Nella prima parte dell’articolo, dove abbiamo visto la nascita delle idee che hanno portato Will Wright e Jeff Braun a produrre il primo simulatore di vita nella storia dei videogiochi. Durante gli anni The Sims ha continuato a espandersi fino ad arrivare ai giorni nostri, e non sono mancati i tentativi di concorrenza. I sosia di The Sims, però, sono durati ben poco dato che nessuno è mai riuscito a eguagliare il titolo tanto da meritarsi particolari attenzioni.
In questa seconda parte riprenderemo la storia da dove l’avevamo lasciata, fino ad arrivare all’incerto oggi. Perché incerto? La fine del 2024 sembra che smuoverà le acque del pacato mare in cui ha sempre navigato The Sims.
The Sims 2, il primo salto di qualità
A quattro anni e mezzo dall’uscita di The Sims, ormai noto a tutti gli amanti dei videogiochi, arriva l’annuncio e l’uscita del secondo capitolo: The Sims 2 esce su pc nel settembre del 2004. Visto il suo predecessore le aspettative sono alte e Maxis non intende certo deluderle.
Oltre alla grafica 3D, la possibilità di muovere la telecamera liberamente, e non più solo in quattro direzioni, è un’innovazione che rende possibile avvicinarsi ancora di più ai propri avatar digitali. È possibile vedere in maniera più nitida le espressioni facciali dei sims e il pannello di controllo ci offre una panoramica dei desideri e delle paure.
Grafica a parte, finalmente si ampliano le fasi evolutive della vita: i nostri sims saranno neonati, poi bebè, bambini, adolescenti, giovani adulti (grazie a una delle espansioni), adulti e infine anziani. Allo stesso tempo viene data la possibilità ai giocatori di scrivere la propria storia di famiglia nell’apposita didascalia che funge da corredo all’albero genealogico.
Alla vita si contrappone la morte, che può sopraggiungere in modi nuovi e inaspettati, come la folgorazione, a causa di insetti o perfino per un eccesso di paura.
In The Sims 2 non c’è più una sola schermata per le nostre case: vengono implementati i quartieri, grazie ai quali sarà possibile inserire la propria famiglia in un contesto sociale piuttosto che in un altro, nel quale troveremo anche famiglie già esistenti con nomi non del tutto nuovi.
Appare subito evidente come Maxis intenda portare avanti delle piccole lore, portandosi dietro dei punti cardine del gioco, come la famiglia Goth/Alberghini o il famoso Don Lotario.
Grazie alle 7 espansioni le possibilità di gioco diventano davvero infinite per quel tempo, rendendo possibili scenari come l’università, le vacanze e la vita notturna.
Ben presto The Sims 2 viene reso disponibile per MacOS, PlayStation 2, PSP, Xbox, GameBoy Advance, Nintendo DS e Nintendo GameCube. Il secondo capitolo non fa altro che ampliare ulteriormente la fama del titolo, divenuto un vero e proprio fenomeno.
Arriva The Sims 3 mostrando tutto il suo potenziale
Se il primo The Sims nel 2000 fu una rivoluzione, portata avanti e ampliata dal secondo capitolo, è con The Sims 3 che esplode il vero e proprio potenziale del gioco, tanto che ad oggi è da molti considerato il miglior capitolo (e ancora giocato).
Nel giugno 2009 The Sims 3 si presenta al pubblico videoludico accompagnato da una collector’s edition di tutto rispetto, contenente una chiavetta USB da 2 GB a forma di plumbob, l’iconico segnalino onnipresente sulla testa del sim selezionato.
Per la prima volta i nostri sims avranno la possibilità di spostarsi liberamente tra gli scenari (ad oggi, si tratta dell’unico titolo che permette di farlo), visitando case, locali o parchi, senza caricamenti nel mezzo, come fosse un open world. Si tratta di una delle features più apprezzate del titolo, insieme alla totale personalizzazione degli oggetti: ogni capo di abbigliamento, mobile o oggetto può essere di qualsiasi colore si desideri, grazie alla ruota dei colori che permette la scelta di tutte le varianti esistenti. Un enorme salto di qualità per quanto riguarda la personalizzazione che non fa altro che aumentare ulteriormente il fenomeno Sims.
Si amplia anche il discorso famiglie, con una maggiore apertura che consente di dare cognomi differenti ai vari componenti del nucleo familiare. Altra chicca di questo capitolo è la possibilità di creare le relazioni attraverso un albero genealogico, così da scegliere se e come imparentare i sims tra loro o se lasciarli coinquilini.
Con The Sims 3 iniziano le grandi collaborazioni, a partire da quella con la cantante Katy Perry, alla quale è stata dedicata l’espansione “Showtime”, che aggiunge al gioco le carriere del mondo dello spettacolo e della musica, così come quella con Ikea, o con Moschino.
Un mondo di simulazione sempre più realistico, con l’aggiunta delle stagionalità (date dall’espansione apposita) e degli stati emotivi, che ha continuato a conquistare sempre più utenti. Passeranno 5 anni di continue espansioni, stuff pack ed implementazioni prima di arrivare a quello che è ad oggi l’ultimo capitolo di The Sims rilasciato, ovvero il quarto.
L’era di The Sims 4, per molti un passo avanti e due indietro
Dopo tutto quello che The Sims 3 ha dimostrato di poter riflettere in un gioco di simulazione di vita, per The Sims 4 le aspettative erano altissime, forse anche troppo.
Il gioco viene rilasciato nel settembre del 2014, con un trailer che lascia molti di stucco per il dettaglio raggiunto. La personalizzazione dei personaggi è a dir poco totale, non solo si può scegliere tra vari stili di sopracciglia o baffi, per dire, ma nella modalità Crea un Sim è possibile cambiare i connotati dei nostri personaggi in maniera millimetrica, scegliendo il tono della voce e persino come cammineranno. Anche i colori della pelle hanno più sfumature, mentre lo stesso non si può dire per la personalizzazione.
La prima mancanza, che ha turbato gli appassionati al capitolo precedente, è l’assenza di scelta cromatica dei vari capi d’abbigliamento e oggetti, dettaglio che in The Sims 3 aveva fatto davvero la differenza nella personalizzazione. Questa è soltanto una delle prime caratteristiche, precedentemente apprezzate, assenti nel nuovo capitolo.
In città non ci si sposta più liberamente, la modalità open world non esiste più e anche per andare a trovare un vicino o per recarsi al parco dietro casa si dovrà passare attraverso una schermata di caricamento.
Ma il lutto più grande per molti è stato quello riservato alle scale a chiocciola, una caratteristica di The Sims scomparsa e che molti hanno cercato di recuperare attraverso le varie mod.
Inizialmente The Sims 4 non prevedeva i bambini piccoli, o meglio si sapeva che sarebbero stati introdotti successivamente, ma al rilascio la presenza dei toddler (bebè) non era prevista. Anche i capi d’abbigliamento presenti risultano essere pochi e semplici, mancando poi la personalizzazione il tutto risulta un po’ sotto tono.
Ma la modalità Costruisci (scale a chiocciola a parte) potrebbe ben ripagare le assenze sopra citate. Una nuova visuale e più libertà nelle costruzioni, con una rosa di scelte davvero ampia, consente di perdere ore e ore nella costruzione di una casa. Anche in questo caso gli arredi non sono il massimo della personalizzazione e si dovranno attendere i primi pack e kit per poter avere qualcosa di più personale e unico.
Si amplia moltissimo l’attenzione al carattere e alle emozioni dei sims. Gli stati umorali e quelli caratteriali sono davvero tanti e aumentano grazie agli expansion pack, così come gli scenari di gioco. Il gioco base, in questo caso, è la vera e propria base, e appare piuttosto chiaro in poco tempo che the Sims 4 intende puntare molto sulle espansioni accessorie che aggiungeranno carriere, interazioni, abbigliamento, mobili e via dicendo.
A dieci anni dall’uscita The Sims 4 vanta circa 80 contenuti extra tra Expansion pack, Stuff pack e Kit e nonostante il gioco sia recentemente diventato gratuito, per tutte le espansioni il costo si aggira attorno ai 1000€ a prezzo pieno. C’è da dire però che la stessa EA offre spesso promozioni o pack a titolo gratuito, permettendo a tutti di usufruire di qualche contenuto extra senza necessariamente dover pagare. Questo la dice lunga sul successo raggiunto in 24 anni di onorata carriera.
Siamo giunti quindi ai giorni nostri, The Sims resta ancora il re indiscusso dei simulatori di vita. Per ora. Da qualche tempo è noto che il team di sviluppo sta lavorando a project Rene, ovvero quello che sarà The Sims 5, ma la calma a volte potrebbe non essere un’arma vincente, in quanto sempre più simulatori di vita si stano facendo largo, come inZOi, del quale vi abbiamo parlato in questo articolo e che potrebbe essere il primo a fare davvero concorrenza al franchise di The Sims.
Ma dopo tutti questi anni, potrebbe davvero essere spodestato dalla concorrenza un titolo che ha cresciuto almeno due (se non più) generazioni?
Quel che è certo è che la fanbase di The Sims è ampia così come lo sono i creator, coloro che mettono a disposizione le loro creazioni nella libreria accessibile a tutti i giocatori. Allo stesso modo, in rete è pieno zeppo di mod, alcune approvate ufficialmente, che consentono di aggiungere non solo dettagli estetici ma anche interazioni e azioni nuove. E puntualmente, se ci si allontana da The Sims per dedicarsi alla vita reale, alla notizia di un nuovo kit o di uno stuff pack ci si ritrova inevitabilmente catapultati nella propria vita parallela digitale.
Quello di the Sims è senza dubbio un fenomeno che ha scritto una pagina importante nel libro della storia videoludica e che difficilmente potrà essere sostituito, per lo meno non completamente. C’è grande attesa per il quinto capitolo, ma alla data di oggi EA non ha rilasciato grandi dichiarazioni, sappiamo solo che sarà free to play, ma non abbiamo ancora una data di uscita.