Quando capita la possibilità di provare e recensire un titolo come There You Are, si capisce veramente il potere i videogiochi possono avere sulle persone e le emozioni che riescono a trasmettere. Il progetto è nato dal piccolissimo studio di sviluppo americano Funky Dango, il quale ha veramente riversato tutta la sua passione in questo gioco.
There You Are ha il coraggio di trattare una tematica veramente difficile da affrontare, dandole tutto il rispetto che merita; la scomparsa prematura di una madre vissuta nei panni della figlia. Molti altri titoli hanno per fortuna trattato tematiche importanti e sensibili, come Hellblade: Senua’s Sacrifice che tocca il tema della schizofrenia e disturbi mentali, e i più famosi Life is Strange, ma There You Are è nato proprio dalla sfortunata esperienza toccata a un membro dello studio.
Probabilmente, proprio per l’aver dovuto provare in prima persona questo dolore, il team di sviluppo è riuscito a riversare in There You Are tantissimo sentimento, rendendo questa piccola opera un grandissimo concentrato di emozione.
There You Are: voltare pagina o rimanere fermi?
Nei gioco vestiremo i panni di Su, una giovane ragazzina che ormai da alcuni anni vive senza la calorosa presenza affettiva della madre, venuta a mancare per una malattia. Su vive con il padre e le vicende prendono luogo proprio nel giorno del di lui compleanno; la giovane ragazzina si appresta a finire i preparativi per trascorrere una giornata in campeggio con il padre, usanza che si portano dietro da alcuni anni e che in origine vedeva la presenza anche della madre.
Quel giorno però il papà di Su ha una proposta: vorrebbe non andare in campeggio e trascorrere del tempo in casa assieme a una donna con la quale si frequenta da qualche tempo, ma che sembra non piacere per niente alla ragazzina nonostante le manifestazioni affettuose da parte di lei.
Qui There You Are ci permetterà di prendere alcune decisioni di dialogo scegliendo fra quelle proposte e in base alle nostre risposte il titolo porterà a due diversi finali, uno buono e uno un po’ meno.
Di per sé l’esperienza è davvero molto breve, ma risulta essere veramente intensa e coinvolgente; si riesce a provare tutto il dispiacere sia di Su che di suo padre durante i dialoghi e nel cercare di andare avanti, dispiacere che spesso sfocia in rabbia contro persone incolpevoli. Esperienza breve si, ma niente è lasciato al caso, infatti Funky Dango è riuscito a proporre qualcosa di particolare anche in delle meccaniche semplici: a un certo punto Su sarà seduta su una sedia col morale a pezzi e per farla alzare dovremo tenere premuto il tasto sinistro del mouse fino a riempire un indicatore. Dovremo farlo più volte, proprio come per imitare la forza che serve in quei momenti per metaforicamente “rimettersi in piedi“.
Descriverlo così a parole è riduttivo, perché il punto di forza dell’esperienza di There You Are è proprio il fattore emotivo che riesce a trasmettere a seconda di chi sta giocando il titolo, accompagnato anche da un’ottima colonna sonora dai toni nostalgici. Un titolo che, nonostante la sua brevissima durata, riuscirà veramente a far riflettere parecchio per ognuno dei suoi due finali, che si voglia vederli dal punto di vista di Su o di suo padre, cercando di capire che spesso non siamo soli nel soffrire e che magari quello di cui abbiamo bisogno è proprio a portata di un abbraccio.