Disponibile anche su PlayStation 4 e PC (tramite Steam), Timothy vs the Aliens è un platform open-world d’azione con dinamiche shooter e puzzle. Il titolo di WildSphere è approdato anche su Nintendo Switch promettendo un’avventura completa, ricca d’azione e di colpi di scena; avrà fatto come promesso? Vediamo insieme come se la cava questo gioco.
Trama e gameplay di Timothy vs the Aliens
Timothy è un gangster che, in giovanissima età, riceve una visita da un gruppo di alieni. Gli strani esseri concedono al protagonista il potere di rallentare il tempo per sventare una futura invasione aliena, che ha come obiettivo quello di distruggere gli abitanti di Little Fish City; Tocca a Timothy salvare la sua città e mettere al riparo gli abitanti dalla minaccia aliena.
Timothy vs the Aliens è un platform open-world con dinamiche shooter e qualche puzzle ambientale sparso nel corso dell’avventura. L’aspetto che mi ha colpito di più di questo titolo è sicuramente l’ambientazione noir e le musiche in perfetto stile anni’30.
Andare in giro armati di pistola con in sottofondo delle ammiccanti note Jazz, riproduce perfettamente lo stile del mafioso e immette nella parte. La città di Little Fish City è davvero molto carina anche se è poco viva. Ci sono pochi locali nei quali il protagonista può entrare e poche occasioni di interazioni sia con l’ambiente che con gli abitanti. In ogni caso, queste potrebbero essere scelte tecniche legate al budget e non di altro genere.
L’impatto visivo di Timothy vs the Aliens è sicuramente notevole, purtroppo però il gameplay non è altrettanto forte o comunque all’altezza delle aspettative che mi ero creata in un primo momento. Le dinamiche platform del titolo sono sicuramente in stile retrò ma non integrano le migliorie del genere, trascinandosi tutti i limiti del tempo.
In Timothy vs the Aliens, il protagonista può andare in giro nella città come lo desidera ma lo fa in modo goffo e lento. Può salire solo in alcuni punti con salti davvero imbarazzanti e scomodi i quali spesso portano a cadere dalle piattaforme.
I nemici rappresentati da piccoli alieni arancioni, saranno davvero fastidiosi precipitandosi costantemente contro Timothy, ma al giocatore basterà usare di continuo l’abilità che permetterà di rallentare il tempo per schivarli agilmente. I nemici sono sempre gli stessi con pochissima varietà di alieni da battere e questo rende il tutto monotono e noioso.
Al giocatore verrà data abbastanza presto la possibilità di spostarsi con la macchina, ma i comandi sono “pesanti” e mal assortiti. Se si sbatte su un albero probabilmente è lì che passeremo il week-end. La scomodità di guidare sta anche nel fatto che, una volta sulla vettura, la mini-mappa sparirà dallo schermo rendendo difficile arrivare a destinazione senza consultare la mappa.
Timothy vs the Aliens dispone anche della possibilità di acquistare armi e chiavi speciali, i quali consentono di guidare la macchina o sbloccare alcune aree del gioco. Per comprare ovviamente servono dei soldi ma il punto è questo: i soldi si trovano in giro per tutta la città, sono in ogni angolo e se si esce da una zona e si entra in un’altra, si rigenerano rendendo inutile lo stesso concetto di acquisto. Probabilmente anche se l’idea è carina, trovo inutile dover acquistare qualcosa se i soldi mi vengono regalati. Un sistema di missioni secondarie più sviluppato avrebbe consentito di fare soldi in modo più soddisfacente e meno “ridicolo”.
Timothy riesce ad aggrapparsi solo in alcuni punti, mentre in altri, dove si potrebbe tranquillamente passare, non è possibile salire. Anche questo aspetto, alla lunga, risulta fastidioso ed è appunto troppo datato come sistema. Il vero problema di Timothy vs the Aliens è un sistema di gameplay stantio che sembra prendere tutti i difetti del genere platform che ci siamo lasciati alle spalle. Sebbene si voglia riprenderne lo stile, bisogna considerare sempre che, per funzionare, un titolo deve comunque aggiornarsi, in alcuni aspetti, alla contemporaneità videoludica.
La IA degli alieni è davvero basilare e non rappresenta una vera e propria sfida se si usa in modo saggio l’abilità di Timothy, non dando al giocatore il senso di sfida. Apprezzabili invece, i riferimenti allo stile mafioso del Padrino e il percorso di redenzione del personaggio che da egoista e spietato, si trasforma in eroe della città.
Grafica e sound: un fantastico stile anni’ 30
Come accennato in precedenza, lo stile artistico del titolo è l’unica cosa che funziona davvero e che colpisce immediatamente lo sguardo. Per chi ama lo stile noir, Timothy vs the Aliens ha sicuramente un impatto immediato e conquista, ricreando l’atmosfera dei film del genere negli anni’30. Molto carino e caratteristico il design 3D dei personaggi che riflettono in modo vagamente “ironico” gli stereotipi della mafia del tempo.
Per quanto riguarda il comparto sonoro, bè… nulla da dire. Il repertorio musicale scelto in Timothy vs the Aliens è calzante con lo stile ed è riprodotto in modo limpido e pulito. Sicuramente, il sonoro è quello che rende questo platform degno di essere preso in considerazione e si lega perfettamente allo stile grafico, rendendo il tutto più divertente e dinamico.