Nintendo è stata spesso associata all’ambito familiare, soprattutto dopo il successone di Wii, che ha portato il casual gaming nel salotto di molte case. Nintendo Switch, però, si è distacccata in parte da questa tradizione, affiancando ai titoli casual anche produzioni di terze parti discretamente impegnative o, in alcuni casi, rivolte addirittura a un pubblico hardcore.
Da qui l’idea di scrivere una top 5 di videogiochi hardcore, rivolti soprattutto a giocatori con un buon grado di pazienza. Parliamo infatti di titoli molto difficili o, più in generale, almeno impegnativi in qualche loro aspetto. La lista non sarà strutturata come una classifica, soprattutto perché i videogiochi in questione appartengono a generi molto diversi tra loro e sono accomunati soltanto dalla loro difficoltà. Di conseguenza, le posizioni non sono in ordine di qualità, ma in ordine casuale, in modo da scrivere un articolo che abbia qualcosa “per tutti i gusti”.
Un classico impossibile da finire, anche su Nintendo Switch: Spelunky 2!
La serie di Spelunky è stata da sempre sinonimo di difficoltà e il secondo capitolo non fa eccezione. Anzi, potremmo persino dire che il titolo si dimostra più difficile del predecessore, per via di una maggiore complessità e per le varie sfide proposte al giocatore. Per moltissimi giocatori finire Spelunky 2 è un’impresa quasi impossibile dato che, come puoi leggere anche dalla nostra recensione per Nintendo Switch, il gameplay del titolo è decisamente impegnativo e punitivo.
La formula di gioco prende spunto dalla filosofia roguelike. Si esplorano dungeon generati proceduralmente, nel tentativo di arrivare alla fine. La morte è permanente e porta il giocatore a ricominciare la partita da zero, con un nuovo dungeon. Non aspettarti il tipico indoramento della pillola però: non c’è nessun tipo di metaprogressione e tutto il peso del progresso è nelle tue mani.
Tra mazzate e parate, con Sifu!
Sifu è un titolo molto difficile, come puoi vedere dalla nostra recensione. La versione Nintendo Switch, pur facendo qualche rinuncia tecnica, non fa nessuno sconto per quanto riguarda la difficoltà, che resta più impegnativa che mai. Il gioco, peraltro, verrà supportato dagli sviluppatori con un DLC corposo, dove sarà possibile affrontate diverse arene a obiettivi.
Anche in questo caso la formula base si dimostra semplice: si esplorano livelli ben definitivi, cercando di sconfiggere una lunga serie di avversari progressivamente più forti e numerosi. Alla fine di ogni livello, poi, si affronta un boss, a sua volta decisamente impegnativo, per poi passare a quello successivo. Nonostante questa struttura da beat ’em up tridimensionale può sembrare semplcie, Sifu vanta un sistema di combattimento decisamente interessante, che risulta tecnico e impegnativo. Per superare i livelli bisogna sfruttare combo, parry, parate e schivate, che creano un mix davvero riuscito.
Per un genere meno mainstream, andiamo su Project Diva
Hatsune Miku: Project Diva Mega Mix non è il primo videogioco che viene in mente quando si parla di titoli hardcore…ma questo solo quando non si conosce la serie. Il titolo è infatti decisamente impegnativo, soprattutto in questa versione su Nintendo Switch, che richiama da vicino le meccaniche dei cabinati arcade, dove riuscire e finire una canzone è solo metà dell’opera.
Il gameplay di Project Diva è quello di un rhythm game classico, con l’assenza però della classica judgement line. Il gioco è infatti diviso in canzoni, le quali sono strutturate in note che appaiono su schermo, da premere chiaramente con il ritmo giusto. Questo, però, non viene indicato da una judgement line posta in un punto specifico dello schermo, ma da simboli che appaiono di volta in volta in posizioni diverse. Il risultato può essere decisamente caotico, soprattutto per i poco avvezzi al genere. Se poi giochi Project Diva a livelli di difficoltà più elevati, preparati a dover sfruttare anche le frecce direzionali per premere le note. In altre parole, se vuoi diventare davvero bravo, avrai bisogno di moltissima pratica.
Nato proprio su Nintendo Switch: Monster Hunter Rise: Sunbreak
La serie di Monster Hunter è stata da sempre sinonimo di difficoltà, soprattutto quando si parla dei titoli vecchia scuola, su PSP e 3DS. Monster Hunter Rise, con il suo arrivo su Nintendo Switch, ha inizialmente rotto questa tradizione, proponendo ai giocatori un’esperienza decisamente facile, anche dopo diverse ore di gioco e persino con i contenuti endgame del gioco base. Che senso ha mettere il titolo in questa classifica allora?
La risposta è nell’espansione Sunbreak. Con questo massiccio DLC, Monster Hunter Rise è diventato decisamente impegnativo, soprattutto quando prendiamo in considerazione i contenuti endgame, come i mostri infetti, le missioni generate casualmente e le ultime aggiunte. Alla base, il gameplay è sempre quello: si sceglie un’arma, si imparano le meccaniche e si affrontano mostri progressivamente più feroci. In Sunbreak, però, questi mostri sono anche incattiviti, al punto da infliggere enormi danni con alcuni attacchi. In altre parole, preparati a soffrire. E se poi sei proprio in vena di esperienze hardcore, il porting Nintendo Switch di Generations è anche più difficile.
Un classico da citare assolutamente: Dead Cells!
Non consiglierò mai abbastanza Dead Cells. Il titolo è un roguevania davvero interessante, in grado di garantire una sfida progressivamente più alta per diverse ore di gioco. Nonostante il livello di difficoltà base sia già abbastanza impegnativo, finendo il gioco è possibile ottenere delle Boss Cells, che rendono l’esperienza ancora più impegnativa, aggiungendo nemici più interessanti da affrontare e modificando alcune cose.
Anche in questo caso siamo davanti alla struttura classica del genere: si esplorano dungeon generati proceduralmente nel tentativo di arrivare fino in fondo. Quando si muore si ricomincia da capo. In questo caso, a differenza di Spelunky, il titolo offre una forma di metaprogressione, ma nulla che possa sostituire l’abilità individuale. Il sistema di combattimento di Dead Cells, infatti, si dimostra complesso e interessante, anche dopo diverse ore di gioco. È infatti possibile utilizzare fino a quattro oggetti e armi, tutti combinabili tra loro senza nessun limite per creare build sempre diverse.