Il mondo videoludico va ramificandosi in titoli di vario genere: dagli sportivi ai platform fino ad arrivare ai classici puzzle game. Tra i generi in assoluto più apprezzati personalmente, metto sul podio l’horror: la suspance, l’esplorazione, l’attenzione che bisogna fare ad ogni più piccolo particolare, i rumori di sfondo che potrebbero significare tutto e l’adrenalina nel dover scappare da un probabile pericolo mortale rendono questo genere uno dei miei preferiti in assoluto, perché riesce ad offrire non solo intrattenimento, ma permette anche di provare emozioni molto forti, esattamente come avvenuto col nostrano Martha is Dead.
Dopo svariati titoli che hanno fatto divertire e in parte storcere il naso sotto certi aspetti, Eastasiasoft ritorna sulla cresta dell’onda proponendo The Sorrowvirus: A Faceless Short Story, un titolo horror che mi è piaciuto per tanti piccoli dettagli: finalmente il team di sviluppo di titoli indie mostra il suo arsenale, riuscendo a mettere in risalto le proprie capacità e potenzialità, dimostrando di poter dire la sua, anche se qualcosa da migliorare c’è sempre.
The Sorrowvirus: A Faceless Short Story: un titolo in cui la morte non è mai stata così lunga, forse eterna
Wyatt Heyll è un giovane ragazzo malato di cancro: fin dalla tenera età la sua vita è stata travagliata e difficile, grazie alle numerose terapie affrontate e alla moltitudine di medicinali somministratigli, che di risultati ne portarono ben pochi. Il cancro stava vincendo su di lui: sulla soglia di sopportazione del suo organismo, al limite della sua scomparsa, i genitori di Wyatt notano una particolare sostanza presente su di lui, denominata Sorrowvirus. Questa sostanza può essere tanto miracolosa quanto demoniaca: riesce infatti a bloccare il processo di morte, riportando in vita chiunque, di fronte a qualsiasi casistica, ma ad un prezzo: precipitare nel Purgatorio, luogo dove poter guarire e ritornare dunque in vita.
Wyatt fa il suo ingresso nel Purgatorio riuscendo a tornare in vita, ma a carissimo prezzo: una volta ritornato, il cancro si è ripresentato più aggressivo che mai. I genitori del ragazzo lo inducono a tornare nel Purgatorio ogni volta che la sua vita stesse per terminare, creando così un ciclo infinito e paradossale, dove la vita del ragazzo diventa la sua continua morte, nella speranza di trovare una cura grazie alle particelle organiche che Wyatt riesce a riportare indietro dal Purgatorio stesso.
In un’atmosfera così surreale, dal continuo respiro corto, ci si addentrerà in un’avventura horror in prima persona, dove dalla camera ospedaliera del ragazzo inizierà un lungo viaggio all’insegna della scoperta e della conoscenza di ciò che l’ha sempre circondato, in un finale dalle continue sfumature interrogative: saranno infatti le scelte del giocatore e le sue vie intraprese a determinare come finirà la storia di Wyatt, con ben quattro finali possibili.
Se inoltre hai intenzione di salvare e spegnere la console per riprendere in un secondo momento, hai sbagliato strada: l’avventura si può completare unicamente in una singola run continua, senza salvataggi. Se spegni la tua console o ritorni al menù principale dovrai ricominciare tutto da capo, perdendo ogni dato.
Subito in azione: dalla camera d’ospedale di Wyatt ha inizio il Purgatorio
Dalla camera d’ospedale del protagonista ha inizio l’avventura, dove attraverso l’interazione con delle note sparse, di varia importanza, si riusciranno a capire i molteplici dettagli della trama. La storia è incentrata sul Purgatorio che Wyatt dovrà affrontare per ritornare ancora una volta in vita, sperando di non morire di nuovo: Il Purgatorio è un percorso personale, dove le memorie e la mente del soggetto vanno a scontrarsi col paranormale e con l’esoterismo: con questo breve concetto si introduce l’esistenza delle bambole che accompagneranno il giocatore durante tutto il gameplay.
Dalla forma simili a delle marionette, Wyatt ripercorre il suo Purgatorio accompagnato da delle bambole che non sono altro che delle riproduzioni di uno show che guardava da bambino in televisione. Queste bambole non solo mostreranno al giocatore la via da intraprendere, ma saranno anche fonte di particolari sorprese.
Abilità particolari non richieste: l’unico requisito essenziale è la voglia di scoprire, seppur con qualche difficoltà
The Sorrowvirus: A Faceless Short Story non sarà un titolo incentrato sull’abilità, sugli scontri, o sulla fuga: nulla di tutto questo. Il titolo è incentrato sulla scoperta, sulla cura minuziosa ai dettagli, all’ascolto dei dialoghi, alla risoluzione di piccoli rompicapo e alla lettura delle note da trovare sparse in tutto il Purgatorio.
L’esplorazione sarà il perno principale della storia, sulla quale verge l’atmosfera cupa e asfissiante che un posto come il Purgatorio può regalare. Nonostante sia necessaria unicamente l’esplorazione e la struttura del titolo in se sia molto equilibrata, dal carattere semplice e subito intuitivo, ci sono stati dei dettagli sotto il comparto di sviluppo tecnico che mi hanno fatto storcere un po’ il naso: molti contorni e muri sono mal programmati, riuscendo così ad oltrepassare oggetti e muri semplicemente attraversandoli, senza trovare dinanzi alcun tipo di blocco.
Altro dettaglio che ha reso l’esplorazione, e in generale l’esperienza di gioco, difficoltosa è stata senz’altro la calibratura sbagliata delle distanze tra il protagonista e gli eventuali ostacoli che possano portare ad una partita persa. Durante le esplorazioni capiterà di imbattersi in esseri umanoidi, senza volto, denominati come Esseri senz’anima, i corrotti del Purgatorio. Quest’ultimi resteranno completamente fermi, inermi, non cercheranno di aggredire il giocatore, ma se per caso si dovesse sfiorarli, quest’ultimi attaccheranno, dando quindi automaticamente partita persa e quindi dovendo ricominciare tutto il gioco da capo. Dover perdere tutti i progressi per un errore tecnico del genere non è un qualcosa di troppo gradito.
Una trama molto interessante contornata però da un’esecuzione piatta: servirebbe più movimento in un contesto simile
Nonostante il perno principale del titolo sia l’esplorazione, dell’interattività in più non sarebbe stata affatto male. Durante tutto l’arco dell’avventura bisognerà unicamente esplorare: nient’altro. Le uniche attività che si potranno svolgere saranno le risoluzione di “indovinelli” relativamente molto semplici, fin troppo: si spazia dall’accendere delle candele secondo uno schema preciso fino alla scoperta di determinati numeri per aprire dei lucchetti che tengono delle porte sigillate.
Sotto questo punto di vista un po’ d’impegno in più non sarebbe stato affatto male: dedicarsi anche a questi particolari può davvero spingere in su un prodotto, soprattutto se si parla di indovinelli: i videogiocatori vogliono impegnarsi, essere messi alla prova, scoprire con le proprie forze e non solo guardare una trama che scorre di per se.
Immersi nel Purgatorio: l’atmosfera è palpabile
Un titolo horror deve avere un certo contesto in cui il giocatore possa addentrarsi: l’intenzione di fondo del genere è non soltanto il mero spavento o creare inquiete, ma la trasmissione delle emozioni, l’influenza che quest’ultime possono avere durante tutta l’esperienza di gioco, e perché no anche fuori. Le emozioni giocano un ruolo di assoluto spessore in questo genere e l’atmosfera che questo titolo offre riesce a dare un impatto certamente non fortissimo, ma assolutamente lodevole.
I bisbigli di fondo, le scritte sui muri riportate durante tutta l’avventura, i jumpscare stessi che arrivano quando meno ce lo si aspetta, le location e i dialoghi che avvengono in certi momenti: questi sono tutti dettagli che vanno a tessere la tela dell’ansia e della pesantezza emotiva che durante l’esperienza di gioco si può vivere, che seppur non sia eccelsa a livello dei pari tripla A, è comunque molto apprezzata e lodevole.
The Sorrowvirus: A Faceless Short Story, un horror che si ritaglia il suo spazio, anche se potrebbe rendere molto di più
The Sorrowvirus: A Faceless Short Story è un titolo che va discostandosi dai classici titoli che Eastasiasoft offre, volendo così puntare su un genere dove mostrare i muscoli è essenziale: il team di sviluppo l’ha fatto a dovere, con un risultato positivo, ma come già sostenuto anche in altre recensioni, potrebbe dare molto di più riuscendo ad offrire dei titoli che possano davvero competere con gli altri pari livello.
The Sorrowvirus: A Faceless Short Story sarà disponibile il 27 aprile, su PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series S/X e Nintendo Switch, al prezzo di €14,99.