Sviluppato e pubblicato da Aspyr Games, Tomb Raider IV-VI Remastered chiude il cerchio delle avventure originali con protagonista l’iconica e intramontabile Lara Croft. Dopo la prima remastered, quella che ci ritroviamo a un anno di distanza comprende il quarto, quinto e sesto capitolo originale con una cura molto simile (se non identica) a quanto già effettuato in precedenza. Noi abbiamo concluso il cerchio del passato nostalgico di Lara su PlayStation 5 e questa è la nostra recensione!
Tomb Raider IV-VI Remastered la trilogia meno famosa
Se c’è una cosa innegabile nel mondo dei videogiochi è che la trilogia iniziale di Tomb Raider (qui la nostra recensione della prima remastered) è quella decisamente più iconica e con un maggior numero di devoti e promotori. Non per niente, il primo capitolo è stato anche soggetto a una sorta di remake con il titolo “anniversary” e trasformato in “secondo capitolo” di un’altra trilogia (quella composta da Legend, Anniversary e Underworld).
Eppure, dopo l’iconico Tomb Raider III, prima del “fallimento” con conseguente temporaneo allontanamento di Lara dal mondo dei videogiochi, ci sono stati ben tre capitoli che hanno segnato sia il declino della saga ma anche la volontà di innovare qualcosa che stava rischiando di diventare terribilmente ripetitivo. Il primo di questi capitoli, il cui nome completo è Tomb Raider: The Last Revelation, ha avuto il difficile compito di dover alimentare l’apice del successo della saga (ottenuto col terzo capitolo).
Pubblicato nel 1999, a solo un anno di distanza dal precedente titolo, questi punta molto sulla quantità più che sull’innovazione senza però tradire la qualità tipica della serie (che viene addirittura potenziata). A conti fatti, della trilogia in esame, questo è il capitolo più conservatore e prevedibile ma anche affascinante. Quello che andremo a vivere è quindi un’avventura in linea coi precedenti tre capitoli con ben pochi elementi innovativi. Un capitolo comunque interessante e con enigmi ambientali concatenati molto ingegnosi e appaganti da risolvere.
Sul versante narrativo, Tomb Raider IV presenta una classica storia lineare ambientata quasi completamente in Egitto che, ancora una volta, è coerente con quanto fatto in precedenza senza particolari stravolgimenti di sorta. Una storia che rimane tra le più belle di quelle vissute da Lara. Lo stesso non si può dire del suo successore, Tomb Raider: Chronicles. Il quinto capitolo ufficiale nonché secondo gioco di Tomb Raider IV-VI Remastered, viene pubblicato originariamente nel 2000 e vede la sua struttura modificarsi.
Per motivi che non approfondiamo onde evitare spoiler, Tomb Raider 5 decide di raccontare “storie” legate alla stessa Lara e in modo praticamente antologico. La struttura interna dei contenuti è sempre in linea con quanto dettato dalla saga fino ad ora ma la narrazione e il suo impatto muta (e per molti, non in positivo). Inoltre, è palese il riciclo di alcune meccaniche (soprattutto dal capitolo precedente) e persino di alcune idee con ancora meno elementi innovativi e una sensazione di “stanchezza” di sviluppo quasi “palpabile”. Ne deriva così un titolo frastagliato, non da cestinare ma che non regge il peso delle precedenti avventure, risultando abbastanza dimenticabile.
Infine, a completare la triade c’è lui: Tomb Raider: The Angel of Darkness. Pubblicato nel 2003, il sesto capitolo di Lara Croft doveva essere il capitolo rivoluzionario, dalla trama al gameplay. La storia, invece, la conosciamo tutti. Tomb Raider VI è il capitolo che ha portato alla fine del primo percorso di Lara in modo infelice e rumoroso. Eppure, proprio il sesto capitolo, è quello più carico di innovazioni e idee creative (come andremo ad approfondire nei prossimi paragrafi).
Tomb Raider IV-VI Remastered ci riporta quindi indietro nel tempo, nel passato più oscuro di Lara Croft, il tutto a un prezzo estremamente competitivo. Ricordiamo che si tratta di una remastered il che significa che non ci sono modifiche alla storia o alla struttura del gioco in sé, nonostante sia presente una versione del gameplay più moderno (seppur comunque imperfetto). Abbiamo davanti un’opera di restauro certosino che trasuda amore e rispetto per le opere originali, opere che, già in passato, hanno prestato il fianco a più di una critica.
Un gameplay con la sua età
Tomb Raider IV-VI Remastered è un action adventure in 3D che ripropone un level design e un gameplay vecchio di oltre vent’anni. Il lavoro eseguito dagli sviluppatori ha però avuto l’accortezza di inserire, oltre all’iconica e oggi abbastanza snervante modalità “tank”, anche una modalità più fluida e libera definita “moderna”. Come detto, però, si tratta comunque di un’aggiunta imperfetta e che in parte rischia anche di complicare alcune situazioni (come alcuni salti concatenati e/o di precisione).
Nulla che del sano esercizio non possa risolvere ma non nascondiamo che in alcune situazioni la frustrazione ha bussato alla nostra porta. Questo sistema ludico, accompagnato da una telecamera che ogni tanto impazzisce (per fortuna i casi segnalati sono abbastanza accettabili), potrebbe tener lontani i neofiti ei meno pazienti, un peccato considerando la mole di contenuti e un level design oggi difficile da riscontrare per complessità di enigmi e fascino strutturale (specialmente per quanto riguarda Tomb Raider IV).
Uno dei punti deboli delle prime avventure di Lara è sempre stato il combattimento e qui ritorna in tutta la sua imperfezione ma anche carico della sua essenza scenica e surreale. Combattere, d’altronde, non è mai stato il punto principale del gameplay eppure più i capitoli vanno avanti, più si combatte (l’auto lock è comunque una salvezza, nonostante le animazioni, in alcuni casi incoerenti, dei nemici). Viceversa, la risoluzione di enigmi ambientali è ciò che domina e rimane nel cuore e che, soprattutto nel quarto capitolo, mostra un ingegno degno di nota. Quinto e sesto capitolo, invece, azzardano con derive inedite, più verso lo stealth.
Piccola nota a parte per Tomb Raider VI, il titolo che più di tutto abbisognava di interventi ludici mirati per risolvere problematiche sinceramente disarmanti e debilitanti. Com’è in questa remastered? Discretamente più godibile nella sua imperfezione. Gli sviluppatori non potevano di certo riprogrammarlo dal principio e il codice alla base è palesemente quello originale, eppure qualche lieve miglioria c’è e quelle buone idee che potevano salvarlo dal baratro, sono più visibili e godibili.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Tomb Raider IV-VI Remastered presenta come la precedente trilogia rimasterizzata, la possibilità istantanea di passare dalla grafica originale a quella “nuova” con risultati spesso sbalorditivi. Il lavoro degli sviluppatori è palese e non si può che esserne compiaciuti. Certo, in alcuni casi si poteva fare di più ma, ancora una volta, si tratta di un’operazione di restauro e non di un remake (forse l’unica cosa che poteva davvero provare a salvare il sesto capitolo).
Nota per gli effetti di luce che, in alcuni casi salvano la situazione, rendendo il tutto ancora più “realistico” mentre in altre la situazione si rabbuia troppo, andando a oscurare zone che, per essere visibili, costringono al passaggio della versione “antica”. Per quanto riguarda il sonoro, le tracce si confermano godibili, identitarie e coerenti. Discorso analogo per gli effetti sonori che agevolano a riportarci indietro nel tempo. Infine, confermata la presenza della lingua italiana.