Se la recente uscita di Final Fantasy XVI (con recensione eccellente annessa) ti ha fatto venire voglia di buttarti su qualche GDR, questa classifica può rivelarsi decisamente utile, in modo da avere un’idea di quali siano i migliori videogiochi da prendere in considerazione. Dato che il genere sarebbe vastissimo, i titoli sono volutamente diversi tra loro, in modo da prendere praticamente tutti i gusti.
Fare una classifica dei dieci migliori giochi di ruolo di sempre è difficile, dato che il genere può vantare tantissimi esponenti. Per questo motivo, scegliere solo una decina di titoli taglierà inevitabilmente fuori alcune esperienze importanti che vale comunque la pena giocare. In ogni caso, in queste posizioni ci sono dei giochi must play che ogni appassionato del genere dovrebbe provare almeno una volta. Ecco quindi i dieci migliori GDR di sempre.
10: The Elder Scrolls V: Skyrim
Lo so. Se sei un purista del genere, vedere Skyrim in decima posizione sembra blasfemo. Eppure, nonostante i suoi innegabili difetti, il quinto capitolo di questa storica saga può comunque vantare dei pregi che lo elevano a un’esperienza unica, da provare assolutamente.
The Elder Scrolls V: Skyrim presenta al giocatore una mappa enorme, pieno di missioni secondarie, segreti, artefatti e magie. Oltre a essere immenso, lo scenario è anche denso di contenuti e pieno di cose da scoprire. Capita spesso di esplorare per il solo gusto di farlo, per poi imbattersi nelle attività più di disparate: caverne, rovine, parole del potere e missioni secondarie (tra cui possiamo ricordarne alcune davvero memorabili).
L’eccessiva semplificazione delle meccaniche ruolistiche ha fatto (giustamente) storcere il naso ai più grandi appassionati del genere, ma la personalizzazione offerta dal titolo riesce comunque a dare un senso di progressione molto appagante. Sicuramente un GDR da provare almeno una volta. A dirla tutta, anche la sola immersione offerta dall’esplorazione delle lande di Skyrim vale il prezzo del biglietto.
9: Pokémon versione Heart Gold e Soul Silver
Poteva mancare uno dei più popolari franchise Nintendo? Anzi, poteva mancare una delle saghe videoludiche più famose di sempre?
I Pokémon sono diventati talmente famosi da essere un vero e proprio brand. Ormai la serie è conosciuta da tutti, anche dai non appassionati del settore, e può vantare diversi spin off che virano dal gameplay classico (come Pokémon Mistery Dungeon o Pokémon GO), merchandising, anime e così via.
È difficile selezionare un solo titolo che possa rappresentare l’intera saga Pokémon, ma alla fine la scelta è ricaduta sui remake Heart Gold e Soul Silver, ovvero, due tra i migliori giochi per Nintendo DS. Fin dall’inizio dell’avventura si respira un’atmosfera quasi mistica, che viene delineata pian piano con la storia della regione e delle creature leggendarie che la abitano. Il mondo di gioco, che si estende attraverso due regioni, è pieno di segreti da scoprire, missioni secondarie, leggendari nascosti e molto altro.
In aggiunta, questi remake possono vantare tutti i miglioramenti di gameplay che la saga ha ottenuto nel corso degli anni. Forse ci sono GDR single player più profondi (se non contiamo la scena competitiva e il meta), ma Pokémon resta comunque una serie da conoscere assolutamente e le versioni Heart Gold e Soul Silver sono un ottimo inizio.
8: Planescape: Torment
Ecco un vero e proprio cult dei giochi di ruolo. Planescape: Torment è un titolo con un’atmosfera davvero unica, che trae ispirazione dal mondo di Dungeons and Dragons per poi distaccarsene con una trama cupa e carica di mistero. L’avventura, infatti, ci mette nei panni del Nameless-One (letteralmente, il senza-nome), un essere apparentemente immortale risvegliatosi senza nessun ricordo del suo passato. Nella ricerca di risposte, questo insolito protagonista verrà aiutato dai compagni più disparati, ognuno con una storia unica (e con delle fattezze spesso insolite).
Planescape: Torment viene ricordato soprattutto per il suo gameplay “insolito”. Infatti, a differenza dei giochi di ruolo tradizionali, la maggior parte delle situazioni sprona il giocatore a risolvere tutto con la diplomazia. In molti (moltissimi) casi delle scelte di dialogo oculate permettono di uscire da problemi spinosi molto facilmente. Il gameplay, quindi, si concentra moltissimo sulla risoluzione delle missioni e sulle loro sotto-trame e i dialoghi rivestono sempre un ruolo centrale, spingendo il giocatore a riflettere continuamente sugli eventi in corso.
Un titolo sovversivo, che ribalta molti stereotipi dei CRPG tradizionali. Se la prospettiva di vedere tanti muri di testo non ti scoraggia, allora non hai davvero scuse: Planescape: Torment va sicuramente provato almeno una volta.
7: Chrono Trigger
Con questa posizione torniamo molto indietro nel tempo, andando verso un grande classico dei JRPG. Nonostante gli anni sul groppone, Chrono Trigger resta tuttora un titolo validissimo, che ogni appassionato del genere dovrebbe conoscere e giocare.
Il gioco viene ricordato soprattutto per la grandissima qualità mostrata in ogni suo aspetto. L’epopea fantasy di Chrono Trigger è una storia memorabile, che si sviluppa nel corso di diversi viaggi tra passato e futuro. A questo si aggiungono le scelte scelte multiple, le quali modificano attivamente parte della storia e, mettendo in gioco altri fattori, persino il finale stesso.
Come se ciò non bastasse, possiamo annoverare tra i pregi anche un sistema di combattimento creato davvero bene, che risulta ancora oggi divertentissimo da giocare. Questa piccola perla del passato è disponibile anche su mobile, quindi non ci sono scuse per non giocarlo. Un titolo eccelso sotto tutti i punti di vista, che regge ancora egregiamente il peso degli anni.
6: Pillars of Eternity
Con una delle campagne Kickastarter più fruttuose del mondo videoludico, i maestri di Obsidian hanno letteralmente portato in vita il gioco di ruolo vecchia scuola, presentando al pubblico un gameplay che non si vedeva da più di una decade. Pillars of Eternity è il GDR occidentale nudo e crudo, come piace agli appassionati di lunga data.
Prendendo a piene mani l’eredità di Baldur’s Gate, il gioco riporta in auge una visuale isometrica che accompagna tutti i combattimenti. Questi si basano interamente sulle statistiche dei personaggi, le quali influenzano in modo consistente l’esito di ogni azione. Bisogna tener conto dei diversi tipi di attacchi e difese, nonché del posizionamento di ogni personaggio. La gestione dell’intero team è fondamentale e ricade interamente sulle mani del giocatore.
Proprio come insegna la tradizione, il tempo passato tra i menù è fondamentale e lo sviluppo dei personaggi richiede attenzione e pianificazione. In Pillars of Eternity, infatti, ogni eroe ha punti di forza e debolezza rilevanti, che vanno necessariamente tenuti in considerazione nella creazione del team. Un titolo sicuramente molto complesso, ma in grado di regalare tante soddisfazioni agli appassionati più pazienti.
5: Divinity: Original Sin II
Ecco un altro gioco di ruolo che ha contribuito a riportare in vita l’incarnazione vecchia scuola del genere. Seppur con qualche differenza che rende tutto più moderno, Divinity: Original Sin II prende a piene mani dai GDR classici, portando all’utente un gameplay hardcore estremamente impegnativo e complesso.
Anche in questo caso non ci sono aiuti o indicatori di sorta e, proprio come in Pillars of Eternity, la composizione del team è fondamentale, dato che un singolo eroe non riesce a gestire da solo la gran parte dei combattimenti. In questo caso, però, la cooperazione tra i membri del gruppo si estende alle interazioni tra le abilità. Una magia può variare il suo effetto in base ai materiali di cui è costituito l’ambiente o in base ad altre abilità lanciate dai compagni. In pratica, possiamo vedere una leggera vena da immersive sim che rende tutto più tattico e profondo. A questo si unisce la tatticità del classico sistema di combattimento a turni. Un ottimo connubio tra un GDR old school e uno moderno, nonché una delle esperienze più appaganti degli ultimi anni.
4: Mass Effect 2
Eccoci arrivati a un altro nome celebre. La trilogia di Mass Effect, infatti, è (giustamente) conosciutissima dagli appassionati di GDR. Bioware ha confezionato un universo di gioco ricco e appassionante, in grado di coinvolgere il giocatore grazie alla costante sensazione di plasmare in prima persona la storia. Quest’ultima è epica fin dai primi istanti e mette in scena un conflitto di proporzioni immense, ma senza mai dimenticare le caratteristiche puramente “umane” e le emozioni di tutti coloro che, loro malgrado, ne fanno parte.
Si aggiunge un gameplay che unisce i TPS ai GDR, in un mix che può divertire gli amanti di entrambi i generi. Scegliere solo uno dei tre capitoli principali non è semplice, ma alla fine ho optato per il secondo, dato che riesce quasi a rasentare la perfezione. La trama è ricca di mistero e vanta un epico crescendo che si conclude con la spettacolare missione suicida. Si aggiungono dei personaggi memorabili, con un carattere sfaccettato e verosimile, che donano dialoghi indimenticabili e momenti davvero emozionanti. Nonostante in classifica ci sia il secondo capitolo, i Mass Effect vanno giocati tutti in ordine senza saltare nulla e, se ami i giochi di ruolo occidentali, non ci sono motivi per non farlo.
3: The Witcher 3: Wild Hunt
Il gradino più basso del podio va al capolavoro di CD Projekt RED. The Witcher 3 è uno dei titoli più conosciuti e apprezzati della generazione attuale ed è un must play per tutti i videogiocatori che amino il dark fantasy. La storia di Geralt di Rivia è matura e coinvolgente, grazie a un gran numero di situazioni in grado di far riflettere il giocatore su diversi temi. Nel mondo di The Witcher, infatti, non c’è una differenza netta tra bene e male, ma solo diverse sfumature in mezzo che il giocatore deve interpretare per fare le sue scelte.
Tutto questo vale anche per le splendide missioni secondarie, scritte sempre in modo magistrale e interessanti da seguire e da giocare. Al posto delle canoniche fetch quest, The Witcher 3 propone al giocatore delle vere e proprie sotto-trame che restano impresse nella memoria di tutti coloro che le hanno vissute in prima persona. Persino nella prima area di gioco, un semplice incarico per uccidere un fantasma che infesta un pozzo nasconde la tragica storia di un amore finito male.
Tra i pregi del titolo vediamo anche un open world davvero stupendo. Cavalcare tra un villaggio e l’altro è un vero piacere, grazie agli splendidi paesaggi che accompagnano il viaggio. A patto di eliminare gli indicatori sulla mappa, si aggiunge anche un gradevole senso di scoperta quando ci si imbatte in grotte, rovine, covi di mostri e così via. Il titolo non è perfetto, ma merita sicuramente di essere goduto appieno.
2: Final Fantasy VI
Poteva mancare Final Fantasy in una classifica sui GDR da giocare assolutamente? Certo che no. Anche in questo caso, scegliere un solo capitolo che potesse rappresentare l’intera serie non è stato facile, ma alla fine ho scelto il sesto per diversi motivi.
Tanto per cominciare, la storia. L’intreccio di Final Fantasy VI è uno dei più profondi ed emozionanti di tutta la saga, grazie a situazioni toccati (la “conquista” di Doma, per esempio) che lasciano al giocatore un ricordo indelebile. E che dire dei personaggi? Tutti caratterizzati magistralmente, ognuno con una crescita personale chiaramente visibile durante tutto il corso dell’avventura.
Ciliegina sulla torta, il gameplay è uno dei migliori dell’intera serie. Il sistema di Magiliti permette di sviluppare i personaggi in modo unico, privilegiando alcune statistiche a discapito di altre e facendo apprendere le potenti magie utilizzabili durante i combattimenti. Il sistema di equipaggiamento, poi, permette di creare delle combo davvero micidiali: sapevi che c’è un modo per attaccare otto volte in un turno?
1: Dragon Age: Origins
Il primo capitolo di Dragon Age merita la prima posizione di questa classifica, dato che rasenta la perfezione. Il gioco è la giusta via di mezzo tra i GDR strategici vecchia scuola e un gameplay più moderno. L’opera Bioware è un vero e proprio capolavoro, che nessun appassionato del genere può lasciarsi sfuggire. Forse la componente grafica sente il peso degli anni, ma il gameplay resta tuttora godibilissimo ed eccellente.
La componente ruolistica è profonda e permette di personalizzare i personaggi in tantissimi modi, se il giocatore è disposto a gestire in modo oculato le tante statistiche. In aggiunta, durante lo sviluppo è possibile scegliere tra un gran numero di abilità, che diventano anche di più quando si sbloccano le classi avanzate. Si possono creare build specializzate o più bilanciate e, ai livelli di difficoltà più alti, si deve comporre il gruppo tenendo conto anche delle caratteristiche dei compagni e dei loro ruoli.
Non è tutto. La storia di Dragon Age: Origins è un’epopea fantasy indimenticabile, che regala ancora oggi tantissime emozioni. Questo anche grazie ai comprimari del protagonista, caratterizzati così bene da sembrare persone reali (basta parlare tanto con Morrigan per capire cosa intendo). I dialoghi con loro, infatti, permettono di conoscerne le storie, le paure o ciò che apprezzano maggiormente. Ciliegina sulla torta, le splendide romance.
Dragon Age: Origins ha così tante chicche e segreti, che è impossibile parlarne così brevemente. L’unico modo per gustare appieno questo capolavoro è quello di giocarlo. Se sei un appassionato di GDR, non hai nessun motivo per lasciartelo sfuggire. La saga continua anche con altri due capitoli che, nonostante siano comunque ottimi, non raggiungono comunque il livello del capostipite, il quale resta tuttora molto difficile da superare.
Questa era la classifica dei migliori GDR di sempre. Come detto all’inizio dell’articolo, il genere è vastissimo e ci sarebbero molti altri titoli meritevoli di essere giocati e apprezzati, che sono stati inevitabilmente esclusi dalla classifica. Tuttavia, queste dieci posizioni rappresentano delle esperienze che qualsiasi appassionato di giochi di ruolo dovrebbe provare almeno una volta nella vita.