Fermo, fermo e ancora fermo. La top che stai per leggere è la seconda parte di una classifica che potrai recuperare proseguendo a questo link, quindi, concorderai con me sull’inutilità di proseguire con la lettura di questo articolo senza aver recuperato il precedente. Sei un anarchico folle e vuoi iniziare da qui solo perché ti ho consigliato di leggere la prima parte? Liberissimo di farlo, ma sappi che questo non ti renderà più figo degli altri lettori, anzi ;)
5.. 4.. 3.. 2.. 1..
Ciao a tutti cari lettori e bentornati nella Top 10 videogiochi del 2018 a cui non hai giocato e devi recuperare. Se nelle prime posizioni, cioè le ultime, abbiamo trattato videogiochi ancora ancora conosciuti, in queste prime posizioni ho cercato di inserire solo titoli rinomati dai super-fan dei generi a cui appartengono ma, se non concordaste con me riguardo alle posizioni o pensate che debba aggiungere qualche titolo scrivetelo pure nei commenti. Ma, prima di iniziare con l’articolo vero e proprio, vi ripropongo le stesse modalità di lettura del vecchio articolo:
Opzione 1 – prendi questa Top 10 come una serie di consigli su giochi di valore che potresti non aver considerato fino a questo momento o di cui non eri a conoscenza.
Opzione 2 – prendi questa Top 10 come una vera sfida alla tua conoscenza del mondo dei videogiochi e, in tutta sincerità mi raccomando, scrivi nei commenti il numero di videogiochi presenti nella lista a cui hai giocato.
Ultima nota: ho cercato di ordinare i videogiochi in base a quanto credo essi siano famosi, partendo dal più conosciuto fino ad arrivare al meno celebre. Pronto a partire?
5 – Frostpunk
Con Frostpunk gli sviluppatori di This War of Mine tornano a porre davanti al giocatore delle difficilissime scelte morali ma, questa volta, tramite un Citybuilder piuttosto unico. Se alla lettura di “Citybuilder” avete istantaneamente pensato di passare oltre, non potreste commettere errore più grande. In Frostpunk dovrete gestire una popolazione che cerca di sopravvivere ad un futuro distopico e glaciale; il protagonista interpreterà il sindaco di un’accampamento steampunk che si erge attorno ad un’importantissimo generatore di calore alimentato a carbone. Tutti gli edifici e le strutture quindi andranno costruite a raggiera attorno a questa immensa fornace la quale andrà rifornita di materie prime costantemente.
Il vostro compito è quello di far sopravvivere la popolazione, non di renderla felice: starà a voi interpretare il ruolo del dittatore senza scrupoli o del salvatore della patria cercando di mantenere l’equilibrio tra stato di salute dei cittadini, risorse, richieste e scelte morali capaci di rendere il vostro cuore un po’ più nero di quanto fosse prima di iniziare del gioco. Il gioco si perde un po’ sul finale e questo è evidente, ma davanti ad un metascore di 8.4 derivato da oltre 400 recensioni l’invito è quello di mettere da parte i pregiudizi riguardo a questo genere di giochi e di tuffarvi in questa dolorosa quanto entusiasmante avventura.
4 – Iconoclast
Se dovessi portare un esempio di Game Design tendente alla perfezione riguardo all’ambito dei Metroidvania, citerei molto probabilmente Iconoclast. Questo videogioco in pixel art non sbaglia praticamente nulla: un’ambientazione spensierata ma che diventa sempre più cupa e dark procedendo nell’avventura, una curva di difficoltà quasi perfetta, un’insieme di potenziamenti e gadget interessanti utili e che vanno usati dal primo all’ultimo fino al termine dell’avventura.
Il designer Joakim Sandberg, in arte Konjak, si è posto davanti a questo videogioco come un artigiano armato di scalpello e amore, senza pressioni riguardanti tempo o soldi, solo con la voglia di creare una grande opera. E’ da questo approccio che è nato un piccolo capolavoro, quasi perfetto ma, suo malgrado, quasi sconosciuto. Fatevi un favore e recuperate Iconoclast, leggete i dialoghi dei suoi personaggi e sconfiggete i suoi boss: non ve ne pentirete.
3 – Return of the Obra Dinn
Siamo arrivati sul podio: se avete giocato a questi ultimi tre titoli potete considerarvi dei veri esploratori e intenditori del mondo videoludico. Return of the Obra Dinn è la prova (digitalmente) concreta e (virtualmente) tangibile che il mondo dei videogiochi abbia ancora voglia di sperimentare ed innovarsi. In questo gioco interpreteremo un investigatore della Compagnia delle Indie Orientali alle prese con un caso quantomeno singolare: la Obra Dinn, nave data per dispersa, riappare dopo sei mesi di viaggio nel porto di Falmouth, le sue merci sono scomparse, il suo equipaggio svanito.
L’unica cosa ad essere presente sulla nave è un cadavere ed è proprio da questo corpo senza anima che dovremo iniziare le nostre indagini. Nel gioco potremo visitare come fossero dei veri e propri scenari gli eventi accaduti sulla barca cercando di capire cosa sia successo ad ogni singolo appartenente della ciurma, ipotizzando teorie, cercando indizi, accumulando dati allo scopo di ricostruire gli accadimenti che hanno portato a questa assurda situazione. Il gioco è esteticamente unico: imitando un lookvintage crea un ambiente 3D esplorabile ma rappresentato tramite solo due colori. Spero di avervi fatto incuriosire: Return of the Obra Dinn è una perla di rara bellezza.
2 – Into the Breach
Into the Breach non è uno dei migliori videogiochi strategici usciti nel 2018, è uno dei migliori strategici di SEMPRE. In questo indie interpreterete un viaggiatore temporale che, per cercare di salvare la terra da una temibile invasione aliena, si tufferà in una missione suicida multidimensionale. A livello di gameplay ci troviamo di fronte ad uno strategico caratterizzato da delle aree di gioco molto ristrette ricche di interazioni ambientali: gli scontri con le creature aliene si sviluppano a turni e l’enfasi è posta tanto sulla creazione di una buona squadra da schierare in combattimento quanto sulla previsione delle mosse che andrà a fare l’IA che, tra l’altro, risulta veramente competitiva.
Per farvi un’idea della complessità che si cela dietro questo gioco dovrete immaginarvi una partita a scacchi con mappe create proceduralmente, elementi da Roguelike, permadeath, scelta ponderata dei livelli da affrontare, strategia nel creare la squadra migliore e un livello di difficoltà che cresce in maniera esponenziale. E sapete cosa? Nonostante tutto questo Into the Breach rimane accessibile, divertente e addictive a livelli sovrumani. Certo, i più allenati fra voi potrebbero finire la prima run in 3-4 ore ma vi assicuro che la voglia di rigiocarlo da 0 con una nuova squadra di mecha non ve la toglierà nessuno.
1 – Wandersong
Wandersong è il gioco che noi videogiocatori ci siamo meritati di meno in questo 2018. Già presente su Steam dal 27 Settembre 2018 e in arrivo su Playstation 4 il 22 Gennaio, Wandersong è un titolo unico nel suo genere e il suo genere se l’è inventato da solo. Greg Lobanov, sviluppatore nonché editore del gioco, è riuscito a creare un indie colorato, poetico divertente e, soprattutto, inimitabile.
In Wandersong non interpreteremo un feroce guerriero, un abile ladro o un saggio mago ma un allegro e spensierato Bardo canterino che cercherà di evitare la fine dell universo con il suo canto. Ogni personaggio e elemento del mondo di gioco risponderà in modo differente alla nostra voce e fra puzzle e platforming scopriremo un’avventura dolce e poetica. Wandersong è il sogno di un bambino realizzato tramite codice, un albo da colorare animato e sonoro che difficilmente non lascerà un piccolo ricordo all’interno del vostro cuore.