Tiger Heli è un titolo che prende a piene mani dal genere degli shoot ’em up, proponendo al giocatore un gameplay classico e una struttura di gioco che fin dall’inizio sa di “già visto”. Parliamo infatti di un titolo pubblicato in un periodo dove il genere andava profondamente di moda e che, per certi versi, è considerato a suo modo innovativo. Se sei già appassionato del genere, saprai quindi cosa aspettarti, soprattutto se sei alla riscoperta di vecchi classici, come quelli presenti nella Toaplan Arcade Shoot ’em Up.
Niente storia, si spara!
Tiger Heli non ha alcuna storia, ma proietta immediatamente il giocatore nel cuore dell’azione. Come accade spesso in questi casi, però, ci troviamo di fronte a un contesto narrativo abbozzato dall’estetica generale: impersoniamo il pilota di un elicottero militare, che viene mandato a riconquistare dei territori persi dopo un conflitto armato.
Tutto questo non diventa mai una narrazione degna di questo nome, ma considerando il genere di riferimento questo non è un difetto. Per certi versi, però, questa estetica separa il titolo dagli altri congeneri, vista l’ambientazione realistica staccata dai classici voli spaziali.
Il gameplay di Tiger Heli
Tiger Heli propone un loop di gameplay molto stretto e decisamente classico. Il giocatore si ritrova semplicemente a navigare livelli lineari a scorrimento verticale, sparando tutto ciò che si muove. Si parte quindi da un punto A, si arriva a un punto B dove si conclude il livello.
Come sempre, navigando per i livelli è possibile raccogliere power up più o meno efficaci, che in questo caso si concretizzano principalmente in vite extra, o in elicotterini aggiuntivi che entrano in formazione con il nostro, facendo fuoco frontalmente o lateralmente.
Di base, però, il gameplay resta ancorato alla semplicità delle basi: si avanza evitando i colpi a schermo, lenti ed evidenti, e si sparano tutti i nemici visibili. Si ha poi a disposizione la classica bomba, utile per ripulire il terreno nei momenti più difficili.
Tiger Heli, però, si dimostra molto semplice, ad esempio nel sistema di power up, che non eguaglia mai le complessità di videogiochi come Raiden o R-Type (da poco arrivato al terzo), che però sono venuti qualche anno dopo. Il sistema di fuoco non varia più di tanto e non ci sono cambiamenti troppo evidenti nell’elicottero stesso. Visto il suo anno d’uscita e trattandosi questo di un porting, però, non siamo davanti a un difetto, ma a una caratteristica del titolo originale, che comunque ha qualche asso nella manica.
Per i livelli sono infatti sparsi segreti sotto forma di oggetti che, se distrutti, possono aumentare il punteggio, come casse speciali, oggetti distruttibili, ma anche macchine in movimento. Un ulteriore bonus viene dato se si conclude il livello con elicotteri extra e senza aver utilizzato la bomba. In pratica, Tiger Heli è un videogioco arcade fino al midollo, da giocare soprattutto per testare le skill individuali.
Nonostante la sua semplicità di fondo, infatti, il titolo resta comunque divertente da giocare e rigiocare. Chiaramente, proprio per questa stessa semplicità, non va paragonato a shoot ’em up più recenti e, allo stesso modo, pecca della ripetitività tipica di questa formula dal loop di gameplay così stretto. Questo porting, però, si dimostra davvero ottimo, grazie a una generale stabilità, accompagnata da piccoli quality of life update, come quick save/quick load, una modalità per fare pratica e così via.
In sintesi, Tiger Heli è un titolo semplice e immediato, molto più che altri congeneri, ma questo non impedisce al gameplay di divertire il giocatore, soprattutto quello alla ricerca di videogiochi storici da riscoprire. Se cerchi uno shoot ’em up per avvicinarti al genere, trovi di meglio in alcuni titoli moderni, se invece vuoi riscoprire il passato, questo porting è un’ottima occasione.
Tecnicamente al top
Il comparto tecnico di Tiger Heli non è troppo elaborato, ma è in linea con quanto ci si aspetterebbe da un titolo dell’epoca. Gli ambienti sono dettagliati e colorati, appunto considerando il periodo d’uscita, e le animazioni in fondo sono soddisfacenti. Questo porting, poi, riesce a portare su PC un’esperienza stabile e senza compromessi.
Il comparto artistico si dimostra invece generico e privo di mordente, anche per via dell’ambientazione scelta.
Infine, il comparto sonoro non è troppo interessante, ma si limita a fare il loro dovere.