Quei compratori seriali di espadrillas della Outlier devono amare molto la fantascienza ed i grandi classici del genere, farcendo di citazioni e situazioni analoghe il loro titolo. This Means Warp è un titolo che non ha grandi ambizioni, se non divertire negli anni a venire. Vediamo se gli angustiatori di tastiere ed i loro trionfanti amici della Jagex hanno beccato il bersaglio, vieni con me a scoprire questo nuovo titolo per console di questa e passata generazione, oltre alla sempiterna versione Steam, vamonos.
Primo contatto
Come dicevamo, This Means Warp non fa nulla per spiegarci chi è chi e perché chi fa che, dopo un filmato di pochi secondi dove viene mostrata la truce cattiveria della razza aliena Norg, eccoci li a gestire una piccola astronave, pronti a debellare il male. Certo, le risorse della difesa aerospaziale devono essere ai minimi termini viste le forze della controffensiva messe in campo. Durante la tua avventura incontrerai altri personaggi, dei quali non sapremo mai più di nulla e via, verso il centro dell’universo… o forse era un altro gioco?
Chi è Bob?
Semplice la dinamica di questo This Means Warp. Vagherai in una mini mappa procedurale a settori, dove in ognuno avrai una situazione diversa. Ti capiterà generalmente di dover intraprendere uno scontro con una nave nemica, ma non solo. Potrai scoprire nuovi strumenti o compagni di viaggio, pronti ad avventurarsi nella missione assieme a te. Il tutto al fine di migliorare la propria difesa, o potenza di fuoco.
Sarai tu a scegliere di volta in volta se far salire questo o quel personaggio, se potenziare le armi o gli scudi. In tutto ci saranno 8 personaggi, con diverse potenzialità. Si va da Bob, il personaggio più lineare, ma dal tondeggiante fisico, fino a Nobnob, un uccello di forma umanoide con doti missilistiche, ma senza qualità tecniche per quanto riguarda la riparazione.
Ogni personaggio imbarcato ha un menù dedicato, dove potrai dettare ordini riguardo cosa deve o non deve toccare. Questo crea dinamiche interessanti sulla gestione della nave durante i combattimenti. Il tutto funziona bene, ma ovviamente il single player è solo una fucina per acquisire le dinamiche di gioco.
Infatti This Means Warp principalmente è un roguelite multiplayer fatto e finito. E, in questa sezione, il divertimento mette il boost ed organizzarsi con gli altri tre componenti crea situazioni paradossali. Diciamoci la verità recluta, gli scontri diverranno anche più gestibili. Ma qui il pericolo più grande non sono gli alieni, ma il matchmaking. Nonostante abbia impostato il crossplay ogni tentativo si è risolto in una lunga, snervante, ma soprattutto inutile attesa.
Una nuova speranza
La grafica è molto cartoonosa, con personaggi in stile super deformed. Sinceramente non apprezzo lo stile ma son gusti. Quello che non mi è chiaro è il comparto sonoro. Il sottofondo è sul melodrammatico andante, cosa che stona particolarmente con la tipologia di design ed il clima comedy. Ho apprezzato le varie citazioni, infatti se sei un trekker coglierai ogni sfumatura. Ad esempio uno dei personaggi si chiama capitano Krik (con buona pace del nostro Ortolani e dell’omonimo personaggio della serie Rat-Man), ma non solo.
Sarai accompagnato nel tutorial da un’IA di nome Richard, rappresentata nella forma da un cerchio rosso inquietante, ricorda nulla? Certo che sì, il super computer Hal 9000 del celebre titolo di Kubrick. Dal lato tecnico nulla da riferire, nessun bug, gameplay semplice ed immediato. Rimane quella bega del multiplayer che ci accompagnerà in un lungo, solitario viaggio nel nulla.