Uscito originariamente nel 2013 su PC e nel 2014 per PlayStation 3, The Raven torna grazie al lavoro di THQ Nordic che porta questo giallo di stampo classico sulle console di nuova generazione. La versione provata oggi è quella per Nintendo Switch.
Il gioco, originariamente diviso in 3 capitoli, è ambientato nel 1964. Ci troviamo a bordo dell’Orient Express, diretto in Turchia, che custodisce a bordo un carico importantissimo: uno dei due Occhi della Sfinge, gemello della gemma rubata qualche giorno prima dal British Musem di Londra da un abile ladro, finora sempre sfuggito alla cattura e pluriricercato noto come il Corvo.
Come scopriamo all’inizio del gioco in realtà si tratta di un emulatore del Corvo originale, ucciso qualche anno prima dalla sua nemesi col distintivo, l’ispettore Legrand.
Il protagonista di The Raven Remastered tuttavia non è né il celebre ladro né l’ispettore Legrand; per tutta l’avventura vestiremo i (larghi) panni dell’agente semplice della polizia svizzera Anton Jakob Zellner, che col suo aspetto dimesso da simpatico uomo di mezza età, per quanto a prima vista ispirato al celebre Hercule Poirot, tutto sembra meno che un eroe. Motivo questo che ce lo rende subito simpatico.
Zellner si trova a bordo dell’ Orient Express in rappresentanza della polizia svizzera, territorio attraversato nelle fasi iniziali dal treno su cui viaggia anche l’ispettore Legrand che sta scortando il prezioso rubino al Cairo dove, insieme alla pietra rubata, dovrebbe partecipare ad una importante esposizione
Il gioco inizia proprio con l’incontro tra lo scorbutico ispettore e l’agente Zellner che, fiutato il mistero nell’aria, cerca di proporsi come ufficiale di collegamento con la polizia britannica e di dare prova al diffidente Legrand di buone doti investigative.
Baffi a manubrio e libri gialli
Già a prima vista è intuibile come Zellner sia un personaggio ispirato al famoso detective ideato da Agatha Christie, come lui emana una innata simpatia e risulta veritiero nelle sue azioni: non ha grandi esperienze investigative alle spalle ma possiede un buono spirito d’osservazione e capacità deduttive allenate dalla lettura di innumerevoli romanzi gialli, elemento ricorrente all’interno del gioco.
Scopo di The Raven è infatti quello di omaggiare e ricreare su console le detective story più classiche che dopo un inizio in sordina, avanzano tra un colpo di scena e l’altro, con un ritmo via via sempre più incalzante in cui il protagonista si districa tra numerosi indizi e personaggi per giungere alla soluzione finale del caso.
Nello specifico i 3 episodi di cui si compone The Raven porteranno Zellner dalle Alpi svizzere, a bordo del già citato Orient Express, all’ Egitto passando per una immensa nave da crociera.
I 3 capitoli hanno una durata complessiva di circa 10 ore, a meno di non impantanarsi con le indagini, risultando sufficienti per quanto giunti alla fine del gioco rimane la voglia di continuare a seguire le peripezie dell’agente svizzero.
Gameplay
Dopo avere parlato in generale di The Raven e della sua storia, passiamo al gameplay che in un gioco di questo tipo riveste una cera importanza.
Come da tradizione nelle avventure grafiche, genere nobile ultimamente un po’ in crisi, potremo controllare Zellner all’interno delle stanze di gioco facendogli osservare l’ambiente intorno ed interagire laddove possibile con oggetti o personaggi.
Ad esempio nei primi minuti di gioco potremo esplorare i vagoni dell’Orient Express e fare la conoscenza dei personaggi presenti a bordo, interrogandoli e sostenendo con loro dei dialoghi abbastanza lunghi che pur risultando talvolta troppo verbosi, sono indispensabili per procedere nel gioco, dato che spesso dovremo risolvere alcuni piccoli problemi per conto dei passeggeri.
Tutti i personaggi che incontreremo nel gioco sono ben tratteggiati, risultando realistici, grazie anche ad un doppiaggio di buon livello; il parlato è interamente in lingua inglese ma è presente un’ottima localizzazione in italiano grazie ai sottotitoli attivabili durante la partita.
Le conversazioni che intratterremo con gli altri protagonisti della vicenda sono altresì interessanti e mai ripetitive, da seguire con la giusta attenzione per coglierne eventuali sfumature utili per le indagini.
Zellner potrà anche combinare gli oggetti rinvenuti e inseriti nell’inventario per utilizzarli alla bisogna, anche sfruttando un pizzico d’ingegno: per esempio si può utilizzare una matita per estrarne la grafite utile a rilevare le impronte digitali.
In linea di massima, in coerenza con il genere, quello che dovremo fare per tutta la durata del gioco sarà interrogare tutti quelli che incontriamo ed esaminare l’ambiente. Un gameplay classico e molto semplice, ma non per questo poco divertente.
Segnali di Stile
Detto in breve del doppiaggio possiamo spendere due parole sul comparto visivo: la remastered ha apportato alcune migliorie alla veste grafica originale, dando però una sensazione di incompiuto.
Le animazioni, specie quelle facciali, dei personaggi a tratti risultano poco credibili e dimostrano una certa imperizia: ad esempio nei primissimi minuti di gioco il nostro Zellner fa la linguaccia ad un monello che lo importuna, in questa azione tanto lo strotolare la lingua quanto l’espressione stessa dell’agente è poco realistica e nel complesso poco piacevole a vedersi.
Di tanto in tanto si manifesta qualche bug anche durante l’esplorazione dell’ambiente, ma nulla di fastidioso.
Sembrano interamente rimasti nel 2013 i filmati relativi alle cutscene; se giocando con la console in configurazione mobile non si riscontrano particolari anomalie, una volta collegata alla tv i filmati, comunque ben realizzati all’epoca, mostrano una spiacevole sgranatura.
Quanto detto sopra non inficia comunque il livello generale della remastered, che risulta comunque frutto di un buon lavoro da parte King Art Games.
Sono presenti alcuni extra relativi a concept e artwork vari, uno dei quali consente di visionare gli spartiti della colonna sonora che è veramente piacevole da ascoltare, specie nelle sue parti sinfoniche.