Recentemente ho avuto il piacere di testare con mano Thymesia, l’ultima fatica di OverBorder Studio e dopo giorni e giorni di gioco e soprattutto infinito impegno, sono finalmente pronto per dirti cosa ne penso.
Mi sarà piaciuto? Oppure c’è ancora molto da fare? Rimani qui con noi e di certo tra poco saprai tutto in merito a questo nuovo gioco!
Thymesia, la recensione completa!
Prima di iniziare, voglio come sempre ritagliarmi un piccolo spazio mirato a presentarti il gioco. In questa recensione ti parlerò di Thymesia, che nel caso non lo sapessi è un soulslike. Il protagonista si chiama Corvus ed è l’ultima speranza del suo popolo.
Infatti una piaga ha contagiato l’intero regno, rendendo le persone dei veri e propri mostri senza anima. Sarà compito del dottore ricostruire i fatti e salvare la razza umana dall’estinzione. Al di là di questo voglio premetterlo subito, in Thymesia morire è praticamente all’ordine del giorno, perciò preparati!
Senza troppi fronzoli, si è già in azione!
Thymesia è uno di quei giochi che non si spendono in mezza parola: dopo cinque secondi dall’avvio, mi sono subito ritrovato nel pieno dell’azione. Senza uno straccio di prologo e di introduzione. Questo non è necessariamente un male, perché è fin da subito palese che le vicissitudini dietro al mondo di gioco dovrai scoprirle tu, pezzo dopo pezzo in modo tale da rendere il viaggio quanto più personale possibile.
Discorso diverso è senza dubbio il tutorial. Chiariamoci, dopo qualche secondo di gameplay ti ritroverai di fronte il primo nemico e dopo altrettanti pochi secondi sarai già davanti al primo miniboss.
Tutto molto bello se non fosse che gli sviluppatori di Thymesia non danno abbastanza tempo al player per abituarsi alle meccaniche del loro prodotto. Sarai fin da subito sventrato a morte dai nemici ripetutamente e se questo può essere una goduria per i giocatori alla ricerca della sfida, i pochi consigli iniziali di certo non sono sufficienti per aiutare i giocatori più tranquilli ad abituarsi al mondo di gioco.
Avrei preferito un primo capitolo molto più graduale, in modo tale da prendere confidenza con i comandi di gioco, ma queste sono scelte di sviluppo che non posso criticare neanche troppo, considerato il genere a cui si ispira Thymesia!
Un gameplay che convince
Sicuramente il gameplay offerto da Thymesia è più che riuscito e in pieno stile soulslike, seppur non esente da difetti, ma andiamo con ordine. Innanzitutto posso dirti che le meccaniche offerte dagli sviluppatori sono all’inizio molto semplici ma che nel corso del gioco possono ricevere svariati upgrade fino a diventare davvero complesse.
Banalmente ci sarà un tasto per schivare i colpi, uno per parare, uno per attaccare e infine uno per risucchiare abilità e parte della vita dei nemici.
Per padroneggiare Thymesia dovrai avere innanzitutto un tempismo perfetto, in quanto si tratta di un prodotto pensato per distruggerti in ogni modo possibile, quindi per parare un colpo per esempio, dovrai avere un timing a dir poco preciso mentre per schivare dovrai sempre prevedere la mossa dell’avversario.
Poi veniamo al contrattacco, dove non basterà colpire ripetutamente un nemico. Dovrai infatti anche trovare un’apertura nella sua combo in modo tale da risucchiargli vita prima che lui la possa recuperare.
Insomma, voglio ribadirlo: morirai e morirai e dovrai sfruttare ogni morte nel miglior modo possibile perché ogni fallimento è la chiave del futuro successo, in quanto ti consente di studiare ogni virgola del nemico fino ad arrivare a conoscere il suo moveset alla perfezione!
Al di là di questo ci sono degli elementi che vanno assolutamente rifiniti, come la possibilità di cambiare il soggetto del blocco della visuale, i nemici comuni fin troppo aggressivi che non ti danno sistematicamente il tempo di contrattaccare e un IA non sempre all’altezza durante gli inseguimenti, ma di questo parleremo dopo!
Morire è all’ordine del giorno
In Thymesia il più delle volte morirai, riprenderai i tuoi punti (necessari per potenziarti) nel luogo della tua ultima morte, per poi morire ulteriormente. Insomma, il concetto è che il gioco è molto difficile e di certo non è adatto a un pubblico poco paziente e non avvezzo al genere.
Se non ti piace dover ripetere infinite volte un pezzettino di mappa, ritrovarti i nemici già sconfitti lì ad aspettarti dopo ogni morte e situazioni di questo tipo, te lo voglio dire fin da subito: lascia perdere, non è il gioco che fa per te.
Se invece sei un amante delle sfide, ami i soulslike e vuoi un’ambientazione diversa e accattivante, allora amerai Thymesia. Procedere non è mai semplice, dovrai impegnarti al 100% e anche facendolo non è detto che ci riuscirai!
Un’IA non sempre al top
Prima ti ho accennato dell’IA dei nemici, ora voglio spenderci due veloci parole: quando si tratta dei combattimenti, le critiche che si possono fare agli avversari sono ben poche. Gli sviluppatori hanno optato per ingenti danni da ogni attacco, questo rende i nemici temibili e mai scontati.
Inoltre ho notato che i boss e i miniboss molto spesso randomizzano il pattern degli attacchi, rendendoli imprevedibili. Chiariamoci, questo non avviene sempre, molte volte a un attacco pesante segue uno leggero, ma alcune volte l’ordine cambia stroncando una possibile apertura.
Il problema dell’IA salta invece fuori durante gli inseguimenti. Se per esempio salirai una scala inseguito da un nemico, esso si fermerà e tirerà dei colpi alla scala incessantemente, segno che il sistema non prevede tale dinamica.
Poi ho notato che alcuni avversari arrivati a un certo punto della mappa, smettono di seguirti, rendendoti la vita facile. Ti faccio un esempio pratico: immagina di tracciare una linea invisibile per terra. I nemici non andranno mai oltre quella linea, quindi ti basterà oltrepassarla per continuare a colpirli senza ricevere contrattacchi. Questo è senza dubbio un aspetto che va limato perché rende il gioco semplice in alcuni punti.
Delle ambientazioni a dir poco suggestive
Se c’è un fattore che ho amato di Thymesia è sicuramente l’ambiente di gioco. Gli sviluppatori hanno ricreato un’atmosfera che mi ricorda molto un misto tra una Firenze del 1300 e un qualcosa di tetro e oscuro. C’è da perdersi nel guardare le stradine di città o i vari cadaveri sparsi per i vicoli. Inoltre, alcune volte spaccando barili o barricate in legno ti ritroverai a scoprire passaggi alternativi che nascondono misteri.
Un ulteriore elemento che ho amato sono sicuramente le note lasciate dagli sviluppatori. A volte indicano cosa era solito succedere in determinati luoghi, altre invece racchiudono testimonianze post o pre infezione.
Insomma, la maniera migliore per godersi Thymesia è quella di soffermarsi sui dettagli e leggere tutte queste piccole testimonianze che troverai appese a tavoli e muri!
Un’ottimizzazione da rivedere
Se da un lato dico tanto di cappello per la grafica, dall’altro non sono per nulla soddisfatto dell’ottimizzazione. Al di là di qualche piccolo crash che si è presentato, moltissime volte sono stato accolto da schermate che mi avvertivano di alcuni crash di elementi interni al gioco e in generale il titolo è abbastanza oneroso di risorse per quello che mostra.
Sicuramente un lavoro di ottimizzazione sarebbe da contemplare, c’è anche da dire però che Thymesia non è ancora stato rilasciato al momento di questa review, quindi quando leggerai la situazione potrebbe essere migliorata!