Di la verità, anche tu a volte sei stato deluso da qualche videogioco che attendevi con ansia. Magari lo hai acquistato (preordinandolo, perché sei un fautore della massima sofferenza) e una volta infilato nella tua amata console (o Personal Computer) ti sei sentito pervadere da una tristezza assoluta.
Ognuno di noi ha le sue sofferenze, le pugnalate alla schiena che ricorda con maggior dolore, e in attesa di sapere le tue nei commenti, voglio proporti la mia personalissima top 5 dei videogiochi che mi sono rimasti sul groppone. Quelle “perle videoludiche” che mi hanno lasciato un sapore amaro in bocca, e non solo.
Indubbiamente, prima di iniziare, voglio attirare la tua attenzione su qualcosa che sta facendo scalpore, e cioè la recensione di Postal 4: No Regerts, i cui stessi sviluppatori se la stanno ridendo delle recensioni ultra negative. Se non hai già letto la nostra, devi correre a provvedere.
Il motivo di questa Top 5
Se ne parlava qualche giorno fa in redazione, e ho pensato bene di proporla, vista la mia eccelsa qualità videoludica ad acquistare titoli fortemente buggati o fallimentari. Per questo ho pensato bene di far mente locale e parlarti di quelli che sono rimasti impressi nei miei ricordi, e si, qualche lacrimuccia scenderà sul mio viso.
Alcuni indubbiamente saranno visti da te come “capolavori assoluti”, ma credimi se ti dicessi che in ambito redazionale e soprattutto critico, è fortemente palese il motivo per cui ritengo siano stati dei progetti che non avrebbero dovuto vedere mai la luce. Bando alle ciance, è ora di tuffarci in questa sofferenza, procediamo.
Conan Exile – Funcom
Il primo videogioco di questa TOP 5 risale al 2018 ed è sviluppato da Funcom, ancora ricordo i voti altissimi che ricevette dalle più grandi testate videoludiche. E ricordo anche le mie critiche nei commenti e le risposte, che perlopiù erano del tipo “non sei un esperto del settore, non vedi il gioco per ciò che è realmente”. Posso dire “una epocale defecata” o vi offendete?
Preordinai la “Collector Edition” in una nota catena di videogiochi, fiondandomi di prima mattina all’immediata apertura per ritirarla (e anche perché ci lavorava un mio amico), anche lui nel consegnarmela mi disse la tipica frase: “Daniè, ma sei sicuro di voler comprare sta roba?”. Si cacchio, sono sicuro più che mai.
E poi vuoi mettere con l’esporre, nella mia collezione, la statuetta di Conan il Barbaro con le mutande rotte? Eh si, perché fra le innumerevoli sofferenze ci fu anche quella che il mio Conan aveva le mutande scheggiate, col senno di poi forse dovevo prenderlo come un presagio. Perché anche le mie si erano strappate a quanto pare.
Corsi a casa e dopo un “l’apro o non l’apro”, tipico dei collezionisti, decisi di farlo, anche perché l’alternativa era di comprarne un altra copia digitale. E si essere scemi, ma fino ad un certo punto oserei dire. Quando andai ad inserire il codice su Steam, anch’esso mi chiese se ero proprio sicuro sicuro di volerlo riscattare.
Ma si dai, cosa potrà mai andare storto. Il gioco era qualcosa di orribile, graficamente mal ottimizzato e di scarsa qualità, con compenetrazioni al limite dell’assurdo. L’intelligenza artificiale dei nemici era un “ti attacco se ti avvicini più di tanto, sennò ti ignoro”, ed alcuni nemici ti seguivano anche su sporgenze dove la fisica, inesistente, avrebbe dovuto intervenire.
Il massimo dell’orrore lo si aveva quando si cercava di arrampicarsi, con le texture del nostro personaggio che neanche collimavano con quelle della superficie dove ci aggrappavamo, lasciando una considerevole distanza di vuoto fra i due. Ancora a volte ho un incubo ricorrente, io che grido alla folla che Conan Exile è una cagata pazzesca.
Eppure il mio amico Conan il Barbaro è li, sulla mensola, accanto alle altre Collector’s Edition, con le sue mutande rotte, a ricordarmi che spesso la critica videoludica non vede ciò che un occhio esterno riesce a vedere.
Anthem – Electronic Arts
Il secondo gioco della TOP 5 è Anthem, ricordo ancora la presentazione all’E3 del 2017, in cui io e Claudio (l’amico che tutti vorrebbero) gridammo, nel vero senso della parola, per quanto ci aveva entusiasmato. Io corsi a premere sul tasto “preordina subito e paga con un rene se non ho i soldi”, mentre Claudio fu più cauto, beato lui.
Quel trailer presentato all’E3 2017 si rivelò, successivamente, ai limiti della truffa ai danni dei videogiocatori in quanto era un filmato creato ad hoc in computer grafica. Mostrava ciò che avrebbe dovuto essere Anthem, ma non ciò che in realtà uscì successivamente nei negozi, e ahimè io ne so qualcosa.
Stessa corsa nel negozio di cui sopra, stesso amico che leggermente perplesso mi chiede se sono sicuro, e stessa mia risposta: “Si cacchio, è fighissimo, è il tipo di gioco che stavo aspettando da anni”. Da quel momento si sparse la voce, se Daniele preordina un gioco e ne è estasiato, al 99% è un progetto che fallirà miseramente.
In realtà il gioco non era malaccio, i primi tempi con Claudio ci divertimmo molto ad uccidere quei pochi boss che erano presenti nel gioco. C’era la promessa di Electronic Arts di supportare ancora il gioco, quindi valeva la pena (o forse no) attendere qualche mese, almeno così pensavamo.
Ahimè, anche qui c’era una legnata sul coppino in agguato, la modalità storia era quanto di più brutto, corto, e con una trama priva di mordente. Non andava meglio nel comparto multiplayer, poche attività in giro nel mondo di gioco, nemici che spawnavano all’improvviso e dopo un tot scomparivano, insomma un mondo vuoto.
I problemi tecnici, e di gestione del “game as a service” erano evidenti, tanto che mi spinsero a rivendere il gioco, per poi riacquistarlo mesi più tardi con l’annuncio di “Anthem 2.0”, un progetto che mirava a migliorare il videogioco in tutto e per tutto. Progetto che, ovviamente, fu abbandonato mesi dopo.
Grazie Electronic Arts, ti sei presa da me due volte il prezzo del gioco. Ma la colpa non è la vostra, è la mia che sono un idiota e credevo nel progetto. E come diceva quel buon uomo di Antonio Zequila: “Mai più!!!!”.
Mass Effect: Andromeda – Bioware
Riguardo il terzo gioco di questa TOP 5 ammetto che qui un po’ ci fu lo zampino di mio padre, che adorava la saga di Mass Effect. E di Leonardo, un mio amico che un giorno, a pranzo a casa sua, non fece altro che farmi vedere trailer, spezzoni di gameplay, e quant’altro di Mass Effect Andromeda. Ok ok ok, lo preordino, a me i videogiochi spaziali piacciono da morire.
Mass Effect: Andromeda è un videogioco sviluppato da Bioware, e pubblicato (e io due domande dovevo farmele) da Electronic Arts. Vide la sua uscita nei negozi nel 2017, ed anche qui parliamo di un titolo che si portò dietro le ire di molti videogiocatori, e il “tranquilli, tanto risolvono” di tanti redattori videoludici.
Stavolta non corsi dal mio amico dipendente del negozio di videogiochi, lo acquistai online. Forse spinto dal “pesameculismo” di uscire di casa, o forse ancor di più dal fatto che costasse una decina di euro in meno, lo ammetto. Acquistai il titolo per la PlayStation 4, confortato dal fatto che dovesse avere una grafica superlativa.
Si, la grafica non era malaccio, ma il motore di gioco, oddio mio. Movimenti del personaggio e degli NPC in generale al limite dei ridicolo, quando si cercava di far camminare il nostro personaggio accovacciato sembrava piuttosto in procinto di farsela nelle braghe, per non parlare delle espressioni facciali.
Tre giorni, è il tempo che durò sul mio mobiletto, poi corsi a riportarlo indietro dove lavorava il mio amico per prendermi qualsiasi altra cosa, non ricordo neanche cosa in realtà, ma qualsiasi altra era pur certo migliore di quella roba che avevo comprato. Lo riacquistai un anno fa, per PC in digitale, soltanto per finirlo.
I problemi c’erano ancora, non tutti ma la maggior parte, la cosa peggiore è l’aver scoperto che i problemi al motore grafico erano soltanto la punta dell’iceberg. Non che la trama fosse messa meglio, e come al solito, errore mio da videogiocatore.
Cyberpunk 2077 – CD Projekt Red
Non potevo non inserire anche lui in questa TOP 5, visto che ancora ad oggi vedo eserciti di videogiocatori schierarsi da un lato e combattere contro gli antagonisti. “Il gioco è bellissimo”, gridano da un lato, mentre dall’altro sento riecheggiare un “Ma che ciolla state a dì?”, ancora ad oggi questo fenomeno viene studiato da psicologi di fama mondiale.
La premessa era buona, ma in questo caso non andai di preordine ossessivo compulsivo, attesi e mi guardai intorno. Resistetti ai video trailer di Leonardo, alle parole di Claudio, e persino al mio amico dipendente del negozio di videogiochi, mi ripetevo che stavolta non mi avrebbero avuto.
Un giorno caddi nelle recensioni, voti altissimi dati da noti redattori videoludici e dalle loro rispettive testate videoludiche. Sotto nei commenti di tale recensioni però si verificava l’effetto “Conan Exile”, con gente che criticava, più o meno in modo acceso, la veridicità di tali recensioni, mandando ampiamente a cagare chi l’aveva scritta.
Fu quello ad avermi spinto a premere il tasto “acquista” sul Microsoft Store, quello e l’aver acquistato, proprio in quel periodo, una bella e fiammante Xbox Series S. Volevo comprendere se il gioco davvero era così messo male o se era esagerato il pubblico videoludico, e ahimè, non passarono neanche 10 minuti prima che me ne accorsi.
Non mi basterebbe una giornata intera ad elencare i bug, vi basti sapere che la cosa più bella di tutto il gioco era il personaggio di Jhonny Silverhand, tutto il resto del gioco è una ciofeca. E non soltanto accantonando il discorso problematico dell’engine di gioco, ma anche a livello di gameplay.
Erano introdotte tantissime cose inutili, io stesso finì il gioco senza bisogno di alcun potenziamento e niente di niente. Mi bastò trovare (anzi è il gioco stesso che ad una certa ve la consegna) la pistola di Jhonny Silverhand, e via dritto a finire il gioco con una sola pistola. Deludente, a dir poco deludente.
Ad oggi dovrei provare la famosa “patch next-gen”, ma ho quasi paura di reinstallare il gioco e scoprire che in realtà non è cambiato nulla. Quantomeno è stato con Cyberpunk 2077 che ho scoperto le mie qualità come redattore videoludico.
Postal 4: No Regerts – Running with Scissors
E anche questo merita di stare in questa TOP 5, era d’obbligo inserirlo. Si è vero, avrei potuto citare titoli come Fallout 76, come No Man’s Sky o tantissimi altri, semplicemente ho inserito quelli che più mi hanno marchiato nell’animo. E credimi se ti dicessi che i due titoli poc’anzi citati sono stati miei altri “preordini ossessivi compulsivi”.
Postal 4: No Regerts, uscito qualche giorno fa e sviluppato da Running with Scissors, rappresenta secondo me il punto di frattura fra un esperto di settore videoludico, magari un redattore, ed il semplice pubblico videoludico. E a far fede di ciò che sto dicendo ci sono le recensioni su Steam.
Un gioco palesemente fatto male, a livello tecnico, che presenta una componente tecnica che avrebbe fatto schifo anche se fosse uscito 15 anni fa, eppure girovagando per il web e nello shop videoludico online che ho citato c’è gente che lo sta elogiando. Temo che gli psicologi dovrebbero studiare questo di fenomeno.
Come redattore videoludico tendo ad analizzare il gioco nel suo comparto tecnico, e posso dire apertamente che tecnicamente fa ridere. Compenetrazioni, modelli degli NPC brutti e fatti male, fisica e comportamento degli stessi ancor peggio del loro aspetto grafico, e chi più ne ha più ne metta.
Purtroppo anche dal lato “trama” il gioco fa acqua, sembra un pretesto per spingere le persone a compiere atti violenti, contro altri esseri umani o animali. Non è un videogioco, è soltanto una valvola di sfogo per ragazzini frustrati che si divertirebbero a prendere a calci un cane o un gatto.
Postal 4: No Regerts rappresenta il baratro, tutto ciò che di sbagliato c’è nella società in cui viviamo, e a quanto pare anche nella psicologia di alcuni elementi che si esaltano alla vista di determinati “prodotti”. Non è un videogioco, è qualcosa che dovrebbe iniziare a farci riflettere, seriamente, sulla direzione che il genere umano sta prendendo.
Forse è proprio quello lo scopo che volevano raggiungere gli sviluppatori, ma esaltarsi nel giocare Postal 4 e poi lamentarsi se vengono criticati i videogiochi e viene richiesta una seria azione mirata alla censura, la trovo una cosa altamente discutibile e soprattutto ridicola.
In un mondo in cui vogliamo salvaguardare gli animali dal maltrattamento, in cui vogliamo instillare nella mente di tutti l’uguaglianza sociale, di razze, di genere, e quant’altro, ci mettiamo però ad esultare felici nel giocare ad un gioco fortemente sbagliato, che non soltanto andrebbe cancellato, ma anche vietato ad altre software house di far roba simile.
Siamo in chiusura
Forse potresti non essere d’accordo con alcune mie affermazioni, o con la lista della mia TOP 5, tuttavia questa rappresenta il mio modesto parere da videogiocatore. La TOP 5 poteva essere molto più lunga di così, ma avrei dovuto scavare ricercando titoli che forse sarei stato l’unico a ricordare, ho quindi puntato per titoli “più noti”.
Chissà, magari tu avrai altri titoli in mente da poter aggiungere a questa TOP 5, sono proprio curioso di sapere quali. Potresti ritrovarti a citarne alcuni che mi sono dimenticato, e perché no, potremmo parlarne insieme.