Nel panorama dei giochi indie, spesso emergono titoli che catturano l’attenzione grazie al loro fascino e alle idee innovative, soprattutto nel genere rogue-like. Titoli come The Binding of Isaac o Hollow Knight, insieme ad altri, hanno reso questo genere uno dei più apprezzati e giocati negli ultimi anni.
In questo contesto si inserisce anche un piccolo titolo chiamato Thermonuclear, sviluppato da Meridian4 e pubblicato da Ratalaika Games.
Un Cyborg contro la guerra
La premessa narrativa dei rogue-like raramente è molto incisiva o complessa, con pochi casi che si distinguono per una narrazione ben sviluppata. Il fulcro di questi giochi è quasi sempre l’aspetto ludico, e Thermonuclear non fa eccezione. Nonostante ci immerga in un contesto affascinante, il vero punto di forza rimane il gameplay. In Thermonuclear, impersoniamo un cyborg costruito da una mega-corporazione con l’obiettivo di sconfiggere i nemici e fermare la Terza Guerra Mondiale e sconfiggere il nemico principale sconfiggere la malevola IA Allfather e mettere fine alla guerra.
Gli obiettivi del gioco sono abbastanza vari e riescono a coinvolgere il giocatore, permettendo di esplorare il mondo creato dal team di sviluppo. Tuttavia, come già accennato, non ci si deve aspettare una narrazione particolarmente elaborata: il gioco fornisce un contesto funzionale per l’azione, che risulta interessante di per sé, ma non è il focus principale dell’esperienza.
Thermonuclear, tutto per salvare il mondo
Se il contesto narrativo è interessante e ben costruito, il vero protagonista dell’esperienza di gioco in Thermonuclear è il gameplay. Come accennato, si tratta di un rogue-like in 2D. Dopo un tutorial introduttivo, in cui una scienziata ci fornisce consigli, possiamo scegliere le nostre missioni attraverso una mappa del mondo di gioco. Tuttavia, i controlli risultano poco intuitivi e, nemmeno alla fine del tutorial, vengono spiegati in modo completamente chiaro.
Una volta selezionata la missione, ci troviamo su una piccola mappa vista dall’alto, strutturata a griglia. Il movimento avviene a turni e richiede di pianificare attentamente le mosse per eliminare i nemici e completare l’obiettivo. I livelli, generati proceduralmente, cambiano a ogni partita, garantendo l’imprevedibilità tipica di molti titoli del genere. All’interno dei livelli affrontiamo nemici di varia natura, come cyborg, mutanti e altre minacce. La componente strategica è fondamentale: dovremo scegliere con cura la nostra tattica per superare ogni stage.
Un aspetto interessante del gameplay è la possibilità di sfruttare l’ambiente circostante, che diventa un elemento chiave per superare i vari livelli. Tuttavia, per affrontare sfide sempre più difficili, sarà necessario potenziare il nostro cyborg. Man mano che avanziamo, sblocchiamo nuove abilità, e per migliorare il nostro personaggio dobbiamo tornare all’hub principale, dove potremo potenziare il robot, facilitando così il superamento dei livelli successivi. Il nostro cyborg può equipaggiare fino a quattro abilità alla volta: un attacco ravvicinato, un attacco a distanza, un’abilità offensiva e una di supporto.
La difficoltà del gioco varia dal facile al molto difficile, e la lunghezza di ogni livello dipende dalle nostre abilità e dalla complessità dello stage. Sebbene il gioco permetta di raccogliere oggetti che aggiungono abilità attive o passive e di potenziare il personaggio, il bilanciamento risulta talvolta problematico. Il nostro cyborg è spesso troppo fragile, e alcune abilità non sono particolarmente efficaci, il che può rendere il gioco frustrante in alcune situazioni. Inoltre, dopo qualche ora di gioco, Thermonuclear può diventare ripetitivo a causa della scarsa varietà nei livelli e delle meccaniche che tendono a ripetersi.
Visivamente gradevole
Sul fronte artistico, Thermonuclear adotta uno stile 2D che sembra molto riprendere e si ispira alla pixel art, che non dispiace. Tuttavia, l’interfaccia non è particolarmente accattivante e potrebbe essere migliorata. Dal punto di vista tecnico, il gioco è stato testato su Nintendo Switch. Sebbene la console non sia particolarmente potente, considerando i suoi anni, il gioco si difende bene, sfruttando la sua portabilità come un punto di forza.
Non abbiamo notato cali di frame rate significativi, né problemi tecnici rilevanti, a parte qualche glitch minore, che comunque non compromette l’esperienza di gioco. A livello di sonoro le musiche sono gradevoli ma nulla di memorabile o cosi vario, mentre si segnala soltanto il doppiaggio inglese, ma risulta abbastanza comprensibile e quindi di facile lettura.