The Tale of Bistun è uno di quei giochi molto particolari, i quali non offrono al videogiocatore una vera e propria esperienza ludica fatta di tasti da premere, enigmi da risolvere, combo e quant’altro, ma è più un viaggio che ti farà immergere in un racconto senza tempo, avvolto da una storia che senza inventarsi niente di epocale, riesce grazie alla sua caratterizzazione, a tenere il giocatore incollato allo schermo in cerca di risposte e di una conclusione a questo pellegrinaggio.
La storia raccontata in The Tale of Bistun è basata sul racconto del tragico poema del XII secolo “Khosrow e Shirin“, e ci vedrà vestire i panni di uno scultore svegliatosi senza alcun ricordo e alcun avere sul monte Behistun. Iniziando a girovagare in cerca di risposte, lo scultore si imbatte in un magnifico esemplare di upupa che inizia a guidarlo per le magnifiche ambientazioni del monte.
Spinto a seguire un percorso tracciato da una voce supplicante nella sua testa e dall’esemplare di upupa, lo scultore presto scoprirà che l’intero monte è affetto da una piaga che lo sta lentamente facendo avvizzire e sta anche facendo comparire delle pericolose creature.
Si potrebbe dire una storia come molte, e non sarebbe del tutto sbagliato; il punto di forza di cui gode però il racconto di The Tale of Bistun è una narrazione a dir poco sublime, con una voce fuori campo che, oltre a raccontare gli eventi che si svolgono nel gioco, sarà l’unico interprete di tutti i personaggi. Sarà davvero molto coinvolgente ascoltare il narratore cambiare voce per interpretare i vari personaggi, e questa scelta, mista alla bravura del doppiatore, aggiunge un’enorme enfasi nell’immersione del giocatore. Per chi ha giocato o gioca ancora a Dungeons & Dragons, il coinvolgimento che questo narratore riesce a dare è lo stesso di trovarsi di fronte a un Dungeon Master di altissimo livello.
Seppur localizzato a livello di sottotitoli nella nostra lingua, The Tale of Bistun viene un po’ penalizzato dalla mancanza del doppiaggio in lingua italiana; leggere i sottotitoli non è la stessa cosa che ascoltare il narratore, però è anche vero che il doppiatore sarebbe dovuto essere all’altezza di quello inglese, altrimenti si correva il rischio di rovinare e di molto l’atmosfera.
Con questo non intendo dire che in Italia non abbiamo doppiatori validi, anzi ne abbiamo di eccellenti, ma probabilmente vista la natura indie e low budget del titolo, sarebbe stato uno sforzo troppo grande per lo sviluppatore Black Cube Games.
The Tale of Bistun, gameplay
Se da una parte questo titolo ci sbatte in faccia una potenza narrativa di tutto rispetto, dall’altra siamo di fronte a un gameplay sterile. Le parti di gioco saranno fondamentalmente divise in due, entrambe con una forte componente da walking simulator. Nel mondo eterno dei ricordi, non faremo altro che spostarci da una parte all’altra della mappa, risolvendo enigmi che non sono neanche minimamente degni di questo nome.
Difatti oltre che distruggere delle rocce di un colore, per sbloccare quelle di un altro, le quali creeranno il passaggio alla zona successiva, non faremo altro. Nel mondo eterno non potremo neanche correre, il che lo rende ulteriormente lento. Questa però è stata una palese scelta da parte dello sviluppatore per enfatizzare la narrazione, la quale calza a pennello con i tempi della risoluzione di queste mappe.
Nel mondo reale invece avremo qualcos’altro da fare, oltre che a risolvere gli stessi enigmi presenti nel mondo dei ricordi. Qui incontreremo anche i nemici portati dalla piaga che sta infestando il monte, che dovranno essere combattuti con delle meccaniche hack and slash. Purtroppo questa componente non aggiunge molto a The Tale of Bistun, presentando dei combattimenti basilari e per niente strategici, nei quali non dovremo fare altro che usare i nostri pochi attacchi a disposizione per mazzuolare i nemici e ricordarci ogni tanto di usare la schivata.
In nessun momento The Tale of Bistun si è mostrato ostile; che si sia trattato di combattimento o di risoluzione degli enigmi, il gioco scorre senza nessuna difficoltà, enfatizzando sempre di più la parte narrativa a quella giocata.
Il comparto grafico di The Tale of Bistun è adattissimo alla tipologia di gioco, con panorami colorati ed evocativi, misti ai paesaggi tenebrosi e surreali del mondo dei ricordi, che riesce ad aiutare il comparto narrativo nel coinvolgimento del giocatore, seppur presentandosi un po’ basico in fin dei conti.
Del comparto sonoro e narrativo non si può utilizzare altro aggettivo se non ottimo, e una lode va fatta al singolo narratore del gioco, mentre il gameplay si presenta rosicato fino all’osso, ma credo che anche questa sia stata una scelta dello sviluppatore in modo da non togliere niente al punto di forza di The Tale of Bistun.