Bentornato lettore di iCrewPlay.com per una nuova recensione. Oggi parleremo di Tokyo School Life una visual novel uscita recentemente su Nintendo Switch e già presente su Pc dal 2015. Il suddetto gioco è stato sviluppato da M2, creatore anche di molti titoli già presenti sulle console Nintendo come Sonic per Nintendo 3Ds.
Scopriamo la fauna locale
Durante la nostra avventura vestiamo i panni di un giovane ragazzo che, grazie al suo duro lavoro, ha vinto un viaggio nel Paese del Sol Levante, dove ha la possibilità di visitare una scuola superiore e di ammirare le abitudini, le tradizioni del luogo, e sopratutto la “fauna locale”, per due settimane.
Spinto dal suo essere un otaku accanito, lo studente specifica chiaramente che, oltre che passare una settimana nella scuola, cercherà di incontrare ragazze asiatiche. Infatti, passato non molto tempo dall’inizio della visual novel incontriamo Karin, una ragazza esuberante, tsundere e anche un po’ violenta che ci accusa svariate volte nel corso del gioco di varie cose, aspetto tipico per un personaggio ben caratterizzato come la maggior parte di quelli che possiamo trovare all’interno del gioco.
Dopo aver parlato con lei e dopo essermi preso la colpa di essere un pervertito, incontro le altre due ragazze protagoniste del gioco, ovvero Aoi e Sakura. La prima è una ragazza piccolina che, all’apparenza, sembra molto timida, ma vi assicuro che non è cosi! E’ specializzata in arti marziali. Sakura, invece, è la classica ragazza molto intelligente, tranquilla e gentile. Anche lei, come noi, è una otaku, come dal classico stereotipo dei personaggi nipponici. Quest’ultima però ha una malattia, che nel gioco non viene direttamente menzionata, ma che la fa svenire più volte in una buona parte dei momenti della storia.
A differenza di altre visual novel, come ad esempio Doki Doki Literature Club, per seguire una determinata route dobbiamo molto semplicemente rispondere ad alcune domande che ci faranno aumentare il livello di affinità con la ragazza che apprezzerà la risposta senza però poter vedere effettivamente come la nostra avventura sta procedendo, almeno all’inizio.
La storia va avanti piuttosto velocemente, nonostante questa sia composta complessivamente da 11 capitoli, e una volta guadagnata l’affinità di una o tutte le ragazze mi viene data la possibilità di scegliere il posto per una gita scolastica sempre in base ai gusti delle tre ragazze. In caso contrario il gioco termina subito dopo la gita scolastica con un altro personaggio maschile della classe. Due finali che non danno un tempo di gioco per niente alto, direi quasi insufficiente.
Una grafica con i fiocchi, ma il resto?
La grafica di Tokyo School Life è “rivoluzionaria”, a differenza di alcune visual novel già presenti e molto conosciute, come il già citato Doki Doki Literature Club. Presenta una grafica che ci offre la bellezza dei modelli 3D, niente più disegni classici per ogni azione dei personaggi, abbiamo figure tridimensionali che ci danno l’impressione di un maggior realismo, e di conseguenza una maggiore immersione nella storia.
Nonostante ciò lo sfondo è sempre fermo, a muoversi sono solo le nostre tre protagoniste. Ogni qualvolta interagiamo con un di esse il dialogo ci verrà riportato a schermo in varie lingue tra cui inglese, giapponese, hiragana e romaji, che si possono scegliere dal menù principale. Non è presente l’italiano. La velocità con cui scorre il testo è programmabile anch’essa dal menù. Abbiamo anche la possibilità, come da tradizione, di saltare i dialoghi che abbiamo già vissuto in un’altra route.
Il gioco inoltre è dotato di autosalvataggio, ma in ogni caso possiamo salvare ogni volta che vogliamo, anche per tornare indietro nella storia e conquistare l’affetto di tutte le ragazze. Per questo però ci viene in aiuto la funzione di salto che, appunto, ci permette di tornare indietro nella storia in base ai dialoghi effettuati con le tre protagoniste.
Per quanto riguarda gli effetti sonori e le soundtrack sono originali e molto orecchiabili, ma questo solo all’inizio visto che a lungo andare diventano fastidiose per colpa della loro eccessiva ripetitività. Le voci invece, per gli amanti del genere, a parer mio sono il punto forte in quanto il doppiaggio è fatto molto bene. Questo fattore può anche aiutare, assieme ai sottotitoli, nello studio della lingua Giapponese, l’unica cosa che non ho sopportato son state quelle poche volte in cui le ragazze provavano a parlare in inglese.
Infine i il gioco supporta sia il touch-screen che i tasti della console.