Sviluppato da Flazm e pubblicato da Numskull Games e Blitworks, Train Valley Collection è l’edizione definitiva e completa di due titoli appartenenti al genere ibrido di puzzle game-simulatore-strategico: Train Valley: Console Edition e Train Valley 2: Community Edition.
Dopo esser tornati a giostrarci tra binari e trenini su PlayStation 4, siamo pronti a condividere la nostra recensione. Pronto a scoprire i contenuti di questa corposa edizione? Si parte, ciuff ciuff!
Train Valley Collection: un pacchetto di contenuti immenso
Dopo aver recensito Train Valley: Console Edition (qui per leggere il nostro parere) e Train Valley 2: Community Edition (qui per tutti gli approfondimenti), diamo subito un’occhiata al nuovo Train Valley Collection.
Ecco, di “nuovo”, non c’è niente. Si tratta letteralmente dei due titoli sopra citati con l’aggiunta di tutti i rispettivi DLC. Train Valley: Console Edition, infatti, porta con sé il DLC dedicato alla Germania con tutti gli aggiornamenti prima previsti solo per PC.
Train Valley 2: Community Edition, invece, oltre al gioco principale e ai DLC Passenger’s Flow, Myths & Rails e Editor’s Bulletin, include anche 158 livelli realizzati dalla propria community. Nulla di nuovo, non un livello extra da quanto già visto e recensito in passato.
Questa scelta ci porta subito dinanzi al primo reale problema di questa edizione: chi ha già provato i titoli in questione, non ha alcun motivo per rigiocarli. Non è stato effettuato neanche un upgrade grafico. Sono esattamente i due titoli già in vendita separatamente.
Appurato ciò, è bene ripercorrere la narrazione dei due titoli in oggetto. Il primo gioco di Train Valley Collection è quello con più “narrativa”. Per quanto un puzzle game incentrato sui treni possa narrare. Non sorprende quindi che la via del racconto scelta sia legata all’evoluzione della macchina stessa all’interno di vari contesti storici.
Quindi abbiamo sia l’evoluzione della ferrovia e della sua tecnologia sia quella del periodo storico generale in cui è avvenuta come, ad esempio, la Seconda Guerra Mondiale. Ma, se il primo titolo di questa collection azzarda un filo narrativo che unisca i vari livelli, Train Valley 2: Community edition fa un passo indietro.
Il secondo capitolo, infatti, è orfano di qualsiasi tipo di narrazione, incentrando tutto se stesso unicamente nel gameplay e proponendo all’utente una serie di sfide e obiettivi dal livello di difficoltà crescente. E ora che abbiamo fatto i dovuti preamboli è tempo di scoprire come si gioca coi trenini!
Train Valley Collection e la magia dei ciuff ciuff
Train Valley Collection è una collection di puzzle game che strizzano l’occhio ai simulatori e che richiedono una buona dose di strategia e soprattutto di pazienza. Il primo capitolo ha una curva di difficoltà meno morbida dei due e ci vede impegnati in una serie di sfide decisamente ostiche e dal respiro ampio.
Ci sono stazioni da collegare utilizzando e posizionando i vari binari, creando dedali di ferro su cui far viaggiare i nostri amati trenini. Bisogna ovviamente stare attenti agli ostacoli, studiare bene il budget e le tempistiche di percorso, evitare di far urtare i treni tra loro. Insomma, devi creare un percorso ferroviario efficiente, rapido e utile ai vari obiettivi che dovrai raggiungere.
Onde evitare di perdere soldi e finire in banca rotta, dovrai quindi prestare attenzione a innumerevoli fattori e tenere costantemente d’occhio il tuo portafoglio. La rudimentale gestione del personale e delle risorse unito a un sistema di comandi che, pad alla mano, non è molto comodo e intuitivo non aiuta ad affrontare le prime sfide che sono già da subito abbastanza complesse.
Train Valley 2: Community edition cambia un po’ tutto. abbandonato il semi-realismo estetico a favore di una grafica low poly semi-deformed e più anonima oltre che priva di collocazione temporale e storica, il secondo capitolo è anche più accessibile seppur privo di una propria identità.
Qui le sfide che dovremo affrontare sono “chiuse” e decisamente più brevi con tanto di stelline finali come valutazione. Nonostante questo cambio però, il gameplay di base è praticamente lo stesso: studiare la mappa, creare un percorso di binari efficiente e soddisfare le varie richieste sfruttando i nostri treni.
Qui l’anima da gestionale è ancora più povera confermando la sua natura di una serie di sfide immediate e logiche, dei veri e propri puzzle su binari dalla difficoltà più morbida ma comunque presente e in costante crescita. A sorprendere in questo titolo è la mole spropositata di contenuti: oltre cento livelli.
Purtroppo entrambi i titoli condividono lo stesso problema: poca varietà dell’azione e senso di monotonia crescente. Il secondo soprattutto, a causa della mole di contenuti e della sua natura con livelli più brevi, mostra più rapidamente questo problema. Complice anche un level design più piatto e spoglio.
Grafica e sonoro
I due titoli si differenziano abbastanza in termini grafici. Il primo punta a vaghi cenni di realismo e prova a mutare al mutare dell’epoca storica di riferimento. Regala anche qualche dettaglio in più e offre animazioni semplici ma funzionali al gameplay.
Il secondo sacrifica dettagli e realismo per un’estetica low-poly più semplice e immediata ma anche anonima e vuota. Questa sorta di “piattume” visivo poco ispirato rischia di stancare velocemente considerando anche il riciclo degli asset grafici inevitabile considerando la mole di livelli.
Il sonoro è in entrambi i casi discreto, svolgendo il suo ruolo quasi timidamente e concentrandosi al meglio sui pochi effetti sonori: credibili ed efficaci. Da evidenziare la presenza dei sottotitoli in lingua italiana in entrambi i titoli, dettaglio non da poco.