This is the President è un gioco che si pone l’obiettivo di rispondere ad una domanda comune: cosa faremmo noi se diventassimo Presidente degli Stati Uniti d’America? D’altronde è un must delle chiacchiere da bar anche in Italia, no? “Se io avessi il potere, cambierei tutto per il meglio.” “Ah, io farei molto meglio di (nome politico a caso).”
Non è un caso che il mercato dei videogiochi indie stia proliferando di giochi ibridi tra il narrativo e il gestionale, che ci gettano nel vasto e crudele mondo della politica. Non a caso, io stesso qualche mese fa ho recensito un gioco di questo tipo per iCrewPlay, Suzerain, ma ne esistono davvero tantissimi e sono in crescita.
Certo, la vasta disponibilità di titoli non indica che un genere sia facile da realizzare, i videogiocatori più navigati lo sanno bene. Un gioco di questo tipo necessita di una storia solida e interessante alle spalle, di una vasta conoscenza del settore e ovviamente di un gameplay che semplifichi i processi del sistema politico e li renda “divertenti,” ma non stupidi.
This is the President, però, sviluppato da SuperPAC, studio indipendente di cui non ho trovato informazioni, e distribuito da THQ Nordic, non proprio gli ultimi arrivati, si spinge anche oltre. Non dovremo solo gestire efficacemente un paese complesso come gli USA, ma dovremo anche far sì di evitare che i nostri errori del passato facciano terminare la nostra carriera e vita precocemente. Ci riusciremo? Questo basterà per rendere This is the President un titolo diverso dai suoi simili? Scopriamolo insieme.
Come non fosse abbastanza difficile essere Presidente
In This is the President, sei appena stato eletto Presidente degli Stati Uniti d’America. Dopo un lungo percorso di crescita professionale e politica, hai finalmente raggiunto l’apice della tua carriera diventando il leader di una delle nazioni più potenti del pianeta. Quante persone sognerebbero di essere al tuo posto? Quanto hai dovuto sudare e sacrificare per arrivare fino a qui?
Ora sta a te cambiare il corso degli eventi per il meglio, ma la vita del Presidente non è semplice come si crede: avversari politici, giornalisti desiderosi di scandali, scelte difficili, catastrofi da gestire e nazioni nemiche con cui rapportarsi diplomaticamente. Il peso del potere è un qualcosa che si tende a sottovalutare fino a quando non ci si ritrova ad esserne responsabili.
Come se questo da solo non fosse abbastanza, però, tu hai un’ulteriore spada di Damocle sulla testa: i tuoi personali scheletri nell’armadio. Se entro 4 anni non modificherai la costituzione con l’Emendamento 28, allora finirai in galera a vita per le azioni criminali che hai compiuto in passato. Riuscirai a ottenere un futuro pacifico per te e la tua famiglia o verrai schiacciato dagli ingranaggi della politica?
This is the President riesce così a creare un’atmosfera opprimente, in cui percepiamo in ogni secondo tutti i macigni che ci gravano sulle spalle e che ci obbligano spesso a prendere decisioni crudeli, spietate e difficili. Si respira un’aria di tragedia imminente mentre, attraverso le nostre scelte, cerchiamo di opporci al destino, scoprendo che poi, alla fine della fiera, un Presidente non è così libero di agire come vuole.
Un incrocio tra gioco narrativo e gestionale
In maniera simile a molti altri recenti titoli indie che si cimentano nel mondo della politica, This is the President è principalmente un gioco narrativo che pesca però anche alcuni elementi tipici dei gestionali/strategici per fonderli con il suo gameplay e renderlo il più completo ed interattivo possibile. Questa è una tipica prassi di questo sottogenere che, di base, si può giocare tutto solo con l’uso del mouse.
Fin dall’avvio sarà ben chiaro che gameplay ci troveremo davanti visto che, dopo una breve introduzione, dovremo “comporre” il nostro discorso da vincitore alla nazione scegliendo tra alcune opzioni. Non pensare che quanto scegli sia senza conseguenze perché già qui inizierai a giocarti la tua popolarità e il tuo futuro e dovrai fare attenzione a non contraddirti o a metterti in condizioni difficili.
In tal senso, This is the President non è minimamente un gioco facile, visto che ogni singola decisione ha un peso enorme su come l’intera nostra avventura si svilupperà andando avanti e non sempre sarà intuibile capire quali saranno le conseguenze, positive e negative, delle nostre scelte. Certo, la politica d’altronde è davvero così, ma non nego che questo sia a tratti frustrante in un videogioco.
Va comunque detto che This is the President segue un approccio davvero user-friendly per condurre il giocatore nelle profondità del suo gameplay. Piuttosto che riversargli in faccia tutta la sua enorme mole di opzioni e informazioni, come fanno molti titoli di questo tipo, lo prenderà per mano, sbloccandole e presentandole una volta, così da permettergli di apprendere ogni passaggio in modo completo prima di passare a quello dopo. Non che renda il tutto più facile, ma sicuramente lo rende più intuitivo.
La struttura del gioco è semplice. Ogni mese è trattato come una serie di eventi e scelte da fare. Alcuni avvengono in modo automatico e prevedono una reazione immediata, mentre altri potremo scegliere quando e come affrontarli, di questi alcuni hanno anche un limite temporale mensile e potremo lasciarli in sospeso, facendo però ben attenzione di non dimenticarcene. Alla fine del mese, ci verrà mostrato un riassunto di quanto successo e di quello che abbiamo guadagnato o perso.
Tre sono i fattori a cui dovremo infatti fare attenzione, ovvero: soldi, popolarità e l’appoggio di figure politiche influenti. Ogni nostra decisione e scelta influirà su questi tre fattori e sarà davvero, davvero difficile farli crescere tutti insieme, anzi, più spesso ne dovremo sacrificare uno in favore di un altro, ben valutando guadagni/perdite. Un politico non può essere amico di tutti e a volte la scelta migliore è quella meno popolare.
In tutto questo, infatti, non bisogna dimenticarsi che il nostro obiettivo finale non è salvare la nazione o governarla bene, ma promuovere l’emendamento 28 in modo da non venire arrestati. Per farlo avremo 4 anni e, alla fine di ogni anno, dovremo aver raggiunto un obiettivo per non incontrare un bad ending e poter proseguire nel nostro cammino. Il primo sarà raccogliere 9 milioni ed è “forse” il più semplice, ma non bisogna concentrarsi su questo, perdendo di vista quelli dopo, perché un anno politico passa velocemente.
Se poi l’obiettivo primario già non è una passeggiata, a rendere il tutto più difficile ci sono i numerosi imprevisti: catastrofi naturali, trappole degli avversari politici, rischi di scandali e vecchie amicizie “sporche” che decidono di venire allo scoperto proprio ora che sei famoso. This is the President gioca sporchissimo in tal senso e non mancheranno colpi di scena e sorprese ben poco piacevoli nella nostra corsa verso un futuro radioso.
Fortunatamente non saremo da soli nella nostra missione e potremo contare su una vera e propria equipé di figure professionali. Ognuna di queste persone è però caratterizzata tanto da pregi quanto da difetti, senza contare che difficilmente sapranno essere utili al di là del loro campo di specializzazioni. Scegliere il sottoposto migliore per il lavoro non è sempre facile e a volte saremo obbligati a metterli in situazioni difficili che ne aumenteranno lo stress (indicato con una scala da 1 a 5).
Se lo stress raggiunge il massimo, l’impiegato dovrà prendersi un periodo di riposo e questo potrebbe avvenire proprio quando hai più bisogno di lui. Senza contare che, in un mondo complesso e pieno di doppigiochisti come quello politico, puoi davvero fidarti di tutti? This is the President fa il possibile per farti credere che non ci sono persone degne di fiducia oltre a te, ma non è possibile governare senza delegare. La tua esperienza videoludica sarà costellata da compromessi che prenderai prima di tutto con te stesso.
Più di quanto era lecito aspettarsi
Se c’é un comparto che viene spesso trascurato in titoli di questo tipo è quello artistico. D’altronde si parla di giochi molto statici, dove l’importanza è più sullla giocabilità e sulla narrazione piouttosto che sulla grafica e che raramente richiedono e presentano animazioni degne di nota. This is the President riesce però ad essere un’eccezione positiva in questo campo.
Se infatti la realizzazione artistica standard, per quanto curata ed impreziosità da occasionali animazioni, sembrerà quella tipica di un gioco narrativo, con tanta attenzione al testo e all’intuitività dell’HUD piuttosto che a qualsiasi altra cosa, bisogna anche dire che il titolo non è minimamente avaro di intermezzi animati per mostrare in modo migliore gli eventi più importanti.
Tali intermezzi sono realizzati con una cura davvero degna di nota. Una specie di incrocio tra disegni 2D e animazione, che riesce a veicolare in maniera più che ottimale le emozioni desiderate senza per questo risultare scontato o imbarazzante. Anzi, il connubio immagini/musica è davvero uno dei punti qualitativamente più alti di This is the President.
Non è però tutto oro quello che luccica ed il comparto artistico, pur mostrando una cura ed un amore inaspettati in un gioco di questo tipo, riesce comunque ad avere alcune cadute di stile sia dal punto di vista grafico, con ritratti a volte davvero bruttini, che musicali, con una selezione, soprattutto nell’HUD generico, che non sempre pare ponderata e ben legata alle emozioni che dovremmo provare in quel momento.
Vita e morte di un Presidente
Concludendo la nostra recensione, This is the President non è solo un ottimo gioco narrativo/gestionale ambientato nel mondo della politica, ma riesce ad essere proprio un buon titolo a tutto tondo. Certo, bisogna avere una certa predisposizione a questo genere perché è pur sempre un gioco molto statico e con poca “azione” in senso stretto.
Per tutti coloro che non ritengono l’azione come componente fondamentale del proprio divertimento videoludico, This is the President è un’ottima scelta grazie soprattutto ad un buon gameplay e ad una storia accattivante, ben narrata, piena di svolgimenti sorprendenti e molto, molto coinvolgente. Sarà facile passare ore a giocare al titolo senza rendersene conto e questo è indubbiamente un pregio.
Ciliegina sulla torta: la durata. This is the President non soffre della tipica “cortezza” dei giochi di questo tipo ed una run richiederà diverse ore per essere completata (a meno che non si incontri un bad ending). Inoltre, l’enorme mole di possibilità e scelte presentate nel corso della partita incrementano parecchio la rigiocabilità visto che saremo spinti a ripartire per “provare qualcosa di diverso” ed ottenere magari un altro finale.
Al di là di questo, comunque This is the President non è un gioco perfetto. Ha parecchi difetti, tutti superabili, ma comunque presenti. Non ultimo il fatto che l’intero gioco è disponibile solo in lingua inglese e russa. Insomma, se non sai l’inglese, non potrai goderti questo titolo ed è un vero peccato. This is the President sarà disponibile dal 6 dicembre per l’acquisto su Steam e, se non ti è ancora chiaro, ti consiglio vivamente di dargli almeno una possibilità. Non te ne pentirai.