Nel 1996 il primo Tomb Raider comparve sui nostri schermi e, da allora, si sono susseguiti un totale di dodici titoli principali e una marea di spin-off. A tutti gli effetti l’archeologa Lara Croft ci ha accompagnato per gli ultimi ventidue anni e non è cosa da poco! Certo, il franchise ha vissuto fortune alterne, ma è riuscito quasi sempre a rimanere sulla cresta dell’onda e a non far mai scemare l’interesse verso il brand. Nel 2013 è toccato a Square Enix recuperare i fasti di un tempo grazie a una trilogia ben riuscita di cui, come ultimo esponente, abbiamo Shadow of the Tomb Raider, ritornato nel 2019 con una Definitive Edition.
Con una serie di due articoli vogliamo celebrare il fenomeno Tomb Raider, partendo dal primo capitolo. Eviteremo per quanto possibile spoiler, anche se ormai le trame dei titoli sono state ampiamente diffuse.
1996 – TOMB RAIDER
Uscito per PC, PlayStation e Dreamcast, il primo Tomb Raider ci metteva alla ricerca del manufatto Scion, incaricati di ritrovare l’artefatto da Jaqueline Natla. La trama è solida, anche se molto semplice. Durante le nostre peripezie, lungo quindici livelli, affronteremo enigmi ambientali e nemici di vario genere. Nel menu iniziale è presente la Casa di Lara, che ci permette di imparare i comandi. Il gioco non è mai stato localizzato in italiano, la lingua del belpaese è comparsa dal secondo titolo in poi. Il primo Tomb Raider è un videogioco difficile e ha il merito di aver portato un’eroina femminile alla ribalta in un mondo che, Zelda a parte, era sostanzialmente popolato da eroi maschili.
1997 – TOMB RAIDER II: il Pugnale di Xian
Il secondo appuntamento con Lara introdurrà il famosissimo livello ambientato a Venezia, oltre che due veicoli da guidare (motoscafo e motoslitta). L’attenzione, questa volta, si concentrerà sul Pugnale di Xian, un antico manufatto in grado di donare l’immortalità. Durante il nostro cammino avremo a che fare con un’organizzazione mafiosa che, come noi, vuole mettere le mani sul pugnale.
Il gameplay è sostanzialmente uguale a quello del primo capitolo, anche se ora Lara può arrampicarsi sulle scale e contare su un arsenale d’armi ampliato. La lunga, iconica, treccia di Lara compare realmente in questo secondo capitolo perché, nel primo Tomb Raider, la sua realizzazione tecnica non fu possibile al di fuori delle scene in CGI.
1998 – TOMB RAIDER III: Adventures of Lara Croft
Il 1998 vede la pubblicazione del terzo capito della saga Eidos/Core: Mark Willard ci ingaggia per trovare quattro manufatti e la nostra sete di scoperta ci porterà in India, Londra, Nevada, Pacifico del Sud e Antartide. Nuove armi, veicoli, abilità e una varietà di scenari mai vista prima renderà il terzo capito uno dei più apprezzati e famosi della saga.
Il gioco è particolarmente lungo da completare e i livelli centrali si possono affrontare in qualsiasi ordine. La veste grafica viene rinnovata con un sistemare di illuminazione dinamico e nuovi effetti particellari. Da ricordare, non senza un po’ di affetto, le scimmie che rubano i medipak nel livello iniziale ambientato in India: sei stato avvisato!
1999 – TOMB RAIDER: The Last Revelation
A partire dal quarto capitolo viene abbandonato il suffisso numerico nel titolo e Lara impara a dondolarsi sulle corde, oltre a guadagnare una veste grafica migliorata con l’utilizzo di un primitivo bump mapping. Questo appuntamento con l’archeologa è forse il gioco più bello dell’intera prima parte della saga: impegnativo, level design ispirato, vario e davvero molto lungo. Quasi tutta la nostra avventura sarà ambientata in Egitto, con un interessante prologo che presenta a schermo una Lara sedicenne in compagnia dell’archeologo Werner Von Croy.
In questo capitolo è presente un simpatico Easter egg proprio nel livello con Lara giovane e il protagonista è Indiana Jones, a te la ricerca! Il finale di questo Tomb Raider spiazzò molte persone: Lara rimane schiacciata sotto il crollo di un tempio in Egitto… sarà stata la fine per l’archeologa?
2000 – TOMB RAIDER: Chronicles
Nel 2000 iniziano le riprese del primo film con protagonista Lara Croft e, contemporaneamente, esce il quinto capitolo della saga. Il filmato d’apertura ci mostra quattro amici di Lara che ricordano altrettanti momento passati con lei: nel frattempo Von Croy è in Egitto nella speranza di ritrovare Lara viva. Chronicles è l’ultimo Tomb Raider classico, l’ultimo appuntamento con l’originale motore grafico che ci accompagna dal 1996.
Purtroppo fu anche un titolo poco ispirato e snobbato dai fan. Segnaliamo anche che Tomb Raider Chronicles è stato il primo gioco della saga a non essere proposto nel classico box di cartone, come sostanzialmente tutti i videogiochi per pc degli anni ’90. Le speranze dei videogiocatori di vedere qualche novità nella serie si affievoliscono e dovranno attendere tre anni per il rilancio o, per lo meno, questo era l’obiettivo dei ragazzi di Core.
2003 – TOMB RAIDER: the Angel of Darkness
Incompiuto; questo era il termine che si sentiva più spesso pronunciare nei confronti del sesto Tomb Raider. Inizialmente questo titolo doveva essere il primo di una trilogia curata da Core, poi annullata in seguito allo scarso successo del nuovo corso di Lara. The Angel of Darkness risultava a tutti gli effetti come un gioco uscito troppo presto, non finito. Nonostante questo la trama era interessante, basata sul presunto omicidio di Werner Von Croy da parte di Lara.
Per la prima volta era possibile parlare con altri personaggi del gioco, migliorare le capacità di Lara e impersonare un altro protagonista: Kurtis. Personalmente ho voluto bene anche a questo episodio, caratterizzato da un level design eccellente, ma afflitto da una giocabilità a tratti frustrante. Il sistema di controllo era più lento e impreciso di quello dei primi cinque capitoli.
Un’occasione persa, insomma, che ha però aperto le porte all’ingresso di Crystal Dynamics nell’universo Tomb Raider, come ti racconteremo nella seconda parte.