The Division 2, il ritorno della saga post apocalittica di Tom Clancy.
Non sappiamo bene perchè ci troviamo a Washington; una donna ci ha detto di venire qui.
Nella capitale degli Stati Uniti ci sono civili sofferenti, bande armate e noi Agenti siamo gli unici in grado di potere fare qualcosa; noi e il secondo emendamento.
Non abbiamo realmente idea di cosa accada realmente alle persone che incontriamo; ma fintanto che aiutiamo le persone in difficoltà, mettiamo i cattivi a nanna e camminiamo per le vie della capitale raccogliendo equipaggiamento di tanto in tanto, possiamo essere contenti di rimanere.
La Divisione
Nell’universo di The Division 2, gli Stati Uniti sono stati devastati da un’epidemia e la società è collassata. Quelli che sono rimasti provano a sopravvivere unendosi in gruppi, mentre la Strategic Homeland Division (detta più semplicemente La Divisione) ha attivato degli agenti dormienti altamente specializzati per provare a ristabilire l’ordine.
Le storia ha un gran potenziale, per raccontare un thriller che analizza la struttura della società moderna e dei governi oppure per trarne un videogame che tratta il caos che si scatena quando vari gruppi con ideali diversi si scontrano per il potere di una città senza più alcuna legge.
Purtroppo The Division 2 riesce solo in una delle due cose. E non è la storia.
Durante l’intera campagna di The Division 2, il gioco non riesce a dedicare un numero di ore sufficienti a tracciare una storia sufficientemente completa o a narrare il background dei personaggi più importanti del gioco. Non c’è una vera e propria crescita dei personaggi, ma solo scelte improvvise ed effetti di queste decisioni.
I dispositivi di supporto alla narrazione, come gli audio log che possiamo trovare in giro per il mondo, aggiungono qualche elemento in più, ma è poca cosa. Perfino l’elemento più importante del gioco, il Presidente degli Stati Uniti con la sua valigetta contente una cura per il virus, appare per un tempo totale molto trascurabile.
Purtroppo, l’occasione di usare The Division 2 per creare una storia significativa è stata sprecata.
D’altro canto in The Division 2 si nota molta attenzione nello sviluppo del mondo di gioco. La città, una Washington DC completamente devastata, inizialmente sembra tutta uguale e non dissimile da altre città occidentali.
Ma dopo un po’ di tempo le personalità dei diversi distretti, dagli edifici ai monumenti agli spazi verdi e il modo in cui sono stati riutilizzati o colpiti dal cataclisma, cominciano ad emergere in maniera nitida.
E’ proprio l’ambientazione a costituire la pietra angolare di The Division 2 come videogame, creando un avvincente e credibile ambiente open world.
Salvare Washington e il mondo
Al di fuori delle missioni principali, dedicate ad indebolire le fazioni rivali raggiungendo i vari obiettivi che ci verranno assegnati, i progetti sono il miglior metodo per guadagnare esperienza e migliorare il nostro personaggio.
I progetti ci richiedono di donare le risorse che troviamo nel mondo e partecipare ad attività secondarie, così da incoraggiare il giocatore a spendere più tempo all’interno del gioco, visitando nuove aree, combattendo e cercando nuovo equipaggiamento da utilizzare; The Division 2 è, dopo tutto, un gioco volto a dare al giocatore un flusso continuo di combattimenti, ricompense e più in generale un senso di perenne crescita direttamente dipendente da queste cose.
In questo il gioco funziona molto bene.
Passeremo gran parte del tempo accucciati al riparo, facendo fuoco contro ogni nemico stupido abbastanza da scoprirsi. Con una buona varietà di armi disponibili e la possibilità di equipaggiare due abilità speciali da scegliere tra 8 totali (che includono scudi anti sommossa, droni, torrette robot ecc), anche questo aspetto del gioco è molto solido.
Ciò che mantiene il combattimento di The Division 2 vivo per tutta la durata del gioco è il comportamento e la diversità dei nemici.
Il tempo passato dietro la copertura? In The Division 2 non dovrai rimanere per forza al riparo, il gioco ha numerosi modi per metterti alla prova e farti prendere dei rischi nel trovare migliori posizioni di tiro; tutte le unità, anche quelle normali cercheranno sempre di soverchiarci e accerchiarci.
Le abilità speciali serviranno assolutamente per sopravvivere agli incontri, con le mine a ricerca o le torrette automatiche da dispiegare per tenere lontani i nemici mentre ci concentriamo sull’obiettivo primario.
Gli sforzi necessari per abbattere gli avversari sono ragionevoli per uno sparatutto che predilige l’elemento RPG, ma alcuni dei nemici più forti hanno delle corazzature aggiuntive, visibili, su cui concentrare il fuoco prima di poter causare loro danni critici. Alcuni nemici, tuttavia, hanno dei punti deboli che potremo sfruttare a nostro vantaggio concentrandoci su di essi.
In generale The Division 2 ci sottopone a numerosi ostacoli, ma ci fornisce sempre i mezzi per oltrepassarli con l’unico scopo, come già detto, di mantenere il combattimento a livelli sempre eccitanti e ad alta tensione.
Quello che è anche eccitante è il tesoro che otteniamo alla fine di queste schermaglie; Washington trasformata in un campo di battaglia memorabile è per certi versi una ricompensa (prova a combattere nel planetario), ma migliorare l’equipaggiamento è una dimostrazione tangibile che stiamo progredendo nel gioco.
Il gioco distribuisce nuovi oggetti in quantità generose, provenienti da nemici abbattuti, da casse in giro per il mondo oppure come ricompensa per una missione completata; il rovescio della medaglia è che The Division 2 include le microtransazioni e il looting, sfruttando la nostra sete di migliorie.
Gli oggetti sono importanti in The Division 2 non solo per soddisfare la nostra compulsività, ma perchè hanno realmente importanza nell’economica di gioco; ad esempio indossare più pezzi di un singolo produttore dà alcuni vantaggi aggiuntivi; tutto ciò ci tornerà utile dopo l’endgame, quando a prendere possesso del mondo sarà una nuova potente fazione chiamata Black Tusk e ci servirà tutto l’aiuto possibile per affrontarli.
Visto l’enorme ammontare di oggetti a disposizione torna particolarmente utile la possibilità di smantellarli per ottenerne delle parti oppure per passarne le abilità in un altro dello stesso tipo.
L’integrazione della componente multiplayer consente di unirsi agli amici e di progredire più facilmente; sarà possibile fondare o unirsi ad un clan, affrontando sfide settimanali, ottenendo ricompense di valore ecc.
Anche se ti interessasse principalmente giocare da solo, per un’esperienza più sfidante ma del tutto fattibile, la possibilità di giocare con altri giocatori in qualunque momento, mentre attraversiamo la città, prima di iniziare una missione o al cospetto dell’ultimo boss, è una funzionalità utile e gradita.
Endgame
Una volta battuto l’ultimo boss nella missione finale, quando sarai convinto di non avere più tesori da scoprire ecco che il tavolo viene metaforicamente ribaltato, in maniera brusca.
La Washington che hai impiegato tanto a liberare dalle fazioni rivali finisce sotto l’influenza della Black Tusk; sbloccheremo tre nuove classi di specializzazione, ciascuna della quali con un proprio albero delle abilità da sviluppare.
Il livello di abilità del nostro personaggio passa da 2 a 3 cifre e la quantità di attività disponibili, come peraltro già anticipato da Ubisoft prima del lancio, è realmente enorme e motiva il giocatore a vedere, fare e crescere di più.
Dopo l’endgame diventano disponibili missioni più sfidanti, versioni alternative degli incarichi già affrontati durante la campagna e incarichi più lunghi che coinvolgono appunto Black Tusk. Tutte queste missioni contribuiscono a creare nuovi scenari di combattimento che mantengono alto il livello di sfida e conferiscono un’elevata rigiocabilità all’intera area di gioco.
Zona Oscura
Il mondo di The Division 2 contiene tre Dark Zone, alle quali accedere durante la campagna. Come nel titolo originale queste zone promettono l’ottenimento di equipaggiamento di alta qualità a patto di correre rischi maggiori rispetto al normale. I rapporti di forza tra giocatore e nemici sono normalizzati e c’è anche l’incertezza dettata dall’interazione con altri giocatori; nelle Zone Oscure i giocatori possono scegliere se cooperare con gli altri per esplorare più facilmente l’ambiente oppure se agire in maniera disonesta, compromettendo il lavoro degli altri giocatori per ottenere ricompense sostanziose, al rischio di perdite maggiori in caso di fallimento.
L’esplorazione delle zone oscure è affascinante anche in The Division 2, tuttavia è un percorso del tutto opzionale all’interno del gioco.
Segnali di Stile
Come ci si può aspettare dal prodotto di una major dell’industria videoludica, il comparto tecnico del gioco è abbastanza convincente. La Washington ricostruita da Massive Entertainment si distingue per la presenza di una vasta gamma di colori ed è una città viva e vibrante, ben replicata nonostante qualche incertezza nella definizione di alcune texture che sembra talvolta necessitino di qualche secondo per essere messe a fuoco.
Molto buono l’audio, con un doppiaggio adeguato ed una colonna sonora azzeccata.
Gran bella rece, appassionante e approfondita! TD2 è, a mio parere, il miglior prodotto mai uscito sotto il brand Ubisoft. I Massive hanno dimostrato di essere un top team anche se a mio parere Snowdrop andrebbe aggiornato perchè fatica a bestia pure con le console mid-gen. Unica piccola precisazione, Tom Clancy ci ha lasciato 6 anni fa, dopo aver venduto il suo nome x 60M dollari ?…
Parlando ad un pubblico di appassionati ritengo superfluo spiegare l’ovvio: la chiave di lettura è l’universo narrativo di Tom Clancy, con la sua fantapolitica e la narrazione di eventi militari. Più nello specifico l’ispirazione per The Division viene dall’operazione Black Winter e dalla Direttiva 51 emanata da George Bush nel 2007