Recensire un indie, l’ho scritto più volte, non è sempre cosa facile. Questo perchè, come nella vita vera non tutto è bianco o nero, ma in mezzo ci sono sempre delle sfumature di cui tenere conto.
Questo vale a maggior ragione in un titolo come Together (o to get her) in cui bianco, nero e colori si alternano costituendo l’elemento principale del gioco.
Applicando quanto espresso sopra al mondo dei videogiochi in generale, ne consegue che possiamo trovarci davanti titoli non orribili di per sé, ma che al tempo stesso risulta difficile consigliare o giocare. Together è uno di questi.
Scolorire e ricolorare
L’adventure puzzle di The Dust mostra scarsa originalità dalla trama, che in realtà è poco più di un pretesto per avviare il gioco: la perfida Mona Chrome, nomen omen, ha deciso di eliminare i colori del mondo, tocca quindi a noi intervenire per ridonare al mondo la varietà cromatica che merita.
Comincia così un viaggio diviso in 4 aree, a loro volta comprendenti 5 livelli ciascuna, con ambientazioni diverse tra loro ma abbastanza classiche: una metropoli occidentale, una città orientale alla Aladdin, una foresta e il caro vecchio selvaggio West.
Si tratta di livelli nel complesso molto semplici, con una struttura falsamente labirintica in cui ogni svolta ci condurrà ad uno dei prismi colorati da raccogliere per colorare la zona circostante. La comoda presenza del classico cartello verde che indica l’uscita rende praticamente impossibile perderci.
In ogni livello ci sono in totale 15 prodigiosi poliedri, ma raccoglierli non è fondamentale per avanzare nei livelli; basta arrivare all’uscita per avanzare di livello e completare le zone a disposizione.
Abbastanza basso anche il livello di sfida fornito dai nemici, che sono in massima parte tizi abbastanza ordinari capitati nel posto sbagliato al momento sbagliato e che hanno perso la ragione insieme al proprio colore. In pochi colpi avremo la meglio e potremo proseguire senza troppi problemi. Del resto un ragioniere pelato o un abitante di Agrabah potrebbero essere un nemico ostico per l’eroe medio di un videogioco?
A proposito di eroi, il gioco già dal suo titolo ci invita a giocare in coppia per aumentare il divertimento: questo è in parte vero, perchè allevia la noia che immancabilmente colpirà il giocatore dopo un paio di quadri, ma sicuramente non è indispensabile per completare il gioco.
Sia giocando da soli, sia giocando in 2 giocatori, potremo scegliere una coppia di personaggi tra i 12 disponibili in totale, non tutti disponibili dall’inizio. Visto il tono generale del gioco, tutti i protagonisti sono parodie più o meno palesi e più o meno riuscite di personaggi di altre opere: si va dallo scienziato ubriaco armato di rutti tossici, chiaramente ispirato a Rick Sanchez del divertentissimo Rick e Morty al cacciatore di mostri con tanto di Pikapanda che ricorda Ash Ketchum, passando per Robin Food e una principessa à la Sailor Moon o l’immancabile parodia del supereroe Marvel, in questo caso un Thor armato di un normale martello da carpentiere.
Ogni personaggio dispone di un attacco principale studiato appositamente per lui (vedi per l’appunto il rutto del falso Rick) più un paio di abilità speciali che vanno dal classico scudo protettivo allo scatto alla possibilità di rallentare il tempo per una manciata di secondi. Nulla di sconvolgente anche qui.
Tra una zona\capitolo e l’altra, un filmato di intermezzo sotto forma di fumetto porta avanti la trama cercando allo stesso tempo di risultare divertente.
Purtroppo, anche in questo frangente emerge il problema principale di Together: la totale mancanza di originalità. Tutto, a cominciare dai già citati personaggi, sa di visto e stravisto e quasi nulla spinge il giocatore a proseguire nel gioco, se non la curiosità di scoprire tutti i personaggi segreti.
Intendiamoci, come già detto in apertura, valutare Together non è semplicissimo: il gioco non ha evidenti difetti, il gameplay funziona e i personaggi potrebbero anche sembrare ben riusciti.
Il problema è che nel complesso è un titolo difficile da consigliare; i 6,99€ richiesti per acquistarlo possono essere impiegati meglio abbastanza semplicemente, con tutte le offerte che troviamo costantemente nel Nintendo eShop.
Non bastano una grafica pulita, con una palette supercolorata e qualche citazione divertente per rendere appetibile un prodotto come tanti.
Persino il comparto sonoro è troppo derivativo, con campionature sonore che “ricordano” un po’ troppo da vicino effetti sonori di The Legend of Zelda e altri titoli ormai entrati nell’immaginario collettivo.