale a seconda della propria disponibilità di M.A.C.S. Points.
Le varie tecniche di attacco corpo a corpo (pugno; calcio; ginocchiata; gomitata) sono oggetto di potenziamenti specifici nelle già complesse schede personaggio, che includono una buona varietà di parametri e abilità da sbloccare e padroneggiare. Abbiamo diversificazione anche nel crafting, che coinvolge ogni item di gioco, arrivando fino degli innesti che ricordano molto quelli visti in Cyberpunk 2077. La mancanza di una precisa demarcazione tra classi rende tuttavia difficoltosa la gestione e la crescita dei personaggi, che rischiano di pagarne le spese in combattimento (alcuni nemici inquadrabili come mob risulterebbero OP già dalle prime fasi di gioco).
La recitazione c’è, l’estetica anche, la fluidità…
I personaggi risultano ben caratterizzati e i dialoghi nel complesso ben scritti. Uno scambio verbale come quello tra Angel e il suo sottoposto Radical, il quale si esprime in un ruvido scots, potrebbe entrare a buon diritto nella storia della recitazione videoludica. Quest’espressività verbale non viene tuttavia coadiuvata dalla prosopopea. Tanto le texture quanto le animazioni facciali sono infatti piuttosto grezze, ma fortunatamente non risultano innaturali (non ci troviamo di fronte ad un caso simile a quello di Mass Effect: Andromeda, che da solo è quasi bastato a mettere la parola fine ad un’immortale epopea sci-fi). La colonna sonora sa il fatto suo ma non colpisce.
Un altro problema rilevante è quello della navigazione sia in game che nei menù, che risulta poco agevole e che andrebbe riveduta. Un vero peccato pensando alla grafica che, a parte le già citate problematiche relative ai personaggi, risulta abbastanza fluida e gradevole, a parte qualche elemento eccessivamente poligonale qui e là e sporadiche animazioni “a singhiozzo”. Anche a livello estetico The Protagonist: EX-1 risulta godibile, per quanto piuttosto inflazionato a livello d’atmosfera (di angusti corridoi high-tech pervasi da toni di blu elettrico ne abbiamo a bizzeffe nel mondo videoludico).
Inutile ribadire che a nessuno piace vedere un titolo andare in crash all’avvio, e questo purtroppo è stato il caso. Speriamo di non vedere il prodotto finito ancora con quest’ultima problematica, la quale è sempre e comunque la più grave, qualunque sia il videogioco che coinvolge.
Un esordio egregio ma da non sprecare
The Protagonist: EX-1 si configura come un rpg tattico indipendente molto ambizioso, trattandosi del primo lavoro di 3Mind Games, la quale si è anche presa il rischio di proporre come debutto un titolo inquadrabile in un genere non per tutti e che non gode più della popolarità di un tempo (sebbene negli ultimi tempi stiamo assistendo ad un revival di titoli isometrici partito dal fortunato Pillars of Eternity del 2015). Che sia di buone speranze è fuori di dubbio, resta il fatto che ci sono diversi elementi da raffinare onde rendere giustizia al potenziale che questa versione early access racchiude dentro di sé e allo spiegamento di forze di certo impiegato nella sua realizzazione.